Per la rubrica Pillole di salute, oggi affrontiamo più in dettaglio un argomento che si lega a un tema trattato in un precedente post, l’atelofobia.
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo, psicologa a Grosseto, cosa significa guardarsi allo specchio e vedere la propria immagine distorta. Questa la sua risposta:
“È una percezione legata al disturbo di dismorfismo corporeo noto come dismorfofobia e relative patologie della categoria dei disturbi somatoformi. Si tratta di una forma fobico-ossessiva caratterizzata dalla preoccupazione del proprio aspetto corporeo, che può essere immaginaria, oppure eccessiva per un difetto fisico. Le preoccupazioni possono focalizzarsi sull’intero aspetto esteriore o su una parte specifica del corpo. La dismorfofobia interessa soprattutto gli adolescenti, e può evolvere in anoressia e bulimia. Se riguarda soggetti adulti la diagnosi è più complessa e dovrebbe essere trattata tenendo conto dei complessi di inferiorità irrisolti. I soggetti affetti dal disturbo sperimentano grave disagio, descrivendo le loro preoccupazioni come dolorose, tormentose o devastanti. Di conseguenza, essi spesso passano molte ore al giorno a pensare al loro “difetto” e a come porvi rimedio, al punto che questi pensieri possono dominare la loro vita. La terapia della dismorfofobia va valutata in relazione alla personalità del soggetto e in base alla sua situazione familiare e sociale. Particolare attenzione deve essere posta alla comprensione del significato del sintomo. In tal caso non deve essere oggetto di terapia la sola dismorfofobia ma, piuttosto, si tratta di operare scelte terapeutiche che consentano alla persona di acquisire unitamente alla risoluzione del sintomo un migliore equilibrio interiore”.
Se l’insoddisfazione per il proprio aspetto diventa un’ossessione, uno psicologo psicoterapeuta può aiutare a ritrovare equilibrio e serenità.