02/11/1988 - Medicina e Chirurgia (Roma)
12/07/1989 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Roma (Ordine della Provincia di Roma) n.40841
04/12/1992 - Dermatologia e Venereologia N.O.
1988 /1 - Medicina e Chirurgia (Roma)
Scritto da
Dr Annalisa Pizzetti
Pubblicato il
27/03/2013
Riparare i danni degli interventi estetici. Il problema degli effetti negativi degli interventi estetici, provocati da prodotti inadeguati, da procedure anomale o da veri e propri incidenti dovuti a incompetenza, sono spesso evidenti e i casi assai diffusi.
Nei recenti congressi di dermatologia e di medicina estetica si è parlato sempre di più ad esempio di una sostanza correttiva che si chiama ialuronidasi.
Questa formulazione è stata realizzata perché, essendosi moltiplicate in modo crescente le applicazioni di acido ialuronico con milioni di infiltrazioni, capita che magari si possa creare un granuloma (caso piuttosto raro) o che non piaccia il risultato ottenuto, come ad esempio un labbro troppo grosso e sporgente, uno zigomo troppo alto o altri difetti estetici.
Oggi per fortuna questi errori possono essere risolti con la ialunoridasi, una novità biologica che scioglie l'acido ialuronico.
Questo prodotto risolve quindi il problema di dover stare sette o otto mesi con il difetto, anche mortificante, prima che l'acido ialuronico si sia ridotto perché assorbito naturalmente.
Un enzima provvidenziale. La ialuronidasi è un enzima che scioglie altri enzimi e, nel nostro caso, degrada fino alla sua totale eliminazione l'acido ialuronico consentendo quindi il ritorno alla condizione estetica originaria.
Questo enzima risolutivo, sintetizzato da poco in laboratorio, è all'attenzione dei medici perché, come abbiamo già sottolineato, l'aumento degli interventi estetici ha anche fatto crescere gli effetti avversi.
L'idea che si debba rimanere con una deformazione da errore o da effetto imprevisto è comunque sbagliata perché l'effetto dell'acido ialuronico dura al massimo un anno e viene assorbito gradatamente dal corpo.
Qualche anno fa per gli interventi estetici esistevano sostanze permanenti o semipermanenti come i siliconi e i metacrilati, ma per fortuna ora sono vietati anche se qualcuno ancora li usa.
Oggi tutti i filler sono biocompatibili, assorbili ed eliminabili.
Il caso dei filler con metacrilato. È una formula proveniente dall'Ucraina, si presenta sotto forma di perline di plastica in una soluzione iniettabile e si comporta come un corpo estraneo.
Si tratta di un prodotto ormai obsoleto, ma purtroppo ancora utilizzato ed è quindi opportuno accennavi.
È apparentemente efficace ma solo dopo un periodo relativamente breve di sperimentazione su un vasto numero di pazienti ha dimostrato la sua pericolosità.
Infatti nel 60-70% dei casi questa sostanza passiva, una volta introdotta nella cute, non causa effetti negativi di alcun genere.
Tuttavia, in una proporzione comunque significativa (30-40 %), l'organismo dei pazienti che si sono sottoposti al trattamento lo percepisce come corpo estraneo e può reagire determinando l'insorgere di un granuloma, con tutte le conseguenze patologiche che questa proliferazione capillare comporta.
I filler riassorbibili. I filler riassorbibili offrono un vantaggio evidente perché la loro biocompatibilità evita qualsiasi tipo di reazione.
Infatti l'acido ialuronico inserito nel derma ha un comportamento identico a quello naturale endogeno e viene quindi riassorbito in modo fisiologico.
Al contrario i filler con perle di metacrilato non sono biocompatibili ma collocano in pratica una quantità di micropalline di polistirolo dentro la pelle; perciò si verificarono casi di reazioni assai violente che imposero la sua eliminazione dai protocolli della medicina estetica.
Questa soluzione risultata negativa è stata comunque una delle tappe dello sviluppo dei filler: all'inizio esisteva solo il silicone poi è seguito il collagene, sostanza ben tollerata ma di breve durata, per cui si è avviata un'intensa ricerca per trovare soluzioni durature e senza inconvenienti.
Oggi la vastità delle esperienze, assai diverse e superiori a quelle di dieci anni or sono, consente di avere garanzie su metodi e prodotti ampiamente rassicuranti.
Rimane comunque il problema che i filler non hanno mai avuto una sperimentazione di lungo periodo, mentre il botulino, essendo una tossina, è stato intensamente e lungamente sperimentato (per 10 anni) prima di essere messo sul mercato.
I filler intesi come dispositivi medici. Una volta messi a punto, sull'onda della domanda, alla ricerca spasmodica di continue novità, i filler vengono messi quasi immediatamente a disposizione sul mercato e quindi senza le garanzie che sarebbero necessarie, pur trattandosi comunque di prodotti realizzati da importanti industre.
Escono infatti dalla fabbrica in qualità di dispositivi medici, che non richiedono quindi la sperimentazione ma solo che siano purificati e sterili e abbiano il contrassegno del marchio CE.
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