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Prof. Dr Francesco Violi

Specialista in Medicina Interna

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laurea

    19/07/1974 - Medicina e Chirurgia (Roma "La Sapienza")

    Iscrizione all'albo

    07/05/1975 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Roma (Ordine della Provincia di ROMA)

    Specializzazione

    12/07/1985 - Radiodiagnostica (Roma)

    Abilitazione

    1975 /1 - Medicina e Chirurgia (Roma "La Sapienza")


Il ruolo del clinico internista nella complessità patologica

Scritto da
Prof. Dr Francesco Violi

Pubblicato il
06/06/2011

Fonti:

1. Ahn AC, Tewari M, Poon CS, Phillips RS. The limits of reductionism in medicine: could systems biology offer an alternative? PLoS Med. 2006;3:e208.

2. Federoff HJ, Gostin LO. Evolving from reductionism to holism: is there a future for systems medicine? JAMA. 2009;302:994-6.

3. Heng HHQ. The Conflict Between Complex Systems and Reductionism JAMA. 2008;300:1580-1581.

4. G. Federspiel. I fondamenti del metodo in medicina clinica e sperimentale. Piccin 1980.

5. Scandellari C. La diagnosi clinica. Masson 2005.

6. Plsek PE, Greenhalgh T. The challenge of complexity in health care. BMJ 2001;323:625-8.

7. Fraser SW, Greenhalgh T. Coping with complexity: educating for capability. BMJ 2001;323:799-803.

8. Wilson T, Holt T. Complexity and clinical care. BMJ 2001;323:685-8.

9. Plsek PE, Wilson T. Complexity, leadership, and management in healthcare organisations. BMJ 2001;323:746-9.

10. Loscalzo J, Kohane I, Barabasi AL. Human disease classification in the postgenomic era: a complex systems approach to human pathobiology. Mol Syst Biol. 2007;3:124.

11. Miles A. On a medicine of the whole person: away from scientistic reductionism and towards the embrace of the complex in clinical practice. J Eval Clin Pract. 2009;15:941-9.

12. Bergeson SC, Dean JD. A systems approach to patient-centered care. JAMA. 2006 Dec 20;296:2848-51.

13. Kupersmith J. Managing patient and system complexities to improve the quality and outcomes of chronic care: papers from VA's state-of-the-art conference: managing complexity in chronic care. J Gen Intern Med. 2007;22 Suppl 3:373.

14. Boyd CM, Darer J, Boult C, Fried LP, Boult L, Wu AW, Clinical Practice Guidelines and Quality of Care for Older Patients With Multiple Comorbid Diseases Implications for Pay for Performance JAMA. 2005;294:716-724.

Il ruolo del Clinico Internista. Il ruolo dell'Internista nel percorso gestionale del malato complesso risiede nell'applicare un approccio sistematico, multidimensionale, individualizzato, in cui vengono superati i limiti insiti nel concetto di malattia, e il paziente nella sua globalità riveste un ruolo cardine (1-3).

Si viene così delineando la medicina della complessità che elabora una valutazione integrata delle singole patologie coesistenti nello stesso individuo e che tiene in considerazione l'interazione tra loro sul piano clinico. Ciascuna condizione da cui un individuo è affetto non può più essere valutata in maniera isolata, ma deve essere considerata in un contesto più ampio. 

 

La formulazione di un'ipotesi. Dinanzi a un quadro complesso il clinico assume inizialmente il ruolo di osservatore di un fenomeno, identificando il segno/sintomo rilevante nell'ambito del quadro clinico e attraverso un procedimento ipotetico-deduttivo procede alla formulazione di un'ipotesi che possa spiegarlo. Dall'ipotesi avanzata vengono in seguito dedotte una o più conseguenze.

Se le conseguenze previste vengono osservate, l'ipotesi sarà corroborata e accettata come vera; viceversa, se esse non vengono osservate, sarà proposto un secondo sistema di ipotesi. 

 

L'approccio del clinico. Infine, la diagnosi clinica ha lo scopo di chiarire la natura e i meccanismi di insorgenza dei quadri clinici ed una "buona" diagnosi coinciderà con la scelta della giusta ipotesi (4,5).

L'approccio del clinico alla complessità si propone di individuare tra i determinanti delle patologie quelli in grado di esercitare un ruolo chiave nell'influenzare lo stato di salute dell'individuo in modo da identificarne le priorità e pianificare una strategia terapeutica mirata.

Ruolo dell'approccio sistematico è, quindi, acquisire conoscenze che possano permettere di gestire un paziente complesso nella sua globalità (6-10).

Questo nuovo approccio della medicina permette di ottenere informazioni di tipo diagnostico, prognostico e terapeutico finalizzate a garantire una medicina centrata sul paziente (11,12). 

 

I costi di gestione. Un'ulteriore problematica è legata ai costi di gestione di un malato complesso che risultano essere superiori alla somma della spesa per singola patologia. Tuttavia, una gestione inadeguata della complessità, con il mancato coordinamento tra le varie figure specialistiche, può determinare un'ulteriore ripercussione sulla spesa sanitaria attraverso ritardi diagnostici, ricoveri impropri e frammentazione degli interventi diagnostico-terapeutici (13,14). 

 

I determinanti della complessità. Pertanto, una volta identificati i determinanti cardine della complessità è necessario pianificare e creare percorsi diagnostici e assistenziali che siano in grado di facilitare una gestione coordinata e garantire continuità assistenziale al paziente. Adottare un approccio sistematico alla complessità può, in definitiva, fornire le basi per creare un modello di assistenza in grado di realizzare strategie di cura personalizzate, di razionalizzare l'uso delle risorse sanitarie e migliorare la qualità di vita dei pazienti al fine di ottimizzare il processo di gestione medica dei pazienti complessi.



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