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Prof. Dr Giorgio Calabrese

Specialista in Scienze dell'Alimentazione

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laurea

    09/11/1977 -Medicina e Chirurgia (Catania)

    Iscrizione all'albo

    10/03/1978 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di ASTI (Ordine della Provincia di ASTI)

    Specializzazione

    09/07/1987 - Scienza dell'Alimentazione Indirizzo Nutrizionistico (Pavia)

    Abilitazione

    1977 /2  - Medicina e Chirurgia (Catania)


Come cambia la nutrizione degli italiani



Scritto da
Prof. Dr Giorgio Calabrese

Pubblicato il
27/03/2013

Mercoledì scorso, la Coldiretti Nazionale, tramite il suo Presidente Sergio Marini, elaborando un importante documento del CENSIS, diretto da Giuseppe De Rita, ha voluto sottolineare che nella nostra nazione, le condizioni economiche stanno stravolgendo le scelte del modo di nutrirsi.

Avere meno soldi non  deve penalizzare la qualità! Oggi la Grande Distribuzione ci ha abituati a comprare a prezzi, a volte, inferiori a quelli dei negozi più piccoli, puntando l’attenzione del consumatore più al prezzo che alla qualità. Chi ci perde? Il consumatore! Chi ci guadagna? Il distributore! Chi lavora tanto e guadagna poco? Il contadino!

Il mio ricordo di qualche decennio fa, è legato alla colazione della buona tazza di latte che veniva venduto direttamente dal pastore o dalla centrale del latte, la zuppa si faceva col pane raffermo che era residuo dei giorni precedenti e a metà mattina e metà pomeriggio, lo spuntino era composto da frutta fresca di stagione o da una granita o da un gelatino di frutta. Nei due pasti principali, si mangiavano tanti legumi, pasta e una giusta dose di carne o pesce, provenienti rispettivamente da pescato locale e da allevamenti presenti in provincia.

Oggi questo non avviene più perché i giusti messaggi del “chilometro zero” e della “filiera corta” sono quasi messi da parte a favore della globalizzazione che sempre più riempie lo stomaco ma fa diminuire la salute. I prodotti locali sono più ricchi di nutrienti energetici e di elementi antiossidanti come alcuni minerali e molte vitamine, ma questo aspetto è poco sentito dal consumatore che cerca soltanto di riempire lo stomaco, appagare il palato e pagare il meno possibile.

Se ci rimette la qualità, quali sono le possibili proiezioni per il futuro? Avremo sicuramente più giovani con malattie metaboliche, tipo il diabete, più adulti che anticipano le malattie cardio-circolatorie come fossero anziani e infine, la terza e quarta età saranno con più acciacchi, nonostante la longevità raggiunta. Quanto più è possibile meglio mangiare cibi locali con meno meticciatura ed esterofilia.

 

Testo pubblicato su: Avvenire del 21 Maggio 2010



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