Prof. Dr Giorgio Calabrese

Specialista in Scienze dell'Alimentazione

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laurea

    09/11/1977 -Medicina e Chirurgia (Catania)

    Iscrizione all'albo

    10/03/1978 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di ASTI (Ordine della Provincia di ASTI)

    Specializzazione

    09/07/1987 - Scienza dell'Alimentazione Indirizzo Nutrizionistico (Pavia)

    Abilitazione

    1977 /2  - Medicina e Chirurgia (Catania)


Mangiare una volta al giorno



Scritto da
Prof. Dr Giorgio Calabrese

Pubblicato il
27/03/2013

La fretta, gli orari di lavoro tirati, i viaggi e tutte le altre possibili motivazioni costringono a continui adeguamenti anche dello stile alimentare e, non meno importante, anche agli orari.

Nella maggior parte dei casi ciò è vissuto con sofferenza, qualcuno invece ha costretto il proprio corpo ad adeguarsi al proprio stile di vita ad esempio facendo un solo pasto al giorno. Mi piace ricordare che profondi ed importanti cambiamenti alimentari necessitano di una ottima conoscenza del corpo umano e quindi non sono applicabili a chiunque autonomamente anzi, in linea generale, sono controindicate senza un controllo medico. Proprio in questi giorni, uno degli scienziati medici più importanti del mondo, il Prof. Umberto Veronesi, che stimo moltissimo e a cui mi lega una fraterna amicizia, ha lanciato il messaggio di eseguire un solo pasto al giorno, saltando a piè pari, sia la colazione (neanche la misera tazzina di caffè per svegliarsi) sia il pranzo. Degli spuntini manco a parlarne!

L’unico pasto “veronesiano” è la cena, molto importante perché conclude la giornata lavorativa, ma se è il solo pasto, qualcosa non quadra scientificamente; dopo si va in genere a dormire, mettere il carburante nella macchina solamente la sera, prima di riporla in garage, non sembra un’idea equilibrata. Capisco e condivido il disappunto del nostro enogastronomo Massobrio che si appella alla nobile figura della mamma che in genere dà 5 pasti al dì, comportamento ancora oggi corretto.

E’ meglio distribuire i cibi in piccole porzioni, perché, durante il giorno, il nostro corpo produce periodicamente un ormone: l’ insulina, che brucia gli zuccheri e i grassi e li trasforma in benefica energia ciò permette di avere un buon livello delle performances di lavoro. Un solo pasto, quindi, non può e non deve bastare a ritmare la fornitura di energia, ma la regola da seguire è: tre pasti principali e due piccoli spuntini. Veronesi e il suo Dna sono quindi un’eccezione in tutto ma non la regola per tutti.

 

Testo pubblcato su: Avvenire del 04 Maggio 2007



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