09/11/1977 -Medicina e Chirurgia (Catania)
10/03/1978 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di ASTI (Ordine della Provincia di ASTI)
09/07/1987 - Scienza dell'Alimentazione Indirizzo Nutrizionistico (Pavia)
1977 /2 - Medicina e Chirurgia (Catania)
Scritto da
Prof. Dr Giorgio Calabrese
Pubblicato il
02/02/2010
Fonti:
Pubblicato su Famiglia Cristiana N° 27
Il pesce crudo d’acqua dolce, anche se in casi poco frequenti, può contaminare chi se ne ciba.
Infatti può determinare un’intossicazione alimentare anche il pesce pescato in un lago o in fiume.
Abitualmente, pensando all’ambiente marino con la presenza di metalli pesanti e di microrganismi come virus e batteri, siamo invece portati a ritenere solo i pesci di mare inquinati e pericolosi per la salute umana se vengono mangiati crudi.
Ma non è così, un parassita pericoloso si può trovare anche nel pesce crudo d’acqua dolce.
Il pesce d’acqua dolce contaminato. Nel caso che prendiamo in esame la contaminazione da un parassita è stata causata dall’ingestione di un pesce crudo d’acqua dolce e cioè la tinca.
È accaduto durante una manifestazione enogastronomica alla quale erano intervenuti, oltre all’Assessore al Turismo, alcuni uomini politici e due sindaci della Valle d’Aosta.
Venti di loro sono stati ricoverati all’ospedale e ottanta hanno rischiato di essere contagiati da una parassitosi delle vie biliari.
La causa scatenante. In particolare l'intossicazione è stata causata da una “sfiziosa” quanto micidiale “Tartare di tinca” che era stata marinata con olio profumato all’arancia, pepe rosa e aneto e quindi adagiata su un letto di verdurine miste.
Una preparazione apparentemente appetitosa ma in realtà altamente pericolosa.
La causa dell'infezione è stata infatti identificata nel Clonorchis sinensis, un parassita che prolifera nei pesci d’acqua dolce e in particolare nella famiglia dei Ciprinidi a cui appartengono le carpe e le tinche.
Generalmente vengono colpiti i cani, i gatti e i topi, ma in alcuni casi la vittima può essere anche l'uomo.
La conservazione del pesce. Il pesce crudo utilizzato per le preparazioni gastronomiche era stato acquistato pare da un commerciante ittico di Bolzano e le conseguenze tossiche hanno indicato come probabile causa la non corretta conservazione del pesce.
Come trattare il pesce da servire crudo. Quando si desidera servire crudi i pesci d’acqua dolce, per quanto riguarda le tinche le si devono congelare a meno 20 gradi per un minimo di 24 ore, oppure le si devono riscaldare a 65 gradi per la durata di un minuto.
Un consiglio. A mo’ di conclusione devo ricordare che il mio consiglio è sempre lo stesso: facciamo in modo di non mangiare pesce crudo.
È meglio infatti ingerirlo da cotto, evitando così di contrarre malattie che talvolta possono essere anche gravi o addirittura letali.
ABCsalute S.r.l. ora axélero S.p.A. Copyright 2009 - 2024 ©Tutti i diritti riservati - C.F./Partita IVA IT 07731860966
Sede Legale: via Cartesio, 2 20124 Milano - Cap. Soc. € 68.000,00 i.v - R.E.A. Milano n. 1978319 - N.Telefono +39 02 83623320 - info@axelero.it
Aggiornato al 04/11/2024 - Il sito si finanzia con gli abbonamenti dei medici inserzionisti e non riceve finanziamenti dalla pubblicitĂ o dalla visualizzazione di contenuti commerciali.
Il contenuto editoriale del sito non è influenzato dalle fonti di finanziamento.