"protesi seno rotte"

Ho letto i commenti dei colleghi e, quindi, rispondo solo al suo ultimo commento ponendole spunti per una riflessione:

- Ha inserito protesi al seno senza che le fosse mai stata rilasciata una documentazione originale della ditta produttrice??? Le sembra professionale?

- Ha inserito protesi di una ditta che a distanza di 7 anni non esiste più??? Non credo che la scelta della protesi sia quindi ricaduta su un prodotto di "qualità" o almeno su una azienda di "qualità".

- IL chirurgo le trova delle protesi nuove. Gratis? Piuttosto che sulle protesi gratis mi informerei questa volta sull'azienda che le produce.

- Il chirurgo esegue interventi nel suo studio privato??? Auguri per la sua seconda scelta.
L'esperienza almeno dovrebbe insegnare qualcosa, non abbia fretta di operarsi non succede niente di grave se aspetta qualche mese, così avrà modo di informarmarsi meglio e riflettere meglio su quanto ha già fatto e quanto si appresta a rifare.

Mi tolga una curiosità ma come ha fatto a sapere che le sue protesi sono sicuramente rotte. Quali esami strumentali ha eseguito per averne una conferma?

Sinceri saluti

dott. Egidio Riggio
Chirurgo Plastico
Dirigente Medico 1° liv., incarico Alta specializzazione, Istituto Nazionale Tumori
Milano

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Dr Egidio Riggio

20100 MILANO (MI)

Corso Magenta

Tel.02.865420

e.riggio@libero.it

http://www.drriggio.abcsalute.it

Guardi che l'ecografia ha un margine di errore elevato nel diagnosticare una rottura di protesi, vale a dire vede rotture che in realtà non esistono. Operarsi solo per una presunta rottura diagnosticata con eco è un pò tanto imprudente. L'unico esame che ha un margine di errore minimo è la RMN, risonanza magnetica alle mammelle. Ma questo lo si sa da numerosi anni. La RMN senza mezzo di contrasto viene prescritta prima di decidere sulla necessità di rioperare una paziente da parte, ovvio, di chirurghi qualificati e professionali.
Per l'altra sua osservazione non saprei cosa dirle... chirurghi mediocri e poco preparati che si sono saputi vendere bene e sono diventati "affermati" e ben pubblicizzati "professionisti" come pure chirurghi che eseguono tutto nel proprio studio "attrezzato" senza rilasciare alcuna documentazione clinica, sono esistiti ed esistono a Milano, Roma, Napoli, Palermo... Perché mai ne dovrebbe essere esente Bologna?

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Dr Egidio Riggio

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La rottura della protesi, non di tipo traumatico, è un'evenienza fortunatamente rara. L'elemento poco corretto, a mio avviso, è il comportamento professionale del collega sia nella non comunicazione delle caratteristiche protesiche che del trattamento economico del nuovo intervento di sostituzione delle protesi. Chiaramente tutte le mie considerazioni sono inerenti alla descrizione da lei data. Resta la mia disponibilità per eventuali chiarimenti.
Cordiali saluti dott. V. Di Stolfo

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Dott. Vincenzo Di Stolfo

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