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de divitiis
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Innanzitutto mi scuso per il ritardo nella risposta e condoglianze per il decesso di suo papà.
Alla luce dell'esame istologico come già detto in precedenza era doveroso intervenire quindi nessun rammarico o senso di colpevolezza per la scelta che voi familiari avete accettato. Purtroppo è subentrata una complicanza di una grave infezione polmonare che nessuno avrebbe potuto preventivare. la radiochirurgia poi non da mai effetti immediati sulla riduzione volumetrica della lesione anzi spesso comporta un edema reattivo che avrebbe potuto peggiorare il già grave stato neurologico pre-operatorio.
Credo serenamente che voi figli vi siete affidati alle scelte di medici specialisti competenti nella materia e non dovete avere nessun senso di colpa avendo fatto tutto il possibile che un figlio può fare per il proprio genitore.

Cordiali saluti

OdD

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Prof. Dr Oreste de Divitiis
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    oreste.dedivitiis@unina.it
 
polare
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Professore, approfittando della sua gentilezza e disponibilità', vorrei soltanto porle l'ultima domanda ( non la disturberò' più'.. ), circa la storia di mio padre.
Mio padre fu' ricoverato nell'altra struttura ospedaliera cittadina ( Papardo di Messina ) per una presunta ischemia ( crediamo a questo punto che non ci sia mai stata e che il problema vero era rappresentato dalla lesione al cervelletto ) il 07/10/2013.
Le chiedo, il ritardo con cui sono arrivati a diagnosticare la stessa lesione ( circa mesi 3 dal primo ricovero, causa un iter diagnostico , a mio parere, contraddistinto da superficialità'..) può' avere inciso sul decorso clinico e la storia clinica di mio padre ?
mi spiego, un emangioblatoma cerebellare ( alla luce dell'esame istologico ) di circa cm. 4, diagnosticato un paio di mesi, rispetto al mese di gennaio 2014, avrebbe cambiato il corso degli eventi ? o le difficoltà' e le possibili complicazioni pre-post intervento, le scelte di natura terapeutica e le aspettative, sarebbero state le stesse ? Possibile che un ritardo, nella giusta diagnosi, abbia pregiudicato le aspettative di vita di mio padre ( ci sta' sorgendo questo terribile dubbio, che non ci da' pace.. ) ?
Nell'attesa di una sua risposta, le porgo cordiali saluti ( non la disturberò' piu' ).
 
de divitiis
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Gent.le Signora purtroppo credo proprio di no. proprio alla luce dell'esame istologico che ha fatto fare diagnosi di una lesione benigna, quindi di una lesione a lento accrescimento, anche se fosse stata diagnosticata sei mesi prima sarebbe stata delle stesse dimensioni, quindi la scelta terapeutica non sarebbe cambiata e solo Dio sa come sarebbe andata se fosse stato operato prima.
ripeto non abbia sensi di colpa, credo che una lesione così complessa, in una sede così delicata in un paziente anziano ed in serie condizioni generali preoperatorie hanno reso le cose difficili e non sempre bisogna trovare un colpevole tanto meno in se stessi.

saluti

OdD

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polare
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Grazie di tutto.
Saluti
 
polare
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Dottore, sono consapevole, che forse sto' approfittando, più' del dovuto, della sua bontà' e, fatto non trascurabile, della sua professionalità'.
So' anche che lei, ha di già' risposto, agli ultimi miei quesiti.
Per ultimo e sempre riferito all'esito infausto, relativo all'intervento subito da mio padre.
Puo' un periodo di allattamento ( circa mesi 4 ), che precede un intervento, abbastanza complicato, come quello di mio padre, essere considerato, una variabile ( in termini di fisico debilitato..) decisiva al fine di un esito infausto o meno del post intervento, alias rimozione di un tumore al cervelletto ?
Mi spiego,tre mesi in meno di allattamento, possono cambiare l'esito di un post intervento( l'intervento era riuscito ) e quindi evitare un decesso ?
Ho posto una domanda, forse strana, ma spero che lei mi risponda. Cordiali saluti
 
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