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Cleave
Utente di ABCsalute.it
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Buongiorno, è vero che i pazienti che soffrono di epatite C sono maggiormente esposti al rischio di poter sviluppare più precocemente patologie come le cataratte? Grazie
 
SIRAVO
Utente di ABCsalute.it
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Carissimo,
non esiste la correlazione determinarta scientificamente ,ma sicuramente agirebbero alterando il meccanismo di trasporto dell'acqua , inattivando la pompa sodio/potassio ed aumentando cos' la permeabilità delle cellule del cristallino agli ioni con carica positiva con conseguente intumescenza localizzata o generalizzata del cristallino e variazione dell'indice di rifrazione. Il buon funzionamento della pompa sodio/potassio, dunque, sarebbe importante nel mantenimento della normale trasparenza del cristallino. Anche nella cataratta di origine genetica e chimica sono state osservate alterazioni del flusso degli ioni.
Ulteriori studi hanno accertato che la pompa sodio/potassio richiede per il buon funzionamento enzimantico la presenza di lipidi e di gruppi sulfidrilici nelle sue catene proteiche: viene infatti inattivata da alterazioni della composizione dei lipidi di membrana o dalla ossidazione dei gruppi sulfidrilici delle proteine. Sembra che le malattie epatiche e cert farmaci come i cortisonici, una volta penetrati all'interno delle fibre del cristallino, siano in grado di formare legami stabili con le proteine della lente dando origine ad aggregati di elevato peso molecolare che modificherebbero la struttura del cristallino alterandone la naturale trasparenza e sarebbero quindi coinvolti nella patogenesi della cataratta. E' stato dimostrato che il prednisolone reagisce con gli aminogruppi dei residui lisinici delle proteine del cristallino e tale reazioni porta a modificazioni delle conformazione delle proteine e all'esposizione di gruppi sulfidrilici particolarmente suscettibili ad ossidazione. Questi ultimi, infatti, essendo liberi di costituire ponti disolfuri, reagirebbero con formazione di complessi ad alto peso molecolare in grado di rifrangere la luce. In particolare, sembrano coinvolte alcune proteine del cristallino umano piuttosto che altre. Diversi studi hanno dimostrato che l'assunzione dia sistemica che locale di cortisonici sarebbe in grado di indurre alterazioni di natura biochimica a livello di cellule del cristallino. Sono stati infatti dimostrati una riduzione del glutatione, un aumento dei lipidi perossidi ed una modificazione della composizione degli sfingolipidi di membrana. Tali modificazioni metaboliche giocherebbero un ruolo importante nella patogenesi delle opacità lenticolari che spesso si associano ad esse nei pazienti trattati con cortisonici.
Il fegato costituisce uno degli organi bersaglio principali dei cortisonici. Durante la terapia a lungo termine con questi farmaci infatti si osservano frequentemente alterazioni della funzione epatica di regolazione del bilancio ossido/riduttivo con conseguente aumento dei lipidi perossidi e dei radicali liberi dell'ossigeno, in grado di provocare nelle cellule danni strutturali a livello proteico ed enzimatico. Esistono più di 70 meccanismi con cui i radicali liberi dell'ossigeno possono causare effetti nocivi. Tali effetti, pertanto, sarebbero la conseguenza della riduzione generale delle difese contro lo stress ossidativo (espresso dalla riduzione del glutatione epatico e potrebbero giocare un ruolo importante nella patogenesi della cataratta da cortisonici. Nei meccanismi patogenetici della cataratta da cortisonici che riguardano lo stress ossidativo il glutatione sembra svolgere un ruolo molto importante per proteggere il cristallino dalla perdita della trasparenza, anche l'acido ascorbico e la vitamina E, quali agenti antiossidanti sarebbero in grado di inibire la formazione delle opacità lenticolari. In uno studio clinico è stato dimostrato che il rischio di sviluppare una cataratta era ridotto del 50% nei soggetti che presentavano livelli elevati di vitamina E.
E' stato quindi verificata questa associazione tra cortisonici e cataratta ma non sono stati chiariti ancora tutti i meccanismi alla base della patogenesi della malattia. Vista l'evidenza, c'è comunque l'indicazione a effettuare controlli periodici del cristallino in caso di malattie trattate .
Un caro saluto.
Prof.D.Siravo
siravo@supereva.it
http://drsiravoduilio.beepworld.it

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