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Federica
Utente di ABCsalute.it
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Gentilissimi medici, ho 37 anni e dagli inizi degli anni ’90 utilizzo le lenti a contatto… non capisco perché dopo tanti anni che le uso sono diventata inspiegabilmente intollerante, mi danno fastidio, mi provocano bruciore e spesso escono dall’occhio da sole. Cosa può essermi accaduto? Potrei aver sviluppato qualche malattia?
 
PROF.SIRAVO
Utente di ABCsalute.it
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Qualsiasi lente a contatto è un corpo estraneo posto sulla superficie oculare e la sua tollerabilità è sostanzialmente legata alla presenza di film lacrimale. Un film lacrimale stabile, sufficientemente spesso, regolarmente rinnovato, con adeguata composizione dal punto di vista osmotico, elettrolitico e proteico, fornirà un ambiente conveniente per la LAC consentendole di essere biocompatibile con la superficie oculare".
Le alterazioni del film lacrimale rappresentano una causa di inidoneità relativa o assoluta all'uso di LAC o, quantomeno, il porto delle LAC viene impostato con l'ausilio di sostituti lacrimali.
D'altro canto è noto che oltre il 80% delle cause di ridotta tollerabilità o intolleranza completa all'uso di LAC sono in qualche modo legate alle alterazione del film lacrimale indotte dallo stesso uso di LAC (dislacrimie secondarie all'uso di lenti a contatto).
E' questo l'aspetto che vorrei rimarcare in questa breve trattazione.
La comparsa di fenomeni di intolleranza caratterizzata da quadri clinici che vedono legati da uno stretto filo flogosi del segmento anteriore e alterato film precorneale, sono talmente frequenti proprio dopo molti anni d'uso di LAC, che vengono spesso erroneamente considerati un evento tipico quasi inevitabile.
Fra questi meccanismi patogenetici il più impostante è sicuramente l'ipossia prodotta dall'uso di LAC mal applicate (geometria e materiale) o per la scarsa manutenzione.
Il più classico quadro clinico è quello derivante dall'uso di una lente morbida stretta.
Una lente morbida che si muove poco può determinare una condizione clinica nota come "tight lens syndrome" (Sindrome da lente stretta). Tale condizione si verifica non esclusivamente a causa di cattiva applicazione ma anche per condizioni di alterata secrezione lacrimale primitiva con lenti ad alta idratazione (errata scelta del materiale). IL danno tissutale avviene per la concomitante presenza di ipossia corneale e di disidratazione del materiale della lente con conseguente restringimento del raggio base.
Se l'evento è acuto si produce un effetto ventosa sulla superficie oculare e il paziente fa fatica a staccare la lente e quando ci riesce, si produce una perdita di cellule epiteliali, la comparsa di dolore puntorio, lacrimazione, fotofobia e di annebbiamento visivo.
Più frequente e subdola è invece la forma cronica dove, a causa di LAC applicate strette (con scarsi movimenti), l'ipossia produce iperosmolarità, instabilità del film lacrimale e un aumento tasso di evaporazione con conseguente riduzione quantitativa del film lacrimale determinando ulteriore disidratazione della LAC. E' stato inoltre dimostrato che un'iperosmolarità della superficie oculare può indurre la perdita delle cellule mucipare caliciformi e altre modificazioni epiteliali della cornea e della congiuntiva, del tutto simili a quelli che si verificano nella cheratocongiuntivite secca.
Un caro saluto
Prof.D.Siravo
siravo@supereva.it
http://drsiravoduilio.beepworld.it
Cell.:3385710585
 
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