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Fronzi
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Buongiorno
Se possibile vorrei un parere dal medico neurologo riguardo ad una ricerca che ho svolto sulle cause della malattia di Alzheimer.
La causa del morbo di Alzheimer è la diminuzione della Vascolarizzazione al Cervello che si verifica quando il Soggetto è fisicamente sedentario e mentalmente poco attivo.
Diminuendo la Vascolarizzazione Cerebrale si riduce l'attività bioelettrica delle cellule del Cervello causando la neurodegenerazione progressiva dei Neuroni e la conseguente atrofia Cerebrale che si riscontra nella malattia di Alzheimer.
Ai primi sintomi dell'Alzheimer, quando la Persona riscontra i problemi con la memoria, è bene iniziare la costante ma non affaticante attività fisica aerobica, camminare, andare in bici, tapis roulant, cyclette, trenta minuti al giorno, almeno cinque o sei giorni a settimana sono sufficienti per aumentare la pO2 arteriosa Cerebrale, per merito dell'aumento della quale si otterrà una maggiore attività bioelettrica di tutti i Neuroni, attivando quella neuroprotettività che stimola la Rigenerazione delle Cellule del Cervello, bloccando e facendo regredire in questo modo la malattia di Alzheimer.
Un Saluto ai Medici e Visitatori del Forum.
Fronzi
 
PROF.SIRAVO
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ALZHEIMER: LE CAUSE

Il 99% dei casi di malattia di Alzheimer è "sporadico", ossia si manifesta in persone che non hanno una chiara familiarità. Solo l'1% dei casi di malattia di Alzheimer è causata da un gene alterato che ne determina la trasmissione da una generazione all'altra. Ad oggi sono note alterazioni di tre diversi geni che possono portate alla malattia di Alzheimer. La causa sia dei casi sporadici che di quelli familiari pare risiedere in un'alterazione del metabolismo di una proteina, detta APP (proteina pecursore di beta amiloide) che per ragioni ancora ignote a un certo momento della vita inizia ad essere metabolizzata in modo alterato, portando alla formazione di una sostanza neurotossica (appunto la beta amiloide) che si accumula lentamente nel cervello portando a morte neuronale progressiva.
Vedi anche IN PRIMO PIANO.

Esistono inoltre alcuni fattori di rischio, fattori cioè che determinano una generica predisposizione allo sviluppo della malattia, leggermente superiore a quella manifestata da soggetti che non presentano tali fattori (Vedi anche: Alzheimer e test genetici).

Generalmente, le forme ereditarie hanno un'alta penetranza, cioè molte persone di una famiglia (3 o più) sono colpite dalla malattia. Inoltre, la maggior parte delle forme ereditarie esordiscono in età relativamente giovanile (prima dei 65-70 anni) e l'età di esordio dei primi disturbi è relativamente stabile all'interno della stessa famiglia. Maggiore è il numero di persone affette nella stessa famiglia e maggiore è la probabilità che la malattia abbia una causa ereditaria, così come più l'età all'esordio è giovanile e maggiore è la probabilità (Vedi anche: Alzheimer e genetica).

Esistono inoltre fattori ambientali che possono giocare un ruolo importante, come ad esempio, traumi o esposizione a sostanze tossiche (alluminio, idrocarburi aromatici). Il fattore di rischio più rilevante è l'età: come ampiamente dimostrato da numerosi studi, l'incidenza e la prevalenza di questa malattia aumenta marcatamente con l'età.

Vedi anche:
Alzheimer e amianto.
Frutta e verdura come fattori protettivi.
Il succo di melograno protegge dall'Alzheimer?

Un alto grado di istruzione e un'occupazione che richieda un elevato livello di attività cognitiva sembra avere un effetto protettivo sull'insorgenza della demenza, in quanto aumenta l'efficienza dei circuiti neuronali e la cosiddetta brain reserve, ossia la capacità del cervello di attivare al bisogno circuiti neuronali alternativi. Va però sottolineato che anche persone che non abbiano un livello culturale o occupazionale elevato hanno le medesime possibilità di proteggere la propria efficienza intellettiva mantenendosi mentalmente attivi attraverso attività che tengano il cervello in esercizio e stimolino le capacità cognitive superiori.
Per l'insorgenza di demenze diverse da quella di Alzheimer, come la demenza vascolare, è determinante la presenza di fattori di rischio vascolare, quali il fumo, l'ipercolesterolemia, l'ipertensione, l'obesità e la presenza di patologie concomitanti importanti come il diabete mellito e le cardiopatie.


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Fronzi
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Grazie per la risposta Professor Siravo, vorrei però mi fosse consentito indicare una realtà mai considerata dalla Scienza Medica.
Tutte le Persone ammalate di Alzheimer o una qualunque malattia degenerativa del Cervello o del Corpo, hanno la pO2 arteriosa molto più bassa della norma, indicando che i livelli dell'Ossigeno Disciolto Paramagnetico nel sangue sono rischiosamente diminuiti, causando la RIDUZIONE dell'attività bioelettrica di tutte le cellule del Cervello, del Cuore, e dei Muscoli, provocando conseguentemente le malattie Neurologiche, Oncologiche, Cardiovascolari, e altre malattie.
Possiamo capire che, l'aumento STABILE della pO2 arteriosa ottenibile con la regolare attività fisica aerobica, produce quell'aumento di attività bioelettrica cellulare la quale stimolando la Rigenerazione delle Cellule del Cervello e del Corpo determina la prevenzione o la cura più efficace per la malattia di Alzheimer e altre gravi malattie.
Grazie ancora per l'apprezzata attenzione Professore D. Siravo.
 
PROF.SIRAVO
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SONO D'ACCORDO

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Gentile Sig. Fronzi,
la malattia di Alzheimer, come del resto tutte le malattie croniche degenerative, riconoscono la loro causa nella immuno-mediazione.
In sintesi: il sistema immunitario (o meglio il sistema complesso PNEI = Psico-Neuro-Endocrino-Immunitario) quando, per una numerosa serie di eventi, viene reso disfunzionale, produce particolari anticorpi fuori controllo che, per il fenomeno del mimetismo molecolare, interagiscono con diversi recettori cellulari determinando dapprima la comparsa di disturbi funzionali e in seguito i danni veri e propri, generando così le diverse malattie croniche, a seconda dei recettori interessati e della predisposizione genetica.
Pertanto, se si vuole ottenere la guarigione dei diversi Malati cronici (ed oggi è davvero possibile!) è indispensabile ripristinare la normale efficienza del sistema PNEI individuale.
Un caro saluto.

Dott. Cezza Giorgio Giovanni
Medico-Chirurgo - Specialista in Oftalmologia
Dir. Sanitario del Day Hospital "Santa Lucia" - Maglie (Lecce)
e.mail: giorgiocezza@libero.it

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    Via Sante Cezza, 19
    0836.483848
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Fronzi
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Buongiorno Dr. Giorgio Giovanni Cezza, con la sua approvazione vorrei indicare quello che ho capito svolgendo una ricerca sulle malattie degenerative del Cervello e del Corpo.
Per ripristinare l'efficienza della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) è necessario aumentare STABILMENTE la pO2 arteriosa con la regolare attività fisica aerobica, per merito della quale otteniamo anche un'aumento dell'Afflusso Cerebrale, aumentando così la Vascolarizzazione al Cervello e agli altri organi del corpo, attuando un'automatismo che stimola la Rigenerazione Cellulare, rafforzando contemporaneamente le Difese Immunitarie ripristinando in questo modo l'efficienza della PNEI, per merito della quale si ottiene la regressione fino a completa guarigione delle malattie cronico-degenerative del Cervello e del Corpo, ottenendo così una Vita più lunga in Buona Salute Mentale e Fisica.
Un Saluto Dr. Giorgio Giovanni Cezza
Fronzi
 
PROF.SIRAVO
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Sto SPERIMENTANDO LE CELLULE STAMINALI A RIGUARDO ED INIZIEREMO A GENNAIO
MI CONTATTI AL
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Fronzi
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D'accordo Professor Siravo, la contatterò appena possibile.

Pino Fronzi
 
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WB906
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Gentile Sig. Fronzi,
magari bastasse incrementare la pO2 arteriosa!
Per ripristinare la normale efficienza del sistema complesso PNEI il percorso è molto più articolato, e l'attività fisica costituisce solo una parte di tale percorso!
Glielo posso assicurare, dopo tanti anni che studio le malattie immuno-mediate correlate alla disfunzione del sistema PNEI!
Un caro saluto.
Dott. Giorgio Cezza

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Fronzi
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Mi perdoni se insisto Dr. Giorgio Giovanni Cezza, ma vorrei indicare una realtà non ancora studiata dalla Scienza Medica: qual'è la pO2 arteriosa di tutte le Persone affette dalla malattia di Alzheimer o di una qualunque malattia neurologica oppure oncologica?
Non si controlla mai tramite l'Emogasanalisi la pO2 a queste Persone ammalate, se si controllasse si osserverebbe la pressione parziale di ossigeno disciolto paramagnetico (pO2) molto inferiore alla norma, dimostrando inequivocabilmente qual'è la causa dell'inefficienza della PNEI e quindi la causa principale di molte malattie.
Un Saluto con Stima Dr. Giorgio Giovanni Cezza
 
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