Buongiorno gentile Dottore, mi chiamo Vanessa, ho 35 anni e Le scrivo da Varese. Da alcuni mesi soffro di ansia e attacchi di panico, dovuti (credo) ad una brutta e dolorosa separazione. Non ho mai avuto problemi del genere e non so bene come gestire questo problema; anche quando sono a casa ho sempre paura di star male che mi possa succedere qualcosa da un momento all altro. Può aiutarmi?
grazie
Dr Gabriele Gallo
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Ti posso solo dire questo: se c'è amore non c è paura, ma se c'è paura non c è amore. Allora cerca di accettare senza rabbia la separazione, ma ama l'esperienza che hai avuto e ricordala con amore. Sforzati e vedrai che guarirai, se no fatti aiutare , ma evita farmaci, sono solo palliativi. E' il tuo cuore che devi riaprire di amore, un abbraccio
Associazione Le Ali di Icaro
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Cara Vanessa, a volte uno stato di malessere fa talmente paura che pur di evitarlo si comincia a limitare la propria vita. Viviamo i sintomi come qualcosa che ci invade dimenticando che non vengono da fuori di noi, non vanno semplicemente zittiti. I sintomi ci segnalano uno stato di disagio più profondo, meno evidente, per questo è importante potersi fermare e cercare di comprenderne il senso. La separazione di fatto non coincide necessariamente con la separazione emotiva , anzi spesso questi due processi si verificano in tempi diversi. La separazione emotiva implica un processo che pone fine ai legami psicologici tra due persone o che, comunque, li trasforma completamente L’esperienza della separazione è molto simile a quella del lutto. Se dovesse accorgersi che questi sintomi cominciano a limitare sempre più il suo mondo, non esiti a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a fare chiarezza su ciò che si agita dentro di lei e che, in questo momento, le determina tanta angoscia. Cordiali saluti Dott.ssa Antonella Ciardo http://www.lealidiicaro.it
Gentile Vanessa, i disturbi legati all'ansia e al panico sono molto comuni e con una opportuna psicoterapia potrà riuscire a cambiare la sua situazione. La invito a leggere un ebook gratuito che ho scritto sul tema e che è scaricabile dal sito http://grillocerignola.altervista.org/marcoventola/ nella sezione libri. Potrà esserle di aiuto per orientarsi. Cordiali saluti, Dr. Marco Ventola Psicoterapeuta con studio a Roma, Bari e Isernia http://grillocerignola.altervista.org/marcoventola/
Dott.ssa Barbara Rossi
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si', Vanessa... è molto frequente che dopo una separazione possa insorgere un altro problema di attacchi di panico. Posso consigliarle il libro: panico. istruzioni per l'uso, ed. Armando, ma ricordi che se il panico non se ne va e continua a crearle sofferenza, è opportuno rivolgersi a uno psicoterapeuta. Un caro saluto! dott.ssa Barbara Rossi
Centro Promozione Salute IGEA
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Cara Vanessa come già esposto ampiamente dai colleghi, la sua reazione all'evento appare essere una reazione abbatsanza comune, ma non per questo poco importante, anzi. Quello che mi sento di suggerirle è di rivolgersi ad uno specialista, magari cercandolo tra chi utilizza tecniche come ad esempio il Training Autogeno. Questa tecnica risulta essere molto potente per problematiche dervanti dall'ansia come sono gli attacchi di panico. Buon lavoro
Dott. Sergio Sabatini
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vanessablu ha scritto:
Buongiorno gentile Dottore, mi chiamo Vanessa, ho 35 anni e Le scrivo da Varese. Da alcuni mesi soffro di ansia e attacchi di panico, dovuti (credo) ad una brutta e dolorosa separazione. Non ho mai avuto problemi del genere e non so bene come gestire questo problema; anche quando sono a casa ho sempre paura di star male che mi possa succedere qualcosa da un momento all altro. Può aiutarmi?
grazie
Gentile Vanessa, la seprazione che Lei cita come inizio del suo disagio può rappresentare il motivo scatenante di un atteggiamento di dipendenza affettiva latente. Probabilmente Lei avrebbe bisogno di svolgere il compito psicologico di elaborare la separazione che per molti aspetti assomiglia ad una condizione di lutto. In queste situazioni ci si sente soli e sperduti , ma non perchè siamo effettivamente soli, ma perchè il nostro io ,indebolito, non ci sostiene e ci sentiamo persi ed indifesi. Quello che posso dirle è che si può uscire anche rinforzati da una prova del genere a patto che si sia approfondito il significato che ha assunto per noi l'impprovvisa solitudine.
Dott.ssa Enrica Tavella
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Gentile Vanessa, spesso diventa molto difficile accettare una separazione e andare avanti. magari si spera che le cose possano rientrare e in qualche modo si aspetta. Anche la paura e il panico sono un modo per restare immobili, un modo per esprimere un dolore che evidentemente non si riesce a tirar fuori in altro modo. Cerchi di uscire, di conoscere persone nuove, di vincere le sue paure. L'attacco di panico, purtroppo è brutto perchè fa entrare in una spirale viziosa: si ha paura che torni e ogni sintomo che potrebbe esservi associato viene da noi amplificato per paura. Chiuda gli occhi e si butti! potrebbe scoprire riaprendoli che non è successo nulla e sarebbe già un passo avanti :-) Se non riesce da sola, si faccia aiutare. Ci sono molti bravi terapeuti che possono supportarla psicologicamente per un periodo. Son d'accordo col collega per quanto riguarda gli psicofarmaci, sono solo un palliativo e togliere il sintomo non risolve il problema, che probabilmente sfocerebbe altrove. Ha bisogno di metabolizzare il suo lutto. In bocca al lupo
Dott.ssa Enrica Tavella
Psicologa e psicoterapeuta di coppia e famiglia
Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
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Gentile Vanessa, è importante considerare i sintomi come dei segnali che dicono “ALT! Fermati c’è qualcosa che non va”. È probabile che l’esperienza della separazione, se vissuta con difficoltà, sofferenza e soprattutto se non elaborata, possa aver portato all’emergere dei sintomi e dell’ansia da lei riportata, ma questo può essere in realtà l’evento scatenante di un disagio sottostante più esteso ed accumulato nel tempo. Ansia e panico spesso determinano comportamenti automatici negativi, i quali creano un circolo che produce infelicità e frustrazione. Potrebbe quindi essere importante in questo momento intraprendere un percorso di terapia, che le permetta di individuare e sciogliere i blocchi alla base di questa sofferenza, ed integrare tutte le sue esperienze in una nuova e più soddisfacente immagine di sé e degli altri.
Cordiali saluti Dr.ssa Ornella Convertino
_________________ Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
Ho avuto attacchi di panico per 16 anni. Ho scoperto che causo miei attacchi di panico da parte del modo in cui sto pensando (negativamente). Ci è voluto molto tempo per giungere a questa conclusione. Mi è stato prescritto Xanax inizialmente, insieme con la terapia. La terapia è stato il più utile (parlare, diario, ecc). Quando mi sento sopraffatto, le medicine anti-ansia aiutano. Guardo quello che penso e quello che dico. Ho preso parole come "peggiore", "orribile", ecc, dal mio vocabolario in modo che io possa parlare me stesso verso il basso. Ad esempio, "Questo non può sentirsi molto bene, ma andrà via." I miei attacchi di panico ora durano pochi secondi al massimo. Sono cresciuto in una casa abusiva e scoperto che la bambina mi ha bisogno di essere amato e accettato. Cerco di fare il tempo per me ogni giorno: fare un bagno, nel diario, camminare, lavorare fuori, ecc Queste cose aiutano immensamente con la mia autostima. Sto ancora lavorando al mio agorafobia ora. Continuo a spingere il bordo perché voglio essere totalmente libero. L'ultima cosa che devo vincere è il volo e guida da solo. E 'difficile, ma ci si sente così liberatorio quando riesco!
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