Buongiorno!sono una ragazza di 32 e sono fidanzata da 8anni con un uomo della mia stessa età con il quale convivo da un anno.Da quando lo conosco,per l'esattezza da ben 10anni ha sempre sofferto di ansia e attacchi di panico e ha sempre preso farmaci,ma da un anno e mezzo circa fa un uso tramite consiglio di psichiatra del control 2.5 accompagnato da sereupin.io mi sono documentata sul primo farmaco e con sincerità non mi sono piaciute le controindicazioni e soprattutto il fatto che non si dovrebbe prolungare l'uso.sta intaccando il nostro rapporto soprattutto il fatto che ha diminuito nettamente il libido creando il problema che vorremmo avere un figlio ma parlando chiaramente non si puó concepirlo avendo rapporti una volta ogni tanto.c'è pure da dire che se per caso una mattina dimentica di prendere questa dannata pillola tutto il giorno il mio fidanzato sta male e il tutto ha ripercussioni sul lavoro e sulla vita sociale..volevo dei consigli soprattutto per fare in modo che possa diminuire il dosaggio per farlo sparire definitivamente.so che deve andare dallo psicologo (cosa dispendiosa che ai tempi d'oggi è impossibile) ma almeno se devo portarcelo vorrei andarci sicura su quello che devo dire!voglio aiutarlo a riprendere la sua vita in mano e voglio che il nostro rapporto si ristabilisca!vi ringrazio anticipamente per la risposta.saluti!
Dott.ssa Daniela Benedetto
WB656 Medico di ABCsalute.it
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Cara signora, se lo psichiatra ha determinato la necessità di una cura farmacologica penso che onestamente non possiamo noi da qui nè tanto meno lei stabilire se debba o meno modificarla o farne a meno. Di fatto dovremmo sentire cosa sente e pensa il suo compagno a riguardo ed eventualmente sarà lui a parlarne con il medico e a dire anche le difficoltà in relazione alla libido. Noi non possiamo fare altro che prendere atto della situazione. Per quanto riguarda la cura anche in termini psicologici e psicoterapeutici questa senz'altro può essere effettuata da uno specialista psicologo-psicoterapeuta diverso dallo psichiatra che somministra la cura farmacologica. sempre che la persona interessata ne faccia diretta richiesta. Lei ci chiede se deve "portare" il suo compagno in psicoterapia. Credo si assuma delle responsabilità "materne" non proprie del rapporto affettivo e di amore che dovreste avere. La psicoterapia funziona se nasce da una richiesta dell'interessato e quindi potrebbe eventualmente parlare con il suo compagno della possibilità di svolgere un percorso di questo tipo. Lei però, cara signora, in questo percorso non entrerà e non dovrà riferire e riportare nulla. Non le verrà assolutamente richiesto. A disposizione per ulteriori specifiche Cordialmente
Scusi mi sono sentita un pó aggredita..il mio compagno è consapevole e vuole andare dal medico e con me il problema è stato solo il fatto che al momento non abbiamo soldi ..non sono io a volerlo obbligare,e non è problema di essere materna o meno ma lo amo e mi preoccupo e vorrei che stesse bene per poter stare bene insieme. Comunque grazie per la cortesia
Caruso
Utente di ABCsalute.it
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Gentile signora, il suo fidanzato soffre da 10 anni di ansia e disturbi da attacchi di panico e finora si è affrontato il problema esclusivamente da un punto di vista medico, con la somministrazione farmacologica. State sperimentando come la sola terapia non dia gli effetti desiderati. Certo che andare dallo psicologo è importante, io suggerirei uno psicoterapeuta, ma sarebbe utile che lei e il suo ragazzo vi poneste una domanda: perchè sono nati questi sintomi e perchè non regrediscono, nonostante l'uso di buoni farmaci e le sue cure di donna? E' una bella domanda, a mio parere e secondo la mia esperienza, da porre a se stessi ed eventualmente anche a uno psicoterapeuta. Perchè? Hanno un significato quei sintomi, obbligano la persona a fare una vita limitata e controllata? Ritiene che un trattamento psicologico sia oneroso, ma provi a immaginare come sarebbe stata piu' serena la vita del suo uomo se, una psicoterapia iniziata agli esordi del sintomo (magari accompagnata dal trattamento farmacologico) avesse avuto effetti migliori. Lo psicoterapeuta ascolta la persona e insieme, si cerca di comprenderne le paure profonde. Quanto costa tutto questo? Quanto costa la salute mentale? Quanto si è disposti a pagare? Gentile signora, le consigliere di provare a cercare col suo compagno un professonista nella sua AUSL di appartenenza: qualcuno potrà rispondere.
Grazie del suo consiglio lui purtroppo ha sbagliato a non farsi seguire assiduamente dallo psichiatra che gli ha prescritto i farmaci..un giorno rimandava per i soldi un giorno per lavoro e questi appuntamenti si sono allontanati parecchio..spero di poter arrivare ad una soluzione!grazie
Dott.ssa Rita Madonna
TL143 Medico di ABCsalute.it
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Gentile signora, Non voglio entrare nel merito di ciò che è stato fatto fin'ora, vorrei però darle alcuni suggerimenti, che mi sembra siano anche quelli dei miei colleghi. La cosa fondamentale è che sia il suo compagno a scegliere se e come affrontare il suo problema. Lei può sicuramente essere per lui un validissimo aiuto, ma non può sostituirsi a lui. Detto questo, secondo i più recenti protocolli relativi alla cura degli attacchi di panico (e anche in base alla mia esperienza), si consiglia di abbinare la farmacoterapia alla psicoterapia. Dato che il suo compagno sta seguendo una cura farmacologica, è importante che concordi con lo psichiatra eventuali modifiche, facendogli presente i risvolti negativi dell'attuale terapia (è decisamente sconsigliabile il "fai da te"). Sarebbe poi opportuno, a mio avviso che iniziasse in parallelo un percorso psicoterapico. Dato che la situazione attuale sembra avere ripercussioni anche sul rapporto di coppia, potreste prendere in considerazione l'idea di fare incontri di psicoterapia di coppia. Un cordiale saluto. Rita Madonna
_________________ Rita Madonna - Psicoploga-Psicoterapeuta
Penso che sia opportuno consultare uno psichiatra:intendo dire che non mi sembra possibile dare un consiglio sulla opportunità o meno della terapia solo in base a ciò che scirve.Gli attacchi di panico sono dei disturbi di una certa importanza ....e non è il caso di colpevolizzare sia pure con affetto, il suo ragazzo.E' necessario analizzare con serenità il problema.Il control è un ansiolitico e può creare problemi nel caso di abuso o di uso non corretto.Per quella che è la mia esperienza non influisce granchè sulla sessualità.Il secondo farmaco è un antidepressivo con una buona azione anti attacchi di panico e, in soggetti sensibili,può causare una dimunuzione della libido ed una ritardata o assente eiaculazione-ma come effetto collaterale e transitorio. Non mi sembra opportuno in questa sede dare consigli specifici di interruzione o di diminuzione dei due farmaci. Saluti cordiali Antonino buono
Centro Clinico di Psicoterapia e Psichiatria Andrea Verga
WB965 Medico di ABCsalute.it
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Gentile ragazza 32 enne Sulla terapia farmacologica degli attacchi da panico c’è poco da aggiungere dal momento che il trattamento prevede l’indicazione di farmaci simili a quelli che sono stati prescritti al suo compagno. Farmaci che vanno tuttavia sempre intesi come un importante e perfino insostituibile aiuto, ma non possono essere certamente del tutto risolutivi. I migliori risultati si ottengono, affiancando la cura farmacologica, che il curante riterrà più opportuna al momento, con colloqui psicoterapici. Quando è possibile, vale a dire quando lo permette la disponibilità economica, di tempo, e non da meno, la decisione di sottoporsi al trattamento. Quanto a lei , non si preoccupi di quello che deve dire allo psicoterapeuta, nel caso decideste di consultarne uno. Metta in conto che sia lui a sapere cosa chiederle, e come procedere per presidiare non solo il disturbo del suo compagno , ma anche , se non soprattutto, la vostra relazione di coppia, che non è da meno in difficoltà.
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