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valissima
Utente di ABCsalute.it
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Salve,
ci risiamo...sono sui libri e si ripete sempre la stessa storia!Sono al terzo anno di dottorato e sono indietro, maledettamente indietro. Il problema che mi porto dietro e che mi esaspera è il seguente: sembra quasi che il mio cervello sia atrofizzato, non appena mi imbatto in un ragionamento un pò più complesso inizio a spegnermi, ovvero mi si svuota la testa, vado in confusione, mi sembra di svenire e mi viene da piangere perché provo a concentrarmi ma non c'è verso. Mi succede da sempre e ora che ho 32 anni le cose sono drammaticamente peggiorate. Quando parlo con le persone di argomenti seri, che richiedono ragionamenti approfonditi inizio ad avere gli stessi sintomi e mi mortifico perché credo davvero di essere stupida a questo punto! Possibile che non riesco a studiare nulla?Possibile che non imparo nulla?Una laurea e un dottorato e non ho una conoscenza approfondita di nessun argomento...e tante cose fatico a ricordarmele quindi mi sento un vaso vuoto, inutile e senza prospettive.
Non so da cosa dipenda questo problema, non so perché mi assento, mi alieno, la mia testa si rifiuta di collaborare.
Chiedo aiuto :(
 
Dott. Gianluca Franciosi
WB1214
Medico di ABCsalute.it
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Messaggi: 5
Quanta Ansia!

Gentile Valissima,
questo è il primo commento che mi sorge spontaneo nel leggere la Sua richiesta d'aiuto.
Non so se questo sia all'origine della Sua problematica (ovvero se sia l'ansia a renderLe difficile l'apprendimento) o se, invece, vi siano oggettivi problemi di apprendimento (in tal caso però risulterebbe strano che tali problemi non siano stati in grado di impedirle il raggiungimento di un diploma e poi di una laurea).
Certo appare invece essere che la componente ansiosa fomenti l'intera situazione. Come a dire che, nel momento in cui si accorge di non essere in grado di assimilare nozioni, ciò inizi a provocarLe un iniziale accesso di ansia. Tale accesso poi, non riuscendo Lei ad apprendere, diviene quindi "confermatorio" delle supposte Sue incapacità, il tutto in una sorta di circolo vizioso.

La richiesta di aiuto è un primo importante passo (richiede la consapevolezza di avere un problema, cosa non da poco). Forse un (anche breve) percorso psicologico potrebbe aiutarLa ad individuare strategie maggiormente funzionali.

_________________
Dott. Gianluca Franciosi
    20124 MILANO (MI)
    Via Benedetto Marcello, 36
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    gianlucafranciosi@hotmail.com
http://www.dottfranciosi.abcsalute.it
 
valissima
Utente di ABCsalute.it
Messaggi: 3
Gentile Dottore,
la ringrazio per la risposta. In effetti sì, l'ansia sicuramente c'è ed è una componente che si è aggiunta da quando mi sono laureata. Sinceramente, ho tralasciato una parte forse importante della mia esistenza, ovvero la crisi che mi ha investita in seguito alla laurea e al compimento dei 30 anni. Mi sono ritrovata a fare il dottorato di ripiego, perché sembra che a 30 anni tu sia troppo vecchio per lavorare in un qualunque posto (o hai esperienza o hai max 27 anni per essere interessante agli occhi di un selezionatore), per cui devo dire che in questi tre anni di dottorato la situazione è peggiorata visto che faccio un lavoro che mi deprime (perchè non sono portata per la ricerca...) e che oltretutto non riesco a non pensare che ho 32 anni e che tutto mi sembra irrimediabilmente finito. So che sono esagerata, chiunque mi direbbe che sono giovane e da una parte ne sono convinta, ma mi sento come se non potessi più realizzare le cose, come se il tempo si fosse accorciato tantissimo...E' una situazione di continua tristezza e ansia, anche perchè fra qualche mese finirò il mio percorso e sarò ufficialmente disoccupata: cosa farò dopo?non ho imparato granchè durante questi tre anni, invio curriculum ma non risponde nessuno... Mi sento persa e anche se ho una bella creatività, la confusione e questo blocco mentale mi fanno sentire ferma e spaventata. A volte penso che se avessi compiuto un percorso universitario più specifico e avessi investito di più nella mia formazione ora saprei fare almeno una cosa e invece so tutto e niente, tutto sconnesso, pezzi di un puzzle che non riesco a unire.
Sì, ho molta ansia e sogno spesso di essere finita. In questi sogni le persone che mi conosco mi guardano dispiaciute, come se stessero pensando a una persona di belle speranze che ha fatto una brutta fine.
Non so più come togliermi questa tristezza di dosso...
 
Dott.ssa Enrica Tavella
WB926
Medico di ABCsalute.it
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Messaggi: 25
Gentile Valissima,
non per consolarla ma credo che questo sia un pò quello che succede a tutti noi finendo l'università. Cominciamo pieni di progetti, aspirazioni..poi ci ritroviamo un pò spiazzati.
Credo sia importantissimo quello che lei scrive nella sua seconda mail. Il fatto di fare una cosa che non le piace non aiuta sicuro la sua concentrazione. Si ricorda quando studiava esami noiosi quanta fatica in più ci voleva?
Credo che l'ansia del futuro la blocchi un pò e anche l'insoddisfazione ma penso che, siccome si riconosce molta creatività, sarà in grado di rinventarsi la sua vita in modo più soddisfacente. perchè è vero: è giovane.
Mi associo al mio collega quando dice che un pò di supporto non le farebbe male. Sarebbe sicuro un modo per essere appoggiata e superare questo momento di ansia che la blocca. Paradossalmente, bloccandola, la lascia in questa situzione "lavorativa" che non le piace. Diventa un circolo vizioso.
Nell'apprendimento la condizione emotiva è fondamentale.
E' possibile che in questo momento lei sia stressata, ansiosa e stanca per potersi concentrare. O che in quelche modo lei comunque non veda un'inizio alla fine del suo dottorato e rimandandolo evita di trovarsi davanti questa sua profezia.
Le consiglierei di trovare un terapeuta con cui fare un percorso, che sicuramente non sarà lungo, visto che lei ha una buona capacità introspettiva e buone risorse.
buona fortuna :-)

Enrica Tavella

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Dott.ssa Enrica Tavella
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Dr Caterina Prioreschi
TL158
Medico di ABCsalute.it
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Messaggi: 45
Valissima cara,
Freud farebbe diagnosi di nevrosi da scacco: è una situazione legata a dinamiche inconsce che impedisce la realizzazione dei propri obbiettivi.
Senza una Psicoterapia Analitica con un /una terapeuta preparata e coscienziosa, molto difficilmente riuscirai ad uscire dalla tua situazione.
Inoltre ricordati che l'Inconscio nulla dimentica, per cui tutto ciò che hai studiato non è perduto: guarita l'inibizione, la tua bella intelligenza sboccerà coscientemente.
Un caro saluto,

Dott.ssa Caterina Prioreschi

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Dr Caterina Prioreschi
    20143 Milano
    Via Fumagalli 10
    Tel.02.45485930
    caterina.davide@gmail.com
http://www.drssacaterinaprioreschi.abcsalute.it
 
valissima
Utente di ABCsalute.it
Messaggi: 3
Buonasera,
Vi ringrazio per le risposte, che mi stanno fornendo parecchi spunti di riflessione. In particolare, sono rimasta colpita dalla nevrosi da scacco, che da quanto ho capito è un meccanismo che mettiamo in atto in maniera inconscia per sabotarci e dunque portarci al fallimento, giusto? Sicuramente questa componente mi contraddistingue da sempre, nel senso che nella mia famiglia ho vissuto la paradossale situazione per cui non dovevo crescere (mio padre ha sempre avvertito disagio all'idea che io crescessi e facessi le mie esperienze e me le vietava facendomi sentire sbagliata) ma allo stesso tempo sobbarcarmi responsabilità troppo grandi per una ragazzina (mio padre era poco presente con mia madre e io per lei era un'amica e un sostegno in qualsiasi momento)...quindi sì, probabilmente ho sempre mirato ad arrestare la mia crescita, a minare i miei obiettivi (mi faceva sentire in colpa perfino averne di obiettivi), a soffocare la mia identità, tanto che ora ho tanta paura di confrontarmi con me stessa. Sono stata in terapia per due anni, da due psicologi diversi ma ho smesso qualche mese perché ho un lavoro precario e non posso permettermi tutte quelle spese.
Come posso tentare di risolvere questo problema? Mi viene sempre da piangere, ho sempre questo senso di colpa, questo sentirmi sporca, quasi che non potessi avere una vita normale...non che non lo meriti, ma è come se per me fosse così e basta!
Grazie ancora per l'ascolto.
 
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