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quore
Utente di ABCsalute.it
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Salve gentili specialisti
sono alto 1.88, peso 85 kg ed ho 58 anni, condizioni generali di salute buone (a parte il problema che esporrò)
La mia “odissea” inizia nel giugno del 2016, quasi 2 anni fa, quando subì un trauma da schiacciamento al piede destro; mi fecero cadere sul piede 1 monitor di computer piatto a livello del V° (e forse un pò IV) metatarso, con sottostante ematoma di ca 2 cm (che poi riassorbì, mi dissero). Le lastre radiografiche effettuate la mattina seguente il trauma, non evidenziarono fratture e l’ortopedico dell’ospedale mi inviò a casa. Nei giorni dopo il trauma non è che avessi particolare male all’appoggio piede e a camminare, era abbastanza ben sopportabile.
Ora invece (certo non solo da ora...) - e così vengo subito ai disturbi - avverto continuamente lo stimolo di “tirare” il piede, specie verso le dita; sento il piede come fosse un po’ “legato”, " sensazione rattrappimento", come anche pelle "appiccicata", e la cosa peggiore, il fastidio all'appoggio, come ci fosse un sasso, e male a camminare! E ogni tanto, anche a riposo, un senso di dolenzia generalizzata al piede..
Pure l’anno scorso avevo questi sintomi, ma ora mi pare un po’ più intensi…
Naturalmente in questi 2 anni ho eseguito diverse visite ortopediche, fisiatriche ed effettuato alcune fisioterapie come laser, tecar, ultrasuoni in acqua e perfino i fanghi termali! Alcuni mesi, per capire se ci fosse un interessamento dei nervi del piede, ho eseguito una Elettroneurografia; il neurologo mi ha detto che i nervi da risultati ENG sono nella norma, mi ha parlato che nei traumi di questo tipo sono coinvolti i "tessuti molli" e ci vuole molto tempo a che questi tessuti molli si normalizzino.
La Neurologa che dispose la Elettroneurografia in referto scrisse che“ Non ci sono deficit neurologici…Pz vigile collaborante…Probabile minima neuropatia compressiva”.
Gli Ortopedici che mi hanno nel tempo visitato:
Il primo, che mi visitò una settimana dopo il trauma, non dispose alcun ausilio (che so, tutore, fasciatura, o calza elastica scarpone o stampelle etc; non mi disse neppure che non dovevo caricarlo camminando), prescrisse cerotti antinfiammatori Ketoprofene, Laser e Tecar; visionò le lastre e mi disse che non c’era frattura.
Il secondo ortopedico, un attempato emiliano, mi ha pure fatto una visita abbastanza accurata per essere in regime USL, e scrisse “…con modesta obiettività clinica”…”Plantari previa valutazione baropodometrica..statica e dinamica” e mi disse ” Mo dai, su, che queste qua sono cose che si mettono a posto!”. Ho visto come si mettono a posto...
Il terzo ortopedico essenzialmente scrisse “clinicamente piedi piatti pronati con conflitto peroneo astragalico peggiorato dall’evento traumatico. Rom conservato, non segni di instabilità. Indicazione: Plantare di sostegno della volta longitudinale. Nel tempo a secondo dell’handicap ev. trattamento chirurgico.”
Sotto nella pianta - a riposo non tanto, ma dopo un po’ che cammino è visibile bene - verticalmente in corrispondenza della zona trauma si vede come una aureola di ca 2 cm2 più colorita della pelle circostante.

ECOGRAFIE

ECOGRAFIA 12 giorni dopo trauma, inviato dalla Legale in una clinica privata:
"L’indagine ecografica eseguita sul versante dorsale della caviglia e del piede destro ha evidenziato la presenza di una falda fluida di versamento sinoviale in sede periastragalica anteriore superiormente, in corrispondenza dell’articolazione astragalo scafoidea, che si estende per un diametro massimo di 1,6 cm circa.
E’ inoltre apprezzabile una tenosinovite settoriale dell’estensore lungo delle dita.
Presenza di falda di ematoma a livello della base del quinto metatarso che si estende per un diametro massimo di circa 2,1 cm.
Aspetti di tendinite dell’estensore del quarto e del quinto raggio a livello dei corrispondenti metatarsi."

ECOGRAFIA 3 mesi dopo il trauma, tramite USL, Medico Ecografista che mi dissero molto esperto, dal fare però almeno apparentemente un po’ sbrigativo:

"Si esamina il piede destro. Non sono presenti ematomi a livello del patch tarso e alla base dei metatarsi. Non si rilevano alterazioni dei tendini estensori ed ai legamenti del comparto laterale della caviglia"


REFERTO RMN aprile 2017 – 10 mesi dopo trauma - (caviglia e piede, apparecchiatura 1,5 Tesla, prodotte 165 immagini):

"Irregolarità della corticale e della trabecolare spongiosa al terzo medio - prossimale del quinto metatarso, come da esiti di frattura in asse. Residua modesta disomogeneità della intensità del segnale del midollo osseo, come da fenomeni riparativi.
Di minore entità la irregolarità della trabecolatura spongiosa peronale, come da esiti di frattura intraspongiosa. A questo livello non vi sono alterazioni residue della intensità del segnale del midollo osseo.
Non altre alterazioni delle componenti scheletriche. Regolari i rapporti articolari.
Nella norma le componenti tendinee e legamentose comprese nelle immagini.
Regolare il profilo della sella astragalica, in assenza di lesioni osteocondrali."

Alla luce della RMN che referta "come da esiti di frattura in asse", ritornai dal radiologo che fece le prime lastre e mi confermò che non ci fu frattura; mi fece lui una ecografia mirata e parlò di aspetti di "Tendinosi, non versamento nè falda fluida". Visionando insieme alcune immagini della RMN nel suo grande monitor, mi fece osservare che nell'osso c'era una zona (del metatarso) dai toni chiaro / scuri diversi dal resto dell'osso, più chiari, e mi disse "Vedi, lì è edema".
Ci sarebbe pure da osservare che parrebbe un po’ strano, penso, che la RMN non abbia individuato problemi tendinei mentre il radiologo con una ecografia dice di “tendinosi.
Vengo ora al dunque. Sono da poco in contatto con un giovane Ortopedico che però sembra sapere il fatto suo e della Scuola del "Rizzoli" di Bologna; gli ho esposto telematicamente il problema, e lui mi ha indicato che devo ripetere la Risonanza magnetica, e che una ipotesi possibile potrebbe essere che io sia affetto da ALGODISTROFIA. Egli mi ha riferito che la RMN se la patologia fosse presente la evidenzierebbe, poi valutata con visita specialistica; ovviamente gli credo. Quindi una Risonanza seguita da una visita Ortopedica, riescono con sicurezza ad individuare la ALGODISTROFIA, se presente? O serviranno poi altri esami? Quell’Ortopedico mi ha detto che ci sarebbero comunque cure per l’Algodistrofia, per me sapere questo sarebbe un gran sollievo, perché con queste sensazioni anomale continue anche a riposo e quelle disestesie (così mi han detto chiamarsi) all’appoggio del piede, quindi a camminare, si vive male.
Cordialità
 
GRF001
Esperto di ABCsalute.it
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Potrebbe avere ragione l’ortopedico. Ne segua le direttive poiché ha anche visto direttamente il quadro.
Oggi l’algodistrofia ha delle soddisfacenti terapie.

_________________
Prof Dr Mario Carrabba
    20143 Milano
    Via Fumagalli 9
    Tel.0258105960
    carrabba.mario@alice.it
http://www.reumatologiacarrabba.abcsalute.it
 
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