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gabrilele
Utente di ABCsalute.it
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Salve,
vorrei esporre il mio problema e quindi concludere con le domande che ho da porre.

A seguito di un rapporto orale passivo non protetto avvenuto il 14 agosto sono stato infettato da una MTS. I primi sintomi sono stati riscontrati circa sette giorni dopo, e il 21 agosto mi sono immediatamente recato in pronto soccorso dal momento che il centro MTS di zona era chiuso per ferie.

Riscontrata un'uretrite con perdita di secrezione giallastra abbondante, preceduta da prurito, e dolore, i medici hanno diagnosticato un'infezione da clamidia o gonorrea. In seguito, contattando il partner, abbiamo constatato che anch'egli non fosse del tutto asintomatico; seppur senza dolori presentava infatti delle piccole escrescenze alla base del glande. Constatato ciò ho in seguito avuto la certezza che si trattasse di Gonorrea (a meno che non abbia trovato informazioni errate).

In pronto soccorso, data l'urgenza a seguito di una partenza imminente per un soggiorno all'estero di un mese e mezzo, si è avviata una terapia con l'assunzione orale di Cefixoral 400 mg in monodose e Azitromicina 500 mg in due dosi uniche da non ripetersi.

Dopo qualche giorno di miglioramenti, un'inaspettata perdita di secrezione mi ha spinto, per paura, all'assunzione ulteriore di Azitromicina, che è stata assunta con altre due dosi, e il giorno seguente con un'unica dose, per raggiungere un totale di 5 dosi assunte (ed annessi effetti collaterali, quali diarrea).

Come richiesto in pronto soccorso, il 1 settembre, data di apertura del centro MTS, mi sono recato per la visita. Dato l'avvio della terapia non si è potuto effettuare alcun test, che avrebbe potenzialmente dato risultati falso negativi o falso positivi.

Per sicurezza, causa la partenza il giorno seguente, i medici mi hanno somministrato una cura per gonorrea inframuscolo (purtroppo non ricordo il nome del medicinale somministrato, ma a quanto pare è la prassi più comune per la cura della gonorrea). Inoltre, data l'infiammazione al glande, mi è stata prescritta una pomata da applicare nei giorni seguenti, Ceramol Beta, che ho continuato ad applicare da allora.

Ho lasciato il centro con il consiglio di effettuare il test specifico al mio ritorno dal soggiorno all'estero, che avverrà il 21 ottobre, cioè quando ormai la terapia dovrebbe aver debellato la malattia.

I miglioramenti sono pervenuti nei giorni seguenti. Considerata pressoché debellata e con solo lievissimo indolenzimento, già in data 5 settembre supponevo di essere guarito. Mi sono quindi ritenuto libero di masturbarmi.

In seguito alla masturbazione - avvenuta piuttosto ripetutamente nei giorni seguenti - il dolore è man mano riapparso come lieve prurito o indolenzimento. Oggi si è ripresentata una lieve secrezione giallastra come filamento dalla punta del pene durante la masturbazione. Non riesco inoltre a capire se l'indolenzimento sia dovuto alla forse non debellata malattia o all'eccessiva masturbazione.

Deciso a non masturbarmi per alcuni giorni, pongo le seguenti domande:

-La gonorrea, dati i pochi sintomi appena esposti, potrebbe non essere stata debellata?

-La masturbazione può aver inficiato la terapia?

-La piccolissima perdita manifestata quest'oggi può essere dovuta alla sola infiammazione del pene, cioè all'uretrite non ancora guarita? Oppure è dovuta sicuramente al persistere della gonorrea?

-Dal momento che ho a disposizione ancora una pillola di Cefixoral, e due di Azitromicina, sarebbe sconsigliabile assumerle per sicurezza come a inizio terapia, data la quasi assoluta certezza della malattia? Vorrei infatti evitare di chiedere assistenza medica nella nazione estera in cui mi trovo, se possibile.

Ringrazio chiunque sia in grado di rispondermi; apprezzerò molto ogni consiglio fornito.

Cordiali saluti,
Gabriele
 
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