Niente è più angoscioso per un neogenitore del pianto del bebè. Il problema è che non si capisce (quasi mai) il motivo dei suoi strilli. Ma i recenti studi di Daniela Lenti Boerio, medico e docente di psicobiologia all'Università della Valle d'Aosta, offrono finalmente una chiave interpretativa. Benchè ogni neonato si esprima a modo suo, il pianto da fame, per esempio, esordisce con piccoli singhiozzi, accompagnati da movimenti di suzione delle labbra. In quello da stanchezza il piccolo piagnucola per poi intensificare il timbro, mentre il dolore provoca strilli acuti e inconsolabili.
Per approfondire: dott.ssa Daniela Lenti Boerio
Fonti:
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