Scritto da Scripta Firenze Agenzia di comunicazione
Pubblicato il 16/09/2015
Modificato il 21/07/2010
Opinioni etiche sui trapianti. Nel caso del trapianto samaritano l’opinione contraria di alcuni membri del Comitato Nazionale di Bioetica è scaturita dalla necessità prioritaria di salvaguardare il principio “fortissimo e laico (risale al diritto romano) che vieta di disporre e danneggiare il proprio corpo” ribadendo così in sostanza la contrarietà al trapianto di organi, opinione ancora diffusa a livello di massa.
Opinioni etiche sui trapianti samaritani. Il principio fondante della divergenza pare sia ”l’idea che si possano creare mutilazioni e situazioni patologiche per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti», che sembra portare a “un circolo vizioso e improprio”. In sintesi ci si riferisce al commercio di organi. Considerando questo rischio il CNB ha stabilito limiti all’utilizzazione dei donatori «samaritani» sia per scongiurare possibile traffico di organi, sia per evitare che si facciano avanti persone non pienamente consapevoli del loro gesto.
Le motivazioni da accertare. Per questi motivi la verifica delle motivazioni dell’aspirante donatore dovrà essere affidata a chi non sia coinvolto né con l’équipe dedicata all’espianto (prelievo da persona viva), né con quella incaricata al trapianto. Ed è stato ribadito che tale trapianto è “aggiuntivo” e non “sostitutivo” di quello con organo prelevato da cadavere, che resta quello da incentivare.
Si appoggia il dono verso pazienti anonimi attraverso i centri ospedalieri per assicurare l’assenza di qualsiasi incentivo economico da parte del donatore e per garantire il principio dell’anonimato al ricevente evitando che donatore e ricevente abbiano rapporti reciproci, sia prima che dopo l’operazione.
Opinioni etiche sui trapianti samaritani decisamente contrarie. Molto critica è la posizione del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica che afferma:
“La mutilazione del benefattore anonimo stravolge in realtà il significato stesso della donazione di organi da vivente, ammessa, in via eccezionale, laddove esistano relazioni parentali ed affettive. Il concetto di dono, infatti, comporta per sua natura la relazione da persona a persona; può inoltre essere dettato solo da motivazioni gravissime ed eccezionali”.
E prosegue: “Avallare questa impostazione, dal punto di vista antropologico e culturale significa fare propria l’idea che il corpo sia un semplice composto di parti e non l’espressione dell’identità personale”.
- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto
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