Salve a tutti, io in realtà scrivo in quanto a breve avrò un esame orale di farmacologia per il cdl in farmacia e nel compito scritto ,propedeutico per l'orale è capitata una domanda a cui non ho saputo rispondere.il quesito indicava "rapportati ad ace inibitori, betabloccanti ecc, si è visto che i CALCIO ANTAGONISTI hanno un incidenza molto maggiore ad alte dosi nel portare ad aritmie in pazienti ipertesi.lo studente defe fornire spiegazione dettagliata"
dato che ne io ne i miei colleghi siamo riusciti a rispondervi, se ci fosse un medico/ cardiologo capace di illuminarci.nemmeno su internet ho trovato nulla a riguardo!
vi ringrazio in anticipo!!!
Dr Emanuele Meliga
GRF003 Medico di ABCsalute.it
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I calcio antagonisti sono una classe di farmaci composta da due sottocategorie: i Ca++ ant. diidropiridinici ed i Ca++ ant. non diidropiridinici. I primi (Verapamil e Diltiazem, antiaritmici di classe IV) in particolare svolgono un ruolo importante nel trattamento delle aritmie sopraventricolari e nella modulazione della frequenza cardiaca in pazienti con aritmie (per esempio, nel trattamento acuto della fibirllazione atriale ad alta penetranza ventricolare). I farmaci non diidropiridinici, benchè abbiano anch'essi un ruolo come antiaritmici (minore, in alcuni disturbi di conduzione A-V) sono utilizzati maggiormente come farmaci anti-ipertensivi. Va ricordato però che, proprio per il loro meccanismo d'azione, tutti i farmaci anti-aritmici (Verapamil e Diltiazem inclusi), a dosaggi elevati possono essere pro-aritmici.
Prof. Dr Pasquale Nigro
WB998 Medico di ABCsalute.it
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Mi sembra strano che un buon testo di farmacologia non chiarisca i vostri dubbi. I calcioantagonisti sono, come dice lo stesso nome, farmaci che antagonizzano l'ingresso del calcio nelle cellule muscolari liscie e nelle cellule miocardiche e dei vasi coronarici: ciò porta ad una riduzione della forza di contrazione delle fibrocellule, con risultati positivi sulla riduzione della pressione arteriosa, dilatazione arteriolare con riduzione delle resistenze periferiche, riduzione del tono dei vasi coronarici di resistenza, con miglioramento dell'irrorazione miocardica. Due gruppi di farmaci ca-antagonisti, i diidropiridinici ed i non diidropiridinici o benzotiazepinici. Hanno tutti più o meno effetto ipotensivo; mentre però i diidropiridinici (nifedipina, p.es.) hanno un effetto simpaticomimetico riflesso, per cui aumentano la frequenza cardiaca in ritmo sinusale, i benzotiazepinici (verapamil, diltiazem) hanno un effetto opposto, provocando bradicardia e sono quindi utilizzati nelle forme di tachiaritmia da rientro, quando c'è una reazione tachicardica correlata all'ipertensione (riducono pressione e frequenza cardiaca): Il primo tipo di farmaci può essere associato a betabloccanti, in quanto questi, farmaci ad azione antiipertensiva anch'essi e bradicardizzante, ben si associano ai ca-antagonisti diidropiridinici, tamponando l'effetto tachicardizzante degli stessi e potenziandone l'effetto ipotensivante; il secondo tipo non deve essere mai associato ad un betabloccante, per la sommazione dell'effetto bradicardizzante (questo tipo di betabloccanti è proscritto in pazienti ipertesi con turbe della conduzione atrio-ventricolare od intraventricolare, perchè aggraverebbe il grado di blocco, rendendo necessario in emergenza l'impianto di un pacemaker temporaneo). Ovviamente queste sono poche notizie riguardanti i calcio antagonisti; se vuoi maggiori informazioni, senza ricorrere ad un testo aggiornato fi farmacologia clinica, consultabile presso qualunque biblioteca di medicina, cerca "calcioantagonisti" su GOOGLE ed avrai un sacco di notizie utili. Attenzione: la domanda del quiz è a trabocchetto, in quanto, come scritto sopra, sia i CA diidropiridinici a dosaggi elevati possono portare a tachicardia, ma anche ad extrasistolia atriale e ventricolare frequente, sia per la loro azione simpaticomimetica, che si trasforma in cronotropa e batmotropa positiva, sia perchè una eccessiva riduzione della pressione arteriosa con deficit di irrorazione miocardica può portare a sofferenza della cellula miocardica e quindi ad aritmie. I CA non diidropiridinici, se da una parte vengono utilizzati per l'interruzione di una tachicardia da rientro, a forti dosi possono avere azione aritmica non ipercinetica, ma ipocinetica, facendo precipitare, come detto sopra, una turba della conduzione provocando un blocco atrioventricolare od addirittura un arresto cardiaco asistolico, che sono anche essi da intendere conme aritmie. Buona fortuna per l'esame; spero che questa risposta non sia arrivata tardi. Pasquale Nigro
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