Buongiorno a tutti, Sono Eros, 31 anni, dalla provincia di Milano. Vi contatto per avere un opinione sulla mia situazione che si sta evolvendo in maniera a mio modo di vedere anomala. In data 24 agosto mi fratturo il malleolo (descrizione della frattura nell'oggetto del messaggio), mi rivolgo all'ospedale di Sondrio essendo in quel territorio e dopo lastre e conferma sul fatto che si tratta di una frattura composta mi viene applicato il gesso come da prassi. Il 4 settembre reputando molto stretta l'ingessatura il mionmedico curante mi manda al reparto ortopedico del mio territorio di competenza (ospedale di abbiategrasso), dove viene eseguita la fenestratura del gesso. Nuovo appuntamento fissato per il 12 settembre dove mi viene tolto il gesso e applicata una stecca gessata a valva in quanto nel periodo del primo gesso il piede ha subito una sollecitazione tale da diventare molto gonfio sul collo. Ovviamente per farlo sgonfiare solita prassi di piede a riposo e sempre alzato (ora siamo addirittura ad averlo sopra l'altezza della testa da seduto). In data 27 settembre rimozione gesso, lastre e nuova visita. Qui di seguito il referto: Frattura ancora ben visibile tibio tarsica e piede sx ancora notevolmente tumefatti. Non dolore locale non segni di flebite e/o TVP. Si riconfeziona emistivaletto gessato. Questo fino al prossimo controllo fissato per il 15 ottobre, in pratica 50 giorni di gesso. I miei dubbi non sono ovviamente rivolti sulla frattura in sé ma bensì sul gonfiore, in quanto nemmeno gli stessi medici sanno spiegarsi la cosa. Parlando con un ragazzo a cui è successa la medesima cosa (frattura malleolo), mi parlava del fatto che di prassi vengono svolte lastre dove non è possibile riscontrare eventuali interessamenti dei legamenti, parlandomi di risonanza magnetica e via dicendo. Questo gonfiore a vostro avviso puó essere magari ricondotto a un interessamento dei legamenti oppure viste le due settimane passate con un gesso stretto puó capitare una simile situazione?! Come ben saprete tutte le persone con le quali parlo danno consigli personali (cambiare ospedale e via dicendo), preferisco quindi avere un vostro consiglio in merito se possibile. Grazie mille, Eros
vp160 Esperto di ABCsalute.it
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Egr.Sign.Eros I consigli a distanza in assenza di valutazioni cliniche e strumentali in presenza di fratture sono sempre sconsigliabili e pericolosi,le trasmetto comunque qualche notizia. 1-deve farsi seguire da un Ortopedico di cui si fida totalmente e di documentate capacità senza ascoltare "voci di corridoio". 2-è possibile che lei stia andando in contro ad un ritardo di consolidazione,in questo caso il gonfiore potrebbe essere giustificato e potrebbe esserne un sintomo. 3-è corretto l'arto declive molto alto (il piede dovrebbe essere sempre almeno all'altezza della clavicola) 4-qualora il ritardo di consolidazione fosse confermato, in presenza di frattura composta, dal suo specialista di fiducia le verrà sicuramente detto che il carico è sempre utile. Cordiali saluti Prof.Paolo Maraton Mossa
Dott. Alberto Marson
WB1287 Medico di ABCsalute.it
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Buongiorno Eros, concordo con la risposta precedente nel dire che consigli di questo tipo dati a distanza possono essere inadatti in quanto non è possibile farsi un'idea chiara e precisa della situazione. Ad ogni modo è possibile che vi sia un deficit del sistema venoso e/o linfatico che esita in gonfiore (edema tissutale), magari già presente prima del trauma per sua costituzione. Potrebbe anche trattarsi di un correlato da mancato/ritardato consolidamento della frattura. Questo può verificarsi per svariati motivi (fattori umorali, ormonali, alterati valori ematici, eccessiva distanza fra i capi ossei, interposizione di tessuti molli...). Mi sembra logico che si affidi ad un unico specialista, o ad una equipe di specialisti che siano abituati a collaborare nei singoli casi, così da essere assistito momento per momento nel migliore dei modi e senza interruzioni di continuità. In base alla mia esperienza mi sento di consigliarle un protocollo antiedema/antinfiammatorio purché eseguito da un fisioterapista competente: il lavoro con sportivi professionisti ed agonisti mi ha dimostrato che interventi ripetuti atti a diminuire il gonfiore e normalizzare il sistema circolatorio, associati ad un leggero lavoro in carico possono migliore la situazione e ridurre i tempi della guarigione. Auguri per il suo futuro. Cordialmente Dott. Ft. Alberto Marson
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