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davidecimino
Utente di ABCsalute.it
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Buonasera Dottore, ho un problema ad entrambi i piedi da circa 2 anni. Da premettere che nel mio passato prima del problema praticavo attività sportiva come la corsa. Inizialmente provavo con pomate e spray esistenti in commercio con risultati uguali a zero. In seguito dopo aver effettuato una radiografia ed una ecografia mi veniva diagnosticato la calcificazione lamellare dell’inserzione dell’achilleo; Ecograficamente si confermava il reperto radiografico dove si apprezzava un modesto aumento della borsa dello stesso, con i conseguenti dolori del caso, vistosi zoppicamenti, soprattutto la mattina dopo alzato dal letto, dopo aver tenuto i piedi in posizione di riposo, stando seduto o dopo passeggiate o giornate lavorative intense, praticamente una sofferenza continua. Inoltre un minimo urto nella zona posteriore del tallone si dimostrava dolorosissima. Avendo interrotto la corsa, iniziavo privatamente un ciclo di onde d’urto che visto la loro inefficacia a fine ciclo si aggiungevano jag terapia e teacer terapia con risultati quasi inesistenti se non peggio. Successivamente mi venivano fatte due infiltrazioni credo di cortisone sui talloni, dove nei primi tre mesi notavo la totale guarigione. Ricominciando gradualmente la corsa dopo circa un mese ricompariva la problematica sopra elencata in forma ancora più evidente rispetto a prima. Interrompendo così la corsa ricominciavo un nuovo ciclo di onde d’urto ma questa volta presso un centro ospedaliero al Vittorio Emanuele di Catania. Già da subito notavo la differenza del macchinario molto più grande e secondo me anche più efficace. Dopo 6 cicli di onde d’urto terminavo la terapia con un piccolissimo miglioramento che ma mano passava il tempo sembrava migliorare ma che comunque sentivo lontano dalla guarigione. Nel contesto utilizzavo delle calzature con tacchi rialzati in particolare nella zona posteriore delle calzature. Effettuavo così una ulteriore radiografia ad entrambi i piedi dove mi veniva diagnosticato una piccola lesione osteolitica a carico del epifisi prossimamente della falange basale del primo dito del piede destro, in sede sub condrale, imputabile alla formazione cistica, non mensionando in tale esame nulla di riconducibile alla calcificazione lamellare dell’inserzione dell’achilleo. Intensificavo così gli esami con una RM dove al piede destro mi veniva diagnosticato millimetriche calcificazioni a carico dell’inserzione del tendine d’achille che appare di regolare spessore ed intensità, lieve quota fluida nel contesto della borsa retro calcaneare. Andando al piede sinistro si diagnosticava presenza di modesto versamento articolare nello spazio astragalo-calcaneale con disomogeneità del legamento astragalo-calcaneale come da distrazione. Lieve distensione fluida dell’inserzione del tendine d’achille sul versante anteriore e della guaina dell’estensore lungo del I dito. A distanza di un anno circa di riposo ricomincio a correre lentamente nella speranza che il problema in un certo senso sia cronicizzato e noto che i dolori stanno pian piano ricomparendo….AIUTOOO DOTTOREEE… il mio caso secondo lei si può risolvere????? C’è qualcosa che posso fare ancora secondo lei??? Un intervento forse potrebbe risolvere qualcosa?? Potrò ritornare a correre anche se già adesso pian piano lo sto facendo con i dolori del caso??? Anticipatamente la ringrazio nella speranza di una sua convocazione. Saluti Davide CIMINO
 
vp160
Esperto di ABCsalute.it
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La « spina calcaneare » rappresenta un importante e frequente disagio per molti pazienti:
dolore acuto sotto il tallone inizialmente dopo una discreta camminata, successivamente dopo pochi passi o subito al primo appoggio del piede alla mattina in fase avanzata.
In questi casi dopo una lunga serie di tentativi con cure fisiche e farmacologiche finalmente si esegue un esame radiografico che mostra una piccola prominenza ossea ap puntita sotto il tallone.

È la così detta «spina calcaneare» che infastidisce il passo di tante persone, per lo più uomini in età matura,meno frequentemente donne che da un giorno all’altro presentano seri problemi all’appoggio posteriore del piede che diventa doloroso limitando notevolmente la qualità della vita.
È un fatto anatomico, imprevedibile, nella formazione del quale giocano sicuramente fattori ereditari, ormonali e meccanici.
Le malattie artro-reumatiche accentuano ed aggravano la situazione. Non esiste una correlazione diretta tra dimensioni della spina del calcagno e quantità di dolore:esistono in fatti piccole spine che inducono un dolore insopportabile e voluminose lesioni che passano quasi inosservate clinicamente.

Dove nasce il dolore.
Il dolore provocato dalla spina calcaneare può avere diverse origini:

• la stimolazione della spina appuntita per effetto del peso del corpo sul tallone durante la marcia

• la trazione longitudinale (nel senso della lunghezza del piede) della spina eseguita dalla fascia del piede durante la pressione della volta pIantare durante l’appoggio

• la reazione infiammatoria o l’ematoma che si crea in prossimità della spina

• l’errata risposta della soglia del dolore per una alterazione del ganglio nervoso coinvolto nella trasmissione del dolore del calcagno. Questo ganglio di estrema importanza si trova in un piccolo recesso osseo denominato «seno del tarso» che si trova nella parte esterna del piede sotto la caviglia.



Le cure mediche ed ortesiche.
È sempre utile alleggerire l’appoggio del piede sul calcagno. Ciò è possibile portando tacchi leggermente più alti, usando particolari talloniere in materiale morbido di silicone atte ad assorbire gli urti ed i microtraumi inevitabilmente legati alla deambulazione. Utile anche l’uso di plantari personalizzati rigorosamente studiati al computer al fine alleggerire il carico del retropiede.

E sempre doveroso studiare il metabolismo del paziente per scartare la possibilità di una componente gottosa o artro-reumatica, il controllo del sovrappeso negli obesi,l’impiego di anti infiammatori locali o generali sono di modestissima utilità.

Le cure chirurgiche.
Nei casi più ostinati la terapia è chirurgica.
Qui le scuole di pensiero e l’atteggiamento dei chirurghi sono spesso discordi : alcuni consigliano l’asportazione della spina calcaneare per eliminare la causa anatomica del dolore, altri preferiscono intervenire interrompendo la conduzione dello stimolo doloroso.
Questo secondo metodo che io stesso condivido e pratico, consiste nell’asportazione del ganglio coinvolto nella trasmissione del dolore del calcagno, abbinata ad una disinserzione della fascia plantare, al fine di evitare l’effetto di trazione meccanica sulla spina.
La tecnica è di semplice esecuzione, non richiede gesso e mette al riparo dalle complicanze post-operatorie, legate alla particolare circolazione del sangue nel calcagno osso critico e del tutto particolare.
La scarsa invasività di questa tecnica e l’immediata autonomia post-operatoria senza gesso rende questa metodica ben accettata dal paziente.I risultati sono molto buoni e per lo più definitivi.
Cordiali saluti
Prof.Paolo Maraton Mossa
http://www.piedeweb.com


Allegati:
SPINA CALCANEARE in salus.pdf [157.94 KiB]
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_________________
Prof. Dr Paolo Maraton Mossa
    20100 Milano
    Corso Lodi 47
    Tel.02.512263
    paolomossa@piedeweb.com
http://www.profpaolomossa.abcsalute.it
 
davidecimino
Utente di ABCsalute.it
Messaggi: 2
Buongiorno dottore grazie per il suo intervento, ma io credo di essermi spiegato male. Il mio problema non è la spina calcaneare ma un problema relativa all'inserzione dell'achilleo (zona posteriore del tallone e non la pianta del tallone.) La ringrazio comunque, saluti buon lavoro Davide CIMINO.
 
Istituto Podologico Italiano
WB836
Medico di ABCsalute.it
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Salve Sig. Cimino,

in merito al suo problema le suggerisco il nominativo della Dottoressa TATANO Laura , nostra associata , di Agrigento
( Tel:0922/662837 - Cell: 380/1943632 ) oppure se dovesse venire a Roma prenda un' appuntamento presso il nostro Istituto Podologico Italiano ( tel: 06/2288188) portando tutti gli esami e la documentazione del caso.

Cordialmente La saluto.

Prof. Montesi Mauro

_________________
Istituto Podologico Italiano
    00155 ROMA (ROMA)
    Via Francesco Tovaglieri, 19
    06.22754523
    podologico@tiscali.it
http://www.istitutopodologicoitaliano.abcsalute.it
 
Dr Augusto Odoardo Morandi
WB1223
Medico di ABCsalute.it
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Gent.mo Sig. Cimino,

se a distanza di tempo non avesse ancora risolto il suo problema il suggerimento è quello di utilizzare una tecnica infiltrativa con Fattori di Crescita(PRP).


E' una terapia conservativa, senza alcuna controindicazione con un tasso di successo estremamente elevato.

Per saperne di più:

http://www.ortopediarigenerativa.it

http://www.footclinicmilano.it
http://www.augustomorandi.com

_________________
[b]Dr Augusto Odoardo Morandi[/b] [list]3382154952[/list] [list]info@augustomorandi.com[/list]
 
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