La « spina calcaneare » rappresenta un importante e frequente disagio per molti pazienti:
dolore acuto sotto il tallone inizialmente dopo una discreta camminata, successivamente dopo pochi passi o subito al primo appoggio del piede alla mattina in fase avanzata.
In questi casi dopo una lunga serie di tentativi con cure fisiche e farmacologiche finalmente si esegue un esame radiografico che mostra una piccola prominenza ossea ap puntita sotto il tallone.
È la così detta «spina calcaneare» che infastidisce il passo di tante persone, per lo più uomini in età matura,meno frequentemente donne che da un giorno all’altro presentano seri problemi all’appoggio posteriore del piede che diventa doloroso limitando notevolmente la qualità della vita.
È un fatto anatomico, imprevedibile, nella formazione del quale giocano sicuramente fattori ereditari, ormonali e meccanici.
Le malattie artro-reumatiche accentuano ed aggravano la situazione. Non esiste una correlazione diretta tra dimensioni della spina del calcagno e quantità di dolore:esistono in fatti piccole spine che inducono un dolore insopportabile e voluminose lesioni che passano quasi inosservate clinicamente.
Dove nasce il dolore.
Il dolore provocato dalla spina calcaneare può avere diverse origini:
• la stimolazione della spina appuntita per effetto del peso del corpo sul tallone durante la marcia
• la trazione longitudinale (nel senso della lunghezza del piede) della spina eseguita dalla fascia del piede durante la pressione della volta pIantare durante l’appoggio
• la reazione infiammatoria o l’ematoma che si crea in prossimità della spina
• l’errata risposta della soglia del dolore per una alterazione del ganglio nervoso coinvolto nella trasmissione del dolore del calcagno. Questo ganglio di estrema importanza si trova in un piccolo recesso osseo denominato «seno del tarso» che si trova nella parte esterna del piede sotto la caviglia.
Le cure mediche ed ortesiche.
È sempre utile alleggerire l’appoggio del piede sul calcagno. Ciò è possibile portando tacchi leggermente più alti, usando particolari talloniere in materiale morbido di silicone atte ad assorbire gli urti ed i microtraumi inevitabilmente legati alla deambulazione. Utile anche l’uso di plantari personalizzati rigorosamente studiati al computer al fine alleggerire il carico del retropiede.
E sempre doveroso studiare il metabolismo del paziente per scartare la possibilità di una componente gottosa o artro-reumatica, il controllo del sovrappeso negli obesi,l’impiego di anti infiammatori locali o generali sono di modestissima utilità.
Le cure chirurgiche.
Nei casi più ostinati la terapia è chirurgica.
Qui le scuole di pensiero e l’atteggiamento dei chirurghi sono spesso discordi : alcuni consigliano l’asportazione della spina calcaneare per eliminare la causa anatomica del dolore, altri preferiscono intervenire interrompendo la conduzione dello stimolo doloroso.
Questo secondo metodo che io stesso condivido e pratico, consiste nell’asportazione del ganglio coinvolto nella trasmissione del dolore del calcagno, abbinata ad una disinserzione della fascia plantare, al fine di evitare l’effetto di trazione meccanica sulla spina.
La tecnica è di semplice esecuzione, non richiede gesso e mette al riparo dalle complicanze post-operatorie, legate alla particolare circolazione del sangue nel calcagno osso critico e del tutto particolare.
La scarsa invasività di questa tecnica e l’immediata autonomia post-operatoria senza gesso rende questa metodica ben accettata dal paziente.I risultati sono molto buoni e per lo più definitivi.
Cordiali saluti
Prof.Paolo Maraton Mossa
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