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Sciarra
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come si puo' eseguire al meglio attualmente una diagnosi precoce di carcibnoma prostatico ?
 
Sciarra
Utente di ABCsalute.it
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Il tumore della prostata e' un tumore che puo' essere trattato con successo se la diagnosi e' precoce.
Al momento attuale la diagnosi precoce si basa sul test sierico del PSA e sulla visita urologica con esplorazione rettale. L'interpretazione del PSA si bsa sui suoi valori ma anche su un andamento dinamico nel tempo. I valori di allarme dovrebbero iniziare gia' per un PSA totale superiore a 2.5 ng/ml (non piu' come si trova nelle diverse risposte di laboratorio a superiore 4 ng/ml). In questi casi l'urologo puo' decidere se richiedere direttamente una biopsia prostatica o seguire nel tempo il paziente. Un valore che tende a crescere progressivamente pone un sospetto maggiore. In caso di una familiarita' per tumore prostatico, il rischio aumenta fino a due volte e quindi l'atteggiamento dell'urologo diviene piu' aggressivo.
La diagnosi definitiva viene sempre posta attraverso la biopsia prostatica.
Attualmente e' stata sviluppata una nuova risonanza magnetica della prostata con studio spettroscopico e dinamico. Questa risonanza magnetica associa ad un ottimo imagign uno studio metabolico e vascolare di tutta la prostata. Pratuicamente la prostata viene divisa in tante piccole sezioni millimetriche ed in ognuna di esse valutata la vascolarizzazione ed il metabolismo di alcune sostanza (colina, creatina e citrato) che si comportano differentemente fra tumore e tessuto sano o iperplastico.
Cosi' si ottiene un mappaggio della prostata in aree sospette per tumore dove e' possibile dirigere i prelievi della biopsia.


Prof Sciarra Alessandro
Universita' Sapiena di Roma
sciarra.md@libero.it
 
Dr Emilio Italiano
VP442
Medico di ABCsalute.it
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Giusto per fare l'avvocato del diavolo su quanto esposto dal collega e in linea con tante pubblicazioni degli ultimi anni il mensile Focus nel numero di marzo riporta che la diagnosi precoce non serve, numeri alla mano.
A 50 anni, infatti, piu' del 35% dei maschi ha un tumore della prostata e a 80 anni la percentuale sale addirittura al 70%. Cio' significa che la stragrande maggioranza degli uomini morira' "con" il cancro alla prostata, e non a causa del tumore.
Non solo, ma lo studio europeo dell'Erspc, European Randomised study of screening for Prostate Cancer, ha calcolato che su 1.000 uomini (cinquantenni sani e senza sintomi) sottoposti al test Psa per la diagnosi precoce, si salvera' la vita solo una persona. Su 1.000 uomini, solo 150 risulteranno avere valori elevati e di questi, 130 saranno negativi al tumore e soltanto a 20 sara' diagnosticato il tumore. Di questi 20 tumori, 10 sono "indolenti", ovvero non si evolvono e non hanno conseguenze e pertanto diagnosticarli e' stato inutile. Degli altri 10 tumori diagnosticati, 6 manifesterebbero comunque i sintomi e pertanto sarebbero intercettati e guariti e i 4 restanti sarebbero comunque mortali, anche se diagnosticati precocemente.
L'abbassamento del valore soglia a 2,5 è, a mio parere, giustificato SOLO dal contemporaneo riscontro di una prostata rettalmente "sospetta" ed in un paziente al di sotto dei 65 anni, un'età in cui può essere giustificato un atteggiamento maggiormente aggressivo alla ricerca di un focolaio iniziale.
In ultimo in pazienti già sottoposti a biopsia non riproporrei mai una ribiopsia ma mi affiderei al test genetico della PCA3 (ulteriori notizie sul sito) non invasivo che si conduce sulle urine dopo un massaggio prostatico "soffice".

Dr. Emilio Italiano
http://www.emilioitaliano.it

_________________
Dott. ITALIANO EMILIO
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    Via F. P. Di Blasi, 35
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    eitaliano@gmail.com
http://www.emilioitaliano.abcsalute.it
 
Prof. Dr Vincenzo Disanto
VP161
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Le risposte dei due colleghi esprimono il diverso orientamento che oggi esiste in campo urologico tra chi ritiene utile prevenire attraverso una diagnosi precoce e chi ivece ritiene non necessaria una dignosi precoce sulla base del psa e della coseguente biopsia in quanto la scarsa aggressività del ca prostatico consentirebbe di trattare il paziente solo in una fase clinicamente evidente. Alcuni studi avvalorerebbero questa tesi. La mia personale esperienza però che si basa su migliaia di prostatectomie radicali eseguite con tecnica laparoscopica mi fanno fare l seguenti considerazioni:
a) molto spesso lo stadio e il grado della malattia evidenziate con la clinica,il psa e la biopsia non corrispondono al risultato istologico finale che risulta molto piu avanzato
b) non abbiamo elementi che ci consetono di discernere tra tumori silenti e tumori aggressivi
c) la evidenza clinica che si ottiene con la esplorazione rettale e la ecografia è spesso tardiva e si manifesta con tumore in fase avanzata
d) Se io avessi un tumore della prostata preferirei saperlo e curarmi specie oggi che con la tecnica laparoscopica e robotica l'intervento è rapido,sicura e gravato da modestissime conseguenze sulla continenza e la potenza sessuale . Io eseguo ogni anno il dosaggio del psa totale e libero avendo superato i 50 anni.

_________________
Prof. Disanto Vincenzo
    70125 BARI (BA)
    Via della Costituente, 43
    080.5016278
    vidisant@tin.it
http://www.profvincenzodisanto.abcsalute.it
 
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