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La scena del crimine va difesa dalle presenze di intrusi

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Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 03/12/2009

La zona o scena del crimine coinvolge una serie assai ampia di figure professionali tra le quali primeggia il Medico Forense, nelle sue diverse specializzazioni, che vigila sul rispetto di alcune importanti regole.

 

L’abbigliamento. Tutti gli operatori che entrano per analizzare o visionare la scena del crimine devono indossare speciali tute monouso con: copricalzari, cappuccio, guanti in lattice e una mascherina.

 

La protezione. Questo tipo di abbigliamento evita che gli operatori contaminino la scena del crimine ad esempio con impronte digitali o lascino residui biologici sulla scena. Queste protezioni evitano anche possibili contaminazioni degli operatori da parte dell’ambiente, per esempio dalla presenza di tracce di sangue infetto.

 

L’isolamento. Scoperto un delitto, è indispensabile preservare la scena del crimine anche dopo l’intervento dei sanitari. Per soccorrere la vittima o per la constatazione di morte è fondamentale isolare l’accesso alla scena fino a quando non siano intervenuti gli esperti della Polizia scientifica. La possibilità di trovare delle tracce dipende esclusivamente dalla tutela dei luoghi dov’è avvenuto il reato.

 

Le precauzioni. Bisogna individuare chi è entrato nella scena del crimine per distinguere le sue impronte digitali, così come, analogamente dovranno essere rilevate le impronte delle calzature onde determinare, per esclusioni, quali possano essere quelle del colpevole.

 

Le procedure dell’analisi. Quella anglosassone è definita “a griglia”: da una posizione parallela ad una parete si procede avanti e indietro, di metro in metro, coprendo tutta la zona interessata.
La polizia scientifica italiana procede invece un metodo “punto a punto”, ossia partendo dal punto visibile più importante della scena, per esempio il cadavere, passando poi agli altri oggetti d’interesse investigativo visibili da quel punto, per esempio una pistola, un bossolo, un’impronta eccetera.

 

Il principio generale. Quando due oggetti entrano in contatto, ognuno lascia sull’altro qualcosa di sé; quindi un individuo che commette un crimine lascia qualcosa di sé sulla scena del crimine e, parallelamente, qualcosa del luogo del delitto rimane sul reo.



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto





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