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La violenza contro i minori ritenuta spesso misura educativa

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Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 03/12/2009

Uno dei principali problemi nella lotta alla violenza contro i minori risiede nella sua ”invisibilità”. I minori hanno paura di parlare della violenza vissuta e, nel farlo, temono di non essere creduti, visto che in molti casi gli autori di questi atti sono proprio le persone che dovrebbero offrire loro sicurezza e stabilità.

 

La società continua a tollerare la violenza contro i minori. Molti genitori e adulti considerano la violenza fisica e psicologica una “normale” misura educativa, purché non lasci ferite evidenti. Questo atteggiamento deriva soprattutto dal fatto che nella stragrande maggioranza degli stati l’educazione violenta è legale. Nel mondo sono pochi i paesi che l’hanno vietata esplicitamente. Secondo ricerche condotte in tal senso, si presume che tra l’80 e il 98 per cento dei minori subiscano punizioni corporali, una pratica diffusa in tutto il mondo a prescindere dal grado di sviluppo delle società.

 


I minori sono anche spesso vittime di omicidi. I fattori di rischio sono specialmente lo sviluppo economico della società, nonché lo statuto sociale, l’età e il sesso del minore. Nei paesi a basso reddito la quota di minori uccisi è doppia rispetto a quella registrata nei paesi ad alto reddito. Corrono il maggior rischio di essere vittime di un omicidio gli adolescenti dai 15 ai 17 anni e i bambini prima dei 4 anni.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che, nel 2002 nel mondo 150 milioni di ragazze e 73 milioni di ragazzi sotto i 18 anni, siano stati vittime di violenza sessuale.Secondo l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) nel 2004 il lavoro minorile ha coinvolto 218 milioni di minori. 

 

I soggetti più a rischio di violenza contro i minori. I ragazzi corrono un pericolo maggiore di subire violenze fisiche, mentre le ragazze sono più esposte alla violenza sessuale, alla negligenza e alla prostituzione forzata.
Sono inoltre particolarmente a rischio i giovani con handicap e quelli appartenenti a minoranze e altri gruppi marginali, come i bambini di strada, i figli di rifugiati o i giovani omosessuali.



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto





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