1. PREMESSA
L’organizzazione per l’assistenza podologica al paziente diabetico diventa fondamentale per la prevenzione e la cura delle complicanze d’organo e per abbattere i relativi costi, prevenendo e curando alcune tra le complicanze legate al piede diabetico, intervenendo direttamente (anche in regime d’équipe multidisciplinare), nonché effettuando educazione sanitaria ai soggetti affetti.
2. GLI OBIETTIVI
Gli obiettivi a cui si deve mirare possono essere suddivisi in primari, secondari e terziari.Gli obiettivi primari consistono nell'identificazione precoce (ab initio) dei fattori di rischio e delle complicanze, al fine di eliminare o almeno limitare eventuali complicanze attraverso esame obiettivo del piede, utilizzo di ortesi plantari e digitali, educazione sanitaria e screening sul territorio. Gli obiettivi secondari consistono nel controllo e cura ambulatoriale delle lesioni (in regime di equipe) attraverso controlli frequenti, scarico delle stesse, prescrizione di calzatura idonea, monitoraggio dell' infezione e medicazioni. L’obiettivo è la riduzione delle amputazioni e quindi abbattere i costi a carico del SSN. Gli obiettivi terziari mirano al mantenimento dei parametri di osservazione e cura d’insieme dell’équipe per evitare le recidive, supportare le menomazioni e le mutilazioni, attraverso ortesi di supporto, migliorare la qualità di indipendenza e di vita del paziente.
3.LA RETE
Una rete capillare di assistenza podologica ben distribuita sul territorio e all'interno delle strutture pubbliche garantirebbe il raggiungimento degli obiettivi suddetti.L'assistenza podologica deve essere prevista:
o Sul territorio (visite domiciliari per pazienti non deambulanti) o In studi Podologici (accreditati e/o convenzionati) o R.S.A. (con annesso ambulatorio podologico) o Cliniche (convenzionate, con annesso ambulatorio podologico) o Aziende Sanitarie Locali e Aziende ospedaliere (ambulatorio podologico).
Gli studi podologici (accreditati e/o convenzionati) devono essere un punto di riferimento per tutti quei pazienti affetti da lesioni che non necessitano di interventi in regime ospedaliero e per tutti quei pazienti che non presentano lesioni. Ciò, al fine di eliminare o ridurre eventuali complicanze attraverso l' esame obiettivo del piede, la valutazione delle patologie topico -sistemiche, diagnosi, programmi terapeutico-riabilitativi e archiviazione dei dati anamnestici e iconografici; utilizzo di ortesi plantari e digitali, trattamento podologico ed educazione sanitaria. Inoltre il podologo deve indirizzare al diabetologo e/o medico di medicina generale tutti quei pazienti per i quali risulti necessario un approfondimento diagnostico e terapeutico. Diventa indispensabile usufruire di collegamenti in rete per la comunicazione in tempo reale ed interscambio tra studi professionali coi medici di famiglia (strategia terapeutica) e studi professionali specialistici, nonché la possibilità di prenotare per via telematica visite specialistiche ed esami strumentali (progetto Beatrice).
4.IL SISTEMA INTEGRATO
Lo schema realizzato illustra la realizzazione operativa di un sistema integrato di assistenza ad un paziente diabetico. Il paziente, che è stato immaginato al centro dello schema, ha quattro possibilità di accedere al sistema di assistenza:
a) il Medico di medicina generale
b) il Medico specialista Diabetologo
c) lo studio podologico accreditato
d) l’equipe diabetologica della ASL
Il sistema integrato immaginato per la cura e l’assistenza al paziente diabetico
ha una caratteristica fondamentale e imprescindibile: i soggetti erogatori di prestazioni sanitarie debbono essere collegati in rete sia per quanto riguarda lo scambio di notizie, che per la verifica dei trattamenti erogati. Qualora lo scambio bidirezionale di informazioni dovesse cessare, l’intero sistema integrato sarebbe inutilizzabile .Nella rete, però, le peculiarità di ogni soggetto sono salvaguardate e valorizzate. Infatti, il MMG disporrà autonomamente sia le prescrizioni farmacologiche che quelle per gli accertamenti diagnostici o di laboratorio . Parimenti gli stessi esami possono essere disposti dall’équipe ASL che valuterà l’opportunità di erogare la prestazione ritenuta migliore nel caso trattato (ricovero ospedaliero, day hospital, day surgery, assistenza domiciliare). Così come lo studio podologico accreditato erogherà le proprie prestazioni sanitarie sia nella struttura stessa che a domicilio del paziente.
5.UNA SITUAZIONE ESPLICATIVA
Per facilità di trattazione si propone una situazione esplicativa.Mario ha un dolore ad un piede che non passa con i normali accorgimenti. Si reca in uno studio podologico accreditato per una visita. Il podologo nell’effettuare l’accettazione, l' anamnesi familiare e personale e l’esame obiettivo del piede,sospetta la possibilità che lo stesso sia diabetico. Procede, quindi, ad effettuare il glucotest, che conferma l'ipotesi di "paziente diabetico". Nel disporre un trattamento podologico idoneo, informa contestualmente il MMG, il quale, dopo gli opportuni accertamenti, qualora venga confermata la diagnosi, prescrive l'invio al centro diabetologico di riferimento, proponendo un approfondimento di indagini di laboratorio per l’accertamento dello stato di salute del paziente. Una volta completati tutti gli esami, a secondo dei loro valori, il centro diabetologico, o il MMG concorderanno con lo studio di podologia i tempi delle visite periodiche. Il tutto dovrà essere comunicato tramite rete e da parte dello studio podologico dovrà essere conservata tutta l'iconografia del paziente.
6.LE COMPETENZE DEL PODOLOGO
L'assistenza podologica sul territorio sia che venga effettuata in strutture professionali, R.S.A., cliniche che in aziende ospedaliere, deve prevedere:
1. Cartella clinica computerizzata: raccolta dei dati anamnestici, personali e familiari, eventuale valutazione esami ematochimici, radiografici, ecografici.
2. Glucotest
3. Esame obiettivo del piede
4. Test neurologici
5. Esame baropodometrico
6. Trattamento podologico
7. Realizzazione di ortesi plantari e digitali
8. Educazione sanitaria
In presenza di lesione del piede, il podologo sia in regime libero professionale, che in regime di équipe, deve procedere a:
1. Esame obiettivo del piede: con localizzazione della lesione; classificazione della stessa; documentazione iconografica; tampone della lesione
2. Trattamento della lesione: detersione; sterilizzazione; stimolo alla riepitelizzazione
3. scarico della lesione
4. educazione sanitaria
Inoltre il podologo deve coadiuvare l'équipe nell' elaborazione dei progetti terapeutici topici e sistemici, nella sperimentazione di nuovi protocolli terapeutici e nell'utilizzazione e sperimentazione di nuove apparecchiature terapeutiche e di diagnostica per immagini.
A cura del Prof. Dr Mauro Montesi
In collaborazione con:
Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia - Sapienza Università Roma.
Corso di Laurea in Podologia e sede del Master in diagnosi e cura del piede diabetico ospedale “S. Andrea”.
Pubblicato il 07/01/2011
Modificato il 07/01/2011
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