Un riconoscimento dovuto alla laurea in Podologia. Nell'ambito della struttura sanitaria italiana emerge una contraddizione, tanto più grave quanto più alto è il bisogno di specializzazione.
Infatti, da un lato possiamo constatare una crescita costante delle iscrizioni ai corsi di laurea in Podologia e quindi di laureati che, con una specifica preparazione accademica, si mettono a disposizione dei pazienti con il massimo delle garanzie; dall’altro lato troviamo una diffusa sottovalutazione della figura del Podologo nonostante il forte impegno dell’A.I.P..
Questo avviene purtroppo anche da parte dei medici che, con un’attenzione non gravosa, potrebbero contribuire in modo sostanziale a collocare il Podologo nel posto che gli compete contribuendo quindi al superamento dell'abusivismo così diffuso in relazione agli interventi di diversa natura sul piede.
Il riconoscimento estero alla laurea in Podologia. Questa discrasia nelle valutazioni sulla qualità professionale del Podologo è ancora più evidente se si considera come questa attività sanitaria sia vista in modo del tutto diverso in paesi europei, come l'Olanda, l’Inghilterra, la Spagna, oltre che negli Stati Uniti.
Questa constatazione sottolinea come sia assurdo il ritardo che subisce il riconoscimento diffuso di questa professione nel nostro paese.
D’altro canto da molti anni l’A.I.P. (Associazione Italiana Podologi), l'unica associazione riconosciuta a livello nazionale, sotto l'impulso costante del Presidente, il Prof. Mauro Montesi, si sta prodigando con impegno, competenza e lungimiranza nella certezza di far entrare di diritto la Podologia italiana tra i più qualificati settori della Sanità.
Un tema fondamentale. Questo impegno è apparso chiaro nel Congresso Nazionale di Podologia che si è svolto dal 12 al 15 maggio 2011 presso l'Hotel “Fattoria La Principina” in provincia di Grosseto nell’ambiente suggestivo della Maremma toscana.
I lavori della tavola rotonda sono stati infatti dedicati al tema ”Medicina Generale e Podologia. Quale collaborazione?” che ha avuto come moderatore il presidente l'Ordine dei Medici di Roma Mario Falconi.
Il rapporto Medico-Podologo. È in relazione a questo rapporto di collaborazione che deve svilupparsi una nuova collocazione della Podologia nel Sistema Sanitario nazionale riconoscendo al Podologo un ruolo determinante nella prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie del piede.
È quindi necessario che si instauri un consulto permanente tra il Podologo e il Medico di Medicina Generale che deve assumere un carattere fondamentale nei confronti del piede malato.
Entrambi i soggetti, nel rispetto delle reciproche funzioni, analizzano e suggeriscono quali debbano essere gli specialisti idonei a risolvere ciò che emerge da una diagnosi approfondita.
L’abusivismo ancora diffuso. Assai di frequente ci si trova in presenza di guasti provocati da falsi specialisti che, intervenendo nelle patologie podaliche senza possedere alcun titolo che li giustifichi, provocano spesso gravi danni agli ignari pazienti che si affidano a loro, certi di essere in presenza di un vero specialista con laurea in Podologia.
Il ruolo dell’A.I.P. L’opposizione all'abusivismo è da tempo uno degli impegni categorici dell’A.I.P.; solo i suoi associati possono portare sul camice professionale il simbolo associativo che garantisce il possesso del titolo di studio ufficiale per esercitare la professione e cioè la laurea in Podologia.
Lo stesso caldo impegno etico, con il quale l’A.I.P. segue e sostiene i propri Podologi associati, in special modo nei confronti degli studenti e dei giovani neolaureati, deve indirizzare il Podologo nel suo rapporto con il paziente, che acquisterà piena fiducia e si libererà da ogni dubbio sull’efficacia della cura.
Questo obiettivo costituisce infatti lo scopo primario di qualsiasi intervento terapeutico al quale il paziente si sottoponga.
Pubblicato il 29/11/2011
Modificato il 29/11/2011
Fonti: Rocco Menechella Coordinatore Editoriale A.I.P. Bollettino dell’Ordine - Bimestrale - Anno 63 - N. 2 Maggio-Giugno 2011 Pagg. 26 e segg.
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