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Corrispondenze del tono posturale e le stimolazioni plantari


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Sommario
 
Il tono posturale è evidentemente correlato a tutto il corpo, ogni muscolo risponde variando il suo tono a delle priorità, economia confort e equilibrio. 
 
Articolo
 
Scegliere la strada più semplice per cercare di capire come il corpo gestisce le sue difficoltà nello svolgere le sue funzioni legate all’equilibrio, non sempre ripaga, infatti meccanismi non ancora del tutto noti rendono questo argomento ancora molto affascinante e stimolante. La strategia delle catene muscolari secondo Busquet nella sua complessità, da la possibilità di interpretare al meglio le risposte del corpo sottoposto ad uno stimolo proprio per la sua logica coerenza
Abbiamo voluto addentrarci in un ambito non proprio podologico come quello della funzionalità visiva proprio per mettere in evidenza le relazioni che intercorrono nel corpo e come possa essere determinante un buon appoggio podalico. Per fare questo ci siamo avvalsi di test di base che devono aiutare l’operatore ad essere il più obiettivo possibile nel valutare un corpo influenzabile come ogni soggetto preso in esame. In primo luogo la verticale di Barrè test adatto per valutare il paziente in ortostatismo. Sul piano frontale si è messo in evidenza la presenza di bascule omolaterali, la predominanza di un problema ascendente, discendente o misto; l’analisi sul piano sagittale invece ci è servita per evidenziare una eventuale iperprogrammazione della catena di flessione o di estensione . Il podoscopio poi lasciando il paziente in monopedestazione ha messo in evidenza se la strategia di ogni singolo piede fosse più in apertura o più in chiusura. In generale, lo scopo dei test di base è quello di evidenziare la strategia muscolare del paziente e soprattutto mettere in evidenza dei blocchi propriocettivi che determinano una incoerenza del tono tra i vari segmenti muscolari. Quando questo avviene soprattutto a causa di problematiche di un determinato segmento corporeo, il corpo stesso avendo come priorità non più la ricerca del confort e dell’economia nel mantenere la posizione eretta, recluta altri muscoli di compenso per evitare tensioni o dolori o legate a delle priorità sulle funzionalità di organo.
 
E proprio quello che abbiamo cercato di mettere in evidenza analizzando meglio l’occhio, un’altra entrata molto importante del sistema tonico posturale, verificare se il tono dei muscoli dell’occhio poteva essere correlato al tono posturale o a delle priorità legate alla funzionalità dell’occhio stesso. Il recettore oculare riveste per le sue caratteristiche funzionali un ruolo essenziale nella regolazione primaria e secondaria dell’assetto posturale.
 
L’occhio deve essere analizzato almeno sotto due aspetti strettamente interdipendenti: quello propriocettivo e oculomotorio, connesso alla complessa attività dei muscoli in relazione alla mobilità del bulbo oculare e quello propriamente esterocettivo, legato alla capacità della retina di captare le immagini e di trasmetterle al cervello ; un alterazione di tali recettori può rivelarsi responsabile di numerosi disturbi della statica e dinamica corporea.
 
Gli occhi per assolvere il ruolo di esterocettori retinici, devono innanzitutto potersi orientare liberamente nello spazio contemporaneamente e sempre in maniera congiunta e reciproca. Vale a dire che per mantenere una mira nelle aree foveali retiniche di ambedue gli occhi e ottenere una corretta visione binoculare , con senso stereoscopico, questi devono secondo le esigenze, compiere movimenti sincroni e coordinati nella stessa direzione e con assi visivi paralleli.
 
Distinguiamo quindi le verzioni movimenti che si evidenziano quando l’oggetto della fissazione è posto a distanze superiori a 5 metri convenzionalmente considerate all’infinito, e le vergenze quando l’oggetto man mano si avvicina gli assi visivi vanno in direzioni opposte. Poiché la corretta visione impone l’orizzontalità dello sguardo e l’allineamento sagittale e trasversale delle orbite, naturali conseguenze di ciò che le strategie compensatorie che gli occhi e il cranio adottano, nel tentativo di mantenere le funzioni fisiologiche che si trasformano in atteggiamenti adattativi nei tre piani dello spazio della testa delle spalle del bacino e del rachide. Per questo motivo è opportuno verificare che le lenti abbiano una buona centratura o che soprattutto chi porta lenti progressive non abbia contratture muscolari anche di altri distretti riconducibili alle tensioni oculari.
 
Lo scopo dei test sull’occhio è stato di scremare quelle eventuali contratture degli oculomotori non legate al tono posturale ma a problematiche locali proprie dell’occhio. Infatti si è scelto di fare: la dominanza oculare per evidenziare l’occhio dominante , il test di mobilità oculare per evidenziare delle limitazioni nel movimento del bulbo, il punto prossimo di convergenza per determinare tensioni in convergenza dell’occhio, il cover test per controllare un eventuale difetto di fissazione visiva, il test per l’ astigmatismo di Burdiol per mettere in evidenza se l’occhio o la testa ruotano per mettere meglio a fuoco, l’ultimo il test di Maddox, usato dagli optometrisiti per mettere in evidenza le forie. E’ proprio effettuando il test di Maddox posto a cinque metri nei pazienti posturali, che si è cercata la correlazione tra tensione dei muscoli oculomotori e le tensioni dell’arto inferiore con base sulla pianta del piede, tanto da cercare delle variazioni del tono che determina una foria modificando il tono della pianta del piede.
 
Bibliografia:
 
Busquet Leopold (2009) le catene muscolari trattamento del cranio Roma Marrapese editore
Busquet Leopold (1996) le catene muscolari volume 1 Roma Marrapese editore
Busquet Leopold (1996) le catene muscolari volume 2 Roma Marrapese editore
Busquet Leopold (1996) le catene muscolari volume 3 Roma Marrapese editore
Busquet Leopold (1996) le catene muscolari volume 4 Roma Marrapese editore
Moro fabio (2006) podologia non lineare Roma Marrapese editore
Bourdiol R (1980) pied et statique Maisonneuve
Roncagli Vittorio (2003)valutazione e trattamento dei disturbi visivi funzionali Cesena Stilgraf

Pubblicato il 07/01/2011

Modificato il 07/01/2011

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