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Il Podologo cura gravi patologie del piede anche evitando eventuali amputazioni


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Le patologie del piede vanno curate dal Podologo che è in grado di affrontarle tutte, da quelle meno gravi a quelle più insidiose come ad esempio la complicanza del piede diabetico.

Non si devono dimenticare altre patologie del piede come quelle che derivano dalla postura alterata, oppure il piede della donna nel periodo di gestazione , il piede reumatico, il piede dell’anziano o il piede piatto del bambino.

Tuttavia è bene sottolineare che quando si presentano patologie del piede che non rientrano nella competenza specifica del Podologo e che possono addirittura ipotizzare amputazioni, egli indirizza il paziente dal medico al quale trasmette una relazione illustrativa sull'esito della visita podologica.

 

Lo sviluppo della Podologia. Attualmente la Podologia in Italia è in pieno sviluppo.

A questo proposito la FIP (Federazione Internazionale Podologi), in occasione dell’ultimo congresso internazionale, ha manifestato un forte apprezzamento per la qualità delle prestazioni dei Podologi italiani che sono ormai allo stesso livello di quelle di paesi come la Spagna, il Regno Unito, la Francia e gli Stati Uniti.

 

Il piede diabetico. Come abbiamo già accennato, i casi in cui è indispensabile rivolgersi al Podologo sono numerosi ma, per la sua rilevanza, rivolgiamo la nostra attenzione anzitutto sulla complicanza del piede diabetico, che mette in chiara evidenza il ruolo del Podologo, i vantaggi che egli può offrire al paziente e i vincoli a cui è soggetto.

In proposito l'A.I.P. - Associazione Italiana Podologi - ha definito e avviato un progetto che ha come obiettivo la riduzione del numero delle amputazioni maggiori e minori, provocate dalla degenerazione di questa patologia .

Risulta dai dati più recenti che il 25% dei malati di diabete soffre per la complicanza del piede diabetico e il 15% di essi rivela la presenza spesso diffusa di ulcere anche profonde.

 

Il progetto per evitare le amputazioni. Il progetto promosso dall’A.I.P. prevede le seguenti fasi attuative

      1. l'accreditamento o la convenzione degli Studi podologici attivi sul territorio;

      2. l’avvio di ambulatori podologici che operino presso i centri diabetologici;

      3. la messa in opera delle misure opportune per favorire la collaborazione tra il podologo, il medico di medicina generale e lo specialista diabetologo;

      4. la creazione di specifiche squadre diabetologiche che prevedano l'inserimento organico della figura del podologo;

      5. la piena attuazione di quanto già previsto dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) in relazione alle patologie del piede con particolare riferimento alla complicanza del piede diabetico.

 

Le amputazioni. Uno studio approfondito condotto negli Stati Uniti, evidenza come il Podologo con il suo intervento possa ridurre del 60/70% le amputazioni.

In Italia del 2009 le amputazioni sono state effettuate (dati del ministero della Salute) in 7.276 casi che hanno richiesto 138.221 giorni di degenza ospedaliera con una media di 19,0 giorni per ogni singolo paziente.

Questi dati sono purtroppo stazionari da molti anni, basta infatti considerare che dal 2003  al 2009 le amputazioni sono state 48.611 con 960.414 giornate di ricovero ospedaliero per una media di 19,7 giorni per ogni paziente.

 

Come operare. I dati precedenti mettono in chiara evidenza l’assoluta necessità che le Istituzioni centrali e locali agiscano in modo deciso e mirato, sulla base degli indirizzi del Ministero della Salute, con l’obiettivo di una notevole riduzione dell'ospedalizzazione, favorendo la medicina del territorio anche nel caso delle patologie del piede.

Pubblicato il 29/11/2011

Modificato il 29/11/2011

Fonti:

Benedetto Leone e Rocco Menechella Ufficio Stampa e Comunicazione Associazione Italiana Podologi- Per Approfondire Vedi Link


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