Il piede allergico


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SOMMARIO
 
Dermatiti da contatto del piede (feet contact dermatitis); allergia agli acrilati; terapia iposensibilizzante orale per il nichel solfato. 
 
INTRODUZIONE
 
Le dermatiti da contatto sono affezioni dermatologiche caratterizzate da lesioni eritemato-edemato-vescicolari, altamente pruriginose, che colpiscono le zone esposte al contatto con la sostanza iiritativa/allergizzante.

L’incidenza di queste patologie è in continuo aumento, circa il 10-15% delle persone nella propria vita presentano una dermatite da contatto; sono in gran parte di origine professionale e spesso coesistono fattori predisponenti rappresentati da condizioni fisiologiche della cute, traumi locali, previo contatto con sostanze irritanti. Le forme cliniche sono prevalentemente due: la Dermatite irritativa di contatto (DIC) e la dermatite allergica di contatto (DAC). La dermatite irritativa da contatto è una reazione infiammatoria (non immuno-mediata) della cute; il danno dipende dal potere irritante intrinseco della sostanza, dalla durata, frequenza e regione di applicazione, e dalla superficie di cute interessata.

La DIC acuta si presenta clinicamente con macule, maculo-papule e chiazze eritematose eritemato-vescicolari o eritemato-squamose, nelle sedi di contatto diretto con l’irritante; si possono associare prurito, talvolta dolore. La DIC cronica si verifica per ripetute aggressioni da parte di irritanti minori; prevalentemente localizzata alle mani ed all’avambraccio con desquamazione, perdita dei dermatoglifi, fissurazioni, talvolta profonde e dolorose. La dermatite allergica da contatto possiede invece una patogenesi immunomediata di tipo ritardato (tipo IV secondo Gell e Coombs) per esposizione cronica all’allergene o anche per singolo contatto purchè in dose, concentrazione e tempo d’azione sufficiente.

Viene classificata tra gli eczemi esogeni, cioè che dipendono esclusivamente da fattori ambientali, senza rilevanti influenze da parte di fattori interni. Nella patogenesi riconosciamo una prima fase (detta di sensibilizzazione) di primo contatto con l’antigene da parte della cellula di Langherans, una seconda fase (7-15 giorni dopo) in cui si assiste allo sviluppo di cloni T helper effettori e memoria contro l’antigene in causa, ed infine una terza fase (detta di elicitazione), che si sviluppa dopo un secondo contatto con l’antigene e porta all’attivazione del sistema immune, la liberazione di citochine e mediatori dell’infiammazione, con conseguente eczema in 24-48 ore. La diagnosi si avvale della raccolta anamnestica dettagliata e dei test percutanei, detti patch test.

Gli apteni più frequentemente chiamati in causa nelle DAC sono: il nichel solfato, il cromo, il cobalto cloruro, il balsamo del Perù, le gomme, i coloranti (in particolare i dispersi e la parafenilendiamina), la colofonia. Le localizzazioni più frequenti sono: le dita e le regioni dorsali delle mani, gli avambracci, il volto, il tronco e gli arti inferiori.

 

 

DERMATITE DA CONTATTO DEL PIEDE (FEET CONTACT DERMATITIS)
 
La dermatite da contatto dei piedi (feet contact dermatitis) riconosce come principali allergeni: il nichel solfato, il bicromato di potassio, il cobalto cloruro, le gomme mix, il latex, i dispersi (blu disperso 106, blu disperso 124, disperso rosso, disperso giallo, disperso arancio), la parafenilendiamina , i profumi mix (Balsamo del Perù), la colofonia, le resine.

Il Nichel è un metallo a diffusione ubiquitaria, presente in accessori ed utensili di uso comune,sia allo stato puro che in lega con altri metalli (accessori metallici per l’abbigliamento, orecchini, cinturini di orologi, collane, bracciali, anelli, piercing ecc.). Rappresenta inoltre un elemento essenziale nella dieta, con un’assunzione giornaliera di circa 300 mcg.

Il bicromato di potassio si trova prevalentemente nei pellami conciati con cromo, nei coloranti per industria tessile, nei colori per i tatuaggi.

Il cobalto cloruro si trova in molti oggetti laminati in metallo (fibbie, cinturini), bigiotteria, ed in tracce si può trovare anche in creme antitraspiranti.

Le gomme mix comprendono gli additivi delle gomme nere che si trovano in quasi tutti i prodotti contenenti gomme nere; i tiurami mix sono un gruppo di sostanze chimiche presenti nelle gomme, quindi spesso nelle calzature, nelle pinne dei subacquei, nelle ciabattine per piscina ecc.

Il latex è la materia di base dei prodotti in gomma naturale; viene estratto dal latice dell’albero tropicale del caucciù, hevea brasiliensis e contiene essenzialmente poliisoprene e acqua. La sostanza base non comporta di per sé alcun problema di salute. In esso è stato tuttavia possibile identificare numerose proteine sensibilizzanti. In campo sanitario sono numerosi gli accessori contenenti lattice, tra guanti, accessori per iniezioni, drenaggi, cateteri, fasciature/cerotti, abbigliamento (scarpe).

I dispersi (disperso blu 106, disperso blu, disperso rosso, disperso giallo, disperso arancio) sono un gruppo di molecole lipofile che si disperdono in acqua, liposolubili e facilmente assorbite dalla cute; vengono utilizzati nella tintura delle fibre tessili ma anche di quelle sintetiche. Presentano reattività crociata tra di loro e con sostanze intermedie impiegate nella loro produzione come quelle del gruppo para (vedi parafenilendiamina), anche contenute in alcuni farmaci (antidiabetici come le sulfaniluree, antipertensivi) e nei cosmetici.

I profumi mix contengono una miscela di otto sostanze comunemente usate in profumi, deodoranti, prodotti lucidanti per le calzature.

La colofonia è un derivato della resina di pino, si trova negli adesivi, collanti, cera per scarpe, lacche, gomme, cosmetici, prodotti anti-verruche, cerotti medicali.

 

 

Nuova “hand and feet dermatitis”: ALLERGIA GLI ACRILATI

Gli acrilati sono una famiglia di polimeri vinilici costituiti da monomeri acrilati. Vengono utilizzati in differenti settori: chirurgia ortopedica, campo odontoiatrico, prodotti cosmetici. Negli ultimi anni si sta sviluppando una nuova forma di “hand and feet dermatitis” per reazioni associate all’uso di colle e gel utilizzati per l’applicazione di unghie artificiali (in particolare cianoacrilati). Sono stati descritti differenti casi di dermatite allergica da contatto sviluppatisi in seguito all’applicazione di unghie artificiali soprattutto per esposizione professionale. Tale manifestazione si osserva non solo sull’area interessata ma anche sulla superficie dorsale delle mani, ed anche sul viso, in particolare nelle regioni perioculare e periorale.

E’ stato descritto un caso di sintomatologia allergica sia respiratoria che cutanea comparse contemporaneamente, in una manicurista che per un anno aveva lavorato con unghie artificiali a base di acrilati. La donna è stata sottoposta ai prick cutanei per aeroallergeni che hanno escluso una sensibilizzazione nei confronti di queste sostanze ed a test di funzionalità respiratoria, nonché a radiografia del torace ed esami del sangue per escludere patologie concomitanti, tutti risultati nella norma.

Per confermare la diagnosi è stata quindi sottoposta a patch test con la serie di acrilati stabiliti dal “International contact dermatitis research group” (acido acrilico, acido metacrilico, etil-acrilati, acrilo-nitrile, etilen glicole di metacrilato EGDMA, etil-metacrilato monometrico EMA, idrossi etil-metacrilato HEMA, metil-metacrilato monometrico MMA, metil-metacrilato polimerico, trietilene glicol di metacrilato TREGDMA). Dopo 48-96 ore è stata rilevata una elevata positività al EA, EGDMA, EMA, HEMA, MMA e TREGDMA. I sintomi si sono alleviati dopo somministrazione di terapia antistaminica, ma sono totalmente scomparsi solo dopo cambiamento dell’attività lavorativa e quindi la sospensione del contatto con l’allergene. In letteratura sono inoltre stati descritti numerosi casi di onicosi, onicodistrofia ed eczemi periungueali dopo esposizione professionale a colle, gel e lacche a base di acrilati per l’applicazione di unghie artificiali.


CENNI DI TERAPIA
La terapia specifica consiste nella sospensione dell’esposizione alla sostanza responsabile, mentre quella aspecifica si basa sulla somministrazione di glicocrticoidi e di antistaminici. La terapia sintomatica si basa essenzialmente sulla applicazione di sostanze topiche antinfiammatorie (corticosteroidi, paste all’ossido di zinco), antipruriginose, antisettiche laddove necessarie. Per una sola sostanza, il nichel solfato a tutt’oggi esiste una terapia iposensibilizzante, come quelle utilizzate nel caso di allergie ad inalanti o a veleni di insetti, che dà risultati soddisfacenti su circa il 70% dei soggetti trattati, con riduzione significativa dei sintomi dopo nuovo contatto con l’allergene, per via cutanea o per os.

Il Nichel , in soggetti già sensibilizzati, può provocare l’esordio della cosiddetta SINDROME SISTEMICA DA ALLERGIA AL NICHEL (SNAS), con manifestazioni cutanee a decorso cronico (eczema generalizzato, eczema vescicolare ricorrente delle mani o pompholyx, Baboon syndrome , Sindrome orticaria-angioedema) e coinvolgimento sistemico (cefalea, astenia, prurito e disturbi gastroenterici: dolore e gonfiore addominale, nausea, vomito, diarrea, aumento ponderale).

Terapia iposensibilizzante per Nichel solfato (TIO)

Nella nostra esperienza sono stati 100 pazienti (18 e 55 aa;F>M), affetti da DAC al nichel, diagnosticata tramite patch tests e associata a sintomi sistemici come orticaria, cefalea e sintomi gastrointestinali. Sono stati quindi sottoposti a dieta priva di nichel e TIO nichel, con capsule a dosi scalari crescenti di nichel solfato da 0.3 a 3000 ng/settimana e una fase di mantenimento alla dose di 1500 ng/settimana per circa 12 mesi. I pazienti sono stati controllati a 3, 6 e 12 mesi dall’inizio della terapia. Attualmente tutti i pazienti trattati seguono una dieta senza restrizioni ed hanno mostrato un notevole miglioramento del quadro clinico, sia cutaneo che sistemico, con diminuzione e/o assenza di prurito, miglioramento dell’obiettività cutanea e, in 3 casi, riduzione del peso corporeo.
 
CONCLUSIONI
 Le dermatiti da contatto sono tra le più frequenti malattie cutanee professionali e non. E’ importante saper riconoscere i sintomi ed intervenire prima che la sensibilizzazione provochi manifestazioni sistemiche talora molto gravi.

 

AUTORI
Tammaro A, Narcisi A, Abruzzese C, Pranteda G, Lechiancole S, De Micco SUniversità “Sapienza” Roma, II Facoltà di Medicina e Chirurgia Azienda Ospedaliera S. AndreaU.O.C. dermatologia e venereologia


BIBLIOGRAFIA
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