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Il piede lasso infantile può essere l’anticamera del piede piatto nell’adulto


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Da piede lasso infantile a piede piatto. Il piede piatto è una deformazione ortopedica frutto purtroppo della modernità e derivata dall'abitudine a camminare su terreni lisci e compatti, che non si adattano alla forma naturale del piede, e dall'uso di un tipo di scarpa rigida e costringente.

Per impedire che, con il crescere dell'età e l'aumento del peso del bambino, il suo piede passi da piede lasso infantile a piede piatto è indispensabile adottare accorgimenti preventivi.

Si tratta di interventi che, per superare il piede lasso infantile, prevedono:

- l'adozione di plantari correttivi

- la pratica di una ginnastica in grado di sollecitare i muscoli cavizzanti (Peroneo lungo e corto, Tibiale posteriore e Flessori delle dita e dell'alluce)

- camminare a piedi nudi su superfici irregolari (erba, sabbia, ghiaia)

- procedere sulle punte o sui talloni

- raccogliere oggetti con le dita dei piedi

il tutto allo scopo di potenziare la muscolatura interna della pianta del piede.

Anche le calzature specializzate (ortopediche) possono aiutare a determinare il perfetto sviluppo della muscolatura del piede e la sua giusta struttura e posizione.

 

La scarpa adatta. Quando il passo, da gioco, si trasforma in strumento, il bambino diventa consapevole di camminare ed è quindi necessario salvaguardarne il piede dall'urto con possibili ostacoli lesivi, dotando il piccolo di calzature vere e proprie che abbiano i seguenti requisiti:

- Essere dotate di una suola molto morbida che deve flettersi facilmente in corrispondenza dell'articolazione metatarso-falangea.

- Avere la punta alta e ampia per lasciare libere le dita senza ostacolare il movimento.

- Essere dotate di solidi contrafforti laterali e posteriori, per evitare il cedimento e la deformazione della tomaia e stabilizzare il calcagno ma senza superare in altezza il malleolo immobilizzando la caviglie. Inutile e dannoso è invece il contrafforte mediano perché non impedisce la pressione sul contrafforte esterno, lasciando invariato il valgismo o addirittura peggiorandolo.

- Avere la suola e la tomaia in cuoio e in pelle della migliore qualità per assicurare la flessione e la respirazione dei tessuti del piede.

 

I danni da pantofola. Dannosa è la pantofola per il bambino perché non trattenendo il calcagno e non orientando l'avampiede (che comprende le ossa delle falangi e dei metatarsi), fa sì che il piede lasso infantile di modesta entità possa raggiungere in breve tempo il massimo della deformazione.

Nel bambino con il piede lasso si evidenzia la camminata a punta in dentro, sia con la scarpa che a piedi nudi, nel tentativo inconscio di correggere il difetto mettendo in tensione il tendine del muscolo Peroneo lungo che sorregge la volta del piede lasso infantile.

La calzatura viene rapidamente deformata ed è consumata la parte laterale della suola; nel caso di pronunciato valgismo è invece il tacco ad essere maggiormente usurato.

Questa deformazione all'esame radiografico non è facilmente rilevabile a causa dell'incompleto sviluppo delle ossa.

 

Il plantare, ovvero l'ortesi correttiva, il cui uso deve essere associato sempre alla ginnastica, serve a correggere la pronazione del retropiede, alterazione più grave rispetto a quella dell'avampiede.

In alcuni casi anche l'uso di talloniere può produrre ottimi risultati.

I requisiti di un plantare efficace sono:

- il punto più alto deve essere a livello dell'articolazione astragalo-scafoidea;

- deve terminare dietro le teste metatarsali, rispettando cosi la mobilità dell'articolazione metatarso-falangea;

- deve lasciare libero il primo metatarso.

L'efficienza del plantare esige una scarpa di qualità con contrafforte robusto onde evitare che il retropiede scivoli troppo sull'ortesi tornando nella sua posizione patologica di valgismo.

Sono necessari controlli ogni 4-6 mesi per la crescita del piede e per l'usura del materiale del plantare.

Nel piede lasso infantile la precoce pressione sotto la volta può causare un'ipertrofia dei muscoli cavizzanti con una contrattura reattiva che determina un cavismo secondario.

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