L'anca. L'anca è l'articolazione che unisce ciascun arto inferiore al tronco ed è in grado di determinare tre tipi di movimento, ciascuno su un asse di riferimento:
1. movimenti di flessione ed estensione (lungo un asse trasversale o medio-laterale)
2. movimenti di adduzione e abduzione (lungo un asse antero-posteriore)
3. movimenti di rotazione interna ed esterna (lungo un asse verticale)
I movimenti dell’anca. Questi movimenti possono essere eseguiti anche da uno solo degli arti inferiori.
Per individuare e descrivere questi movimenti si deve considerare come riferimento la posizione eretta del soggetto; questo riferimento vale anche per i movimenti dell’articolazione sia del ginocchio e sia della caviglia.
Il movimento di flessione dell’anca (Fig. 1)
Si dà il nome di flessione dell’anca a quel movimento che sposta la parte anteriore della coscia verso il tronco.
In questo modo l’arto inferiore nella sua totalità si muove in asse con l’anca.
Tre sono i fattori che determinano l’ampiezza della flessione.
Quando la flessione dell’anca è attiva (esercitata autonomamente dal soggetto) raggiunge, a ginocchio esteso, un angolo di 90° al massimo; con il ginocchio flesso questo angolo può raggiungere i 120°.
Quando la flessione dell’anca è passiva (cioè determinata da un fattore estraneo) con il ginocchio esteso raggiunge i 120°, e con il ginocchio flesso raggiunge i 140°.
Il movimento di estensione dell’anca.
Si dà il nome di estensione dell’anca a quel movimento che sposta l’arto inferiore dietro al corpo.
L’ampiezza dell’estensione dell’anca, come nel caso sopra descritto della flessione, varia se si tratta di estensione attiva o estensione passiva e se il ginocchio è flesso oppure esteso.
Nel caso di un’estensione attiva dell’anca abbiamo un angolo di 20° con ginocchio esteso e di 10° con ginocchio flesso (Fig. 2).
Nel caso di un’estensione passiva dell’anca abbiamo un angolo di 20° in presenza di una spinta a ginocchio esteso e di 30° con ginocchio flesso ovviamente all’indietro (Fig. 3).
I movimenti di abduzione e adduzione dell’anca
Si definisce abduzione (Fig.4) il movimento che sposta l’arto inferiore verso l’esterno allontanandolo dal corpo che si trova in posizione eretta.
Tale movimento forma così un angolo che normalmente può raggiungere i 45° con spostamento attivo; se però lo spostamento è passivo può raggiungere i 180° come nel caso della spaccata frontale nella danza classica.
Si definisce adduzione (Fig. 5) il movimento che riporta l’arto inferiore ad avvicinarsi al corpo che si trova in posizione eretta.
Poiché gli arti inferiori poggiamo sul terreno non si può parlare di movimento di adduzione puro; infatti per compiere questo movimento è necessaria una seppur lieve flessione dell’anca oppure una sua estensione: quindi non si può parlare di angolo di adduzione.
I movimenti di rotazione interna ed esterna dell’anca (Fig. 6)
Anche per questi movimenti si deve considerare come riferimento la posizione eretta del soggetto; rispetto ad essa la rotazione esterna dell’anca sposta la punta del piede verso l’esterno e la rotazione interna dell’anca riporta la punta del piede alla posizione di partenza.
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