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Le deformità del piede sono evidenziate dal podologo tramite l’ispezione


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La ricerca delle deformità tramite l’ispezione del piede fuori carico.  Le eventuali deformità si possono presentare all’avampiede (relative a una o più dita) e al retropiede (come il calcagno varo o valgo), oppure risultare più complesse perché sono sia avampodaliche che retropodaliche (come il piede torto congenito).

 

1) Le deformità avampodaliche. Le deformità della parte anteriore del piede appaiono come le più evidenti e frequenti quando si procede nell’ispezione del piede.

A carico del primo dito possiamo avere l’alluce valgo, l’alluce varo, quello rigido, flesso ecc.

Il primo dito può avere anche una deviazione laterale che spesso si associa all’alluce valgo.

Le dita del piede risultano deformi per cause diverse: possono infatti essere congenite, oppure derivare da alterazioni neuromuscolari (che riguardano soprattutto i muscoli interni), da artriti infiammatorie e da colpi violenti.

È proprio questo l’obiettivo dell’esame di un dito, quello di mettere in luce la causa primaria e il ruolo delle altre dita nell’alterazione.

Tra le deformità più comuni si possono mettere in evidenza: le dita a griffe, ad artiglio, a martello, a collo di cigno.

Per quanto riguarda il V dito lo possiamo vedere posizionato sopra o sotto le altre dita.

 

2) Le deformità retropodaliche. Riguardano la parte posteriore del piede e sono molto meno frequenti di quelle dell’avampiede.

Esse denunciano patologie provocate da eventi traumatici e da cause neurologiche (fratture al calcagno, esiti da poliomielite ecc.).

 

3) Le deformità complesse. Queste alterazioni riguardano il piede nella sua totalità e si suddividono in:

        - Congenite: come ad esempio il piede equino cavo varo addotto spinato, l’avampiede addotto ecc.

        - Acquisite: come ad esempio la neuropatia di Charcot (malattia dei nervi che coinvolge anche i muscoli) o far seguito ad eventi traumatici, ecc.

 

La ricerca di callosità. Completata l’ispezione delle deformità, si procede all’identificazione delle callosità, sia sulla pianta del piede, sia sulle dita (sul dorso di esse e tra l’una e l’altra).

La presenza del callo mette in evidenza che esiste uno stimolo a carattere cronico che lo provoca con la pressione o lo sfregamento.

I calli in particolare sono frequenti sulle articolazioni come nel caso del dito a martello; mentre per quanto riguarda la pianta del piede si può talvolta individuare una callosità sotto la testa del metatarso del secondo dito.

 

La ricerca di tumefazioni. È anche importante evidenziare eventuali tumefazioni del piede che possono avere cause molteplici anche gravi.

Bisogna accertare, con un’accurata ispezione, quanto sono ampie, se si trovano a livello articolare, se sono arrossate o presentano ulcerazioni; quindi occorre procedere alla palpazione per percepirne la consistenza (molle, dura, o pastosa).

 

La valutazione dello stato ungueale. In rapporto alle unghie si possono evidenziare:

a)Alterazioni dell’unghia con infezione, magari micotica, della piega dell’unghia.

b)Alterazioni paronichiali ossia le infezioni, come l’unghia incarnita, sulla parte laterale dell’unghia.

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