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L’esame obiettivo individua eventuali menomazioni dell’arto inferiore


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L'esame obiettivo del piede. Per poter fare la diagnosi giusta di una malattia dell'arto inferiore è necessario eseguire un esame obiettivo dell'arto inferiore che, insieme a tutte le notizie riguardanti malato e malattia (anamnesi), costituisce il riferimento primario e insostituibile per definire l'eventuale intervento terapeutico.

Questo esame è anche il momento in cui il Podologo crea il primo rapporto con il paziente al quale si rivolgerà gentilmente chiedendogli il permesso di iniziare una volta che egli si senta pronto, rendendosi disponibile nel dargli tutte le spiegazioni necessarie perché egli accetti di buon grado l'esame stesso capendone la necessità.

Il professionista quindi, se ne valuta l'opportunità, entrerà nei particolari sulle caratteristiche dell'esame obiettivo, sulle sue diverse fasi e sui risultati che si possono ottenere, il tutto usando un linguaggio scientifico rigoroso ma facilmente comprensibile.

 

I due tempi dell’esame. L’esame obiettivo si svolge in genere in due tempi sequenziali: l’ispezione e la palpazione.

A sua volta l’ispezione si divide in generale e specifica.

Quella generale si avvia con l’incontro tra il Podologo esaminatore e il paziente.

Il professionista avvia senza indugi la sua indagine mirando a formarsi una panoramica della situazione, rilevando i movimenti del paziente, gli eventuali problemi fisici generali (deformità, menomazioni ecc.), il suo tono verbale (che evidenzia lo stato emozionale del soggetto) e avviando un approccio che instauri un rapporto collaborativo che faciliti l’elaborazione di una diagnosi irreprensibile.

 

Il metodo. Il paziente deve essere senza abiti, in modo che all’esame obiettivo possano essere affiancati quello podologico, quello sottopelvico e quello soprapelvico.

La prassi suggerisce di considerare il piede suddiviso in tre sezioni  - anteriore, media e posteriore - e partire  con l’ispezione generale per poi passare alla palpazione delle tre sezioni.

Si avvia così l’esame obiettivo partendo dall’estremità distale (dita) e risalendo verso le regioni prossimali (calcagno); va poi considerato che l’esame comincia dalla superficie esterna del piede (cute e annessi) e dopo si occupa dell’interno (articolazioni, ossa e muscoli).

 

L’esame podologico. Questa indagine è resa necessaria sulla base di quattro evidenze principali che una volta percepite convincono il paziente a consultare il Podologo: il dolore muscolare e articolare, le difficoltà nel camminare, le turbe trofiche o piaghe e naturalmente le deformità ossee ed articolari.

 

L’esame  obiettivo del piede si suddivide in:

 

A -  Statico, a sua vola suddiviso in:

       Fuori carico con l’ispezione e la palpazione generale osteoarticolare e neurologica;

       Sotto carico con l’ispezione diretta e strumentale.

 

B -  Dinamico, osservando i movimenti dell’arto inferiore.

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