Salve,sono un ragazzo di 31 anni senza vizi e amante dello sport(faccio giornalmente attivita fisica anche di un certo livello), 2 mesi fa ho avuto un attacco di panico nel pieno della notte, mi son svegliato con tacchicardia e cardiopalmo,respiro affannoso e vista la situazione mi sono recato al pronto soccordo...dove da 2 ecg emocromo e analisi enzimaticache nn si è riscontrato nulla di nulla tranne che un evidente crisi di panico e fatto fare un dialogo con la psichiatra...dal giorno mi è sopraggiunta una fobia da cuore/infarto e ho notevoli episodi d'ansia sopratutto quando vado a dormire e al risveglio, con battiti accelerati che logicamente mi condiziona anche la giornata...ho rifatto in questi 2 mesi altri 2 ecg di cui uno dal cardiologo con relativa visita il quale trovandomi un tracciato perfettamente lineare e un cuore a sua detta sano non m'ha prescritto l'holter che avrei voluto consigliandomi assolutamente la ripresa sportiva...mi è capitato per 2 vollte al risveglio di sentire come dei battiti non perfettamente ritmici,è il frutto dello stress del periodo o eventualmente son cause da ricercare di nuovo con esami dal cardiologo(ecocardiogramma e holtler)?la tachicardia e lo stress che si creano durante gli stati di panico o ansia possono avere delle ripercussioni negative sull'organo cuore, o l'alterazione e aumento della frequenza viene lavorata dallo stesso cuore come una corsa o un momento sportivo?grazie per le eventuali risposte in merito
Prof. Dr Pasquale Nigro
WB998 Medico di ABCsalute.it
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Un attacco di panico è proprio caratterizzato da sensazione di cardiopalmo (palpitazioni) anche a frequenza di 120-130 bpm, tachipnea (accelerazione del numero di atti respiratori), sensazione di morte imminente, sudorazione a volte algida. Perchè viene? sarebbe bello saperlo in modo da frenare lo scatenarsi della crisi; è sempre però legato a qualcosa successo nel passato, che non si riesce ad identificare, non ben chiaro, ma che fa scattare il meccanismo. Anche se si ha la sensazione di morte imminente, l'attacco di panico non ha nulla a che vedere con la morte; si soffre, ma si resta vivi. Proprio partendo da questo concetto, il rendersi conto che non c'è alcun pericolo deve far entrare in gioco la seconda fase: fare dei respiri lenti e prolungati, non pensando alla sensazione spiacevole, ma fissando la propria attenzione sugli atti respiratori, coinvolgendo ed impegnando la mente (tipo un auto training), non al contrario facendosi coinvolgere da essa, che ci porterebbe ancor di più ad avere paura dell'incognito (cosa mi sta succedendo, mi sento morire, mi sento le gambe molle molle, non riesco a muovermi, perchè il cuore mi batte all'impazzata?). Tentare ripeto di gestire la crisi, pensando che non c'è nulla di cui avere paura, che così come è arrivata passerà; è chiaro che se si guido l'auto si accosterà al marciapiede e si attenderà la fine dell'episodio. Farmaci? non so se esistano farmaci per evitare le crisi di panico, non è mia competenza, ma ho assistito a crisi di panico in persone a me vicine ed ho potuto vedere che con un tentativo di autoconvincimento si riesce a superare l'attacco. Mi chiede per l'Holter: si fanno tanti esami spesso inutili, se l'holter in quell'occasione poteva servire, vedendo il responso non patologico, a tranquillizzarla, o a farle capire che non succede nulla (perchè è la paura della morte imminente che poi non esiste a farci star peggio), sarebbe stato utile o sarà utile farlo. Anche L'eco ha la funzione, se non lo ha eseguito preventivamente alla sua attività fisica, a confermare la diagnosi di un cuore normale (non potrebbe fare senza disturbi l'attività che fa) quindi di essere un soggetto sano che non deve aver paura di una crisi di panico, ma deve anzi autoconvincersi che sotto non c'è nulla e quindi è nelle condizioni di poterla vincere. Per finire, la eventuale tachicardia non dà alcuna conseguenza sul funzionamento futuro del suo cuore. Sempre a sua disposizione per eventuali suggerimenti, Le invio cordiali saluti Pasquale Nigro
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