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Pubblicato il 04/06/2012
Modificato il 04/06/2012
Agiscono come una sorta di 'sveglia' che riattiva il sistema immunitario 'assopito' e lo spinge in armi contro le cellule tumorali. È ciò che sono in grado di fare particolari anticorpi, utilizzati in quello che è considerato un nuovo e promettente approccio terapeutico nella lotta ai tumori: la cosiddetta immunoterapia del cancro.
Un ambito di ricerca all'avanguardia che è tra i 'protagonisti', quest'anno, del Congresso mondiale della Società americana di oncologia clinica (Asco). E l'Italia è in prima linea con un importante studio coordinato dal Policlinico di Siena. ''All'Asco - spiega Michele Maio, direttore della Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena - presentiamo lo studio del Network italiano per la bioterapia dei tumori, Nibit N1, che ha coinvolto 7 centri ed è coordinato dal nostro Policlinico: 86 pazienti con melanoma metastatico sono stati trattati con l'approccio dell'immunoterapia. A questi pazienti sono stati cioè iniettati anticorpi detti 'immunomodulanti', che hanno la funzione di attivare il sistema immunitario, in associazione ad un chemioterapico. I risultati sono stati molto positivi in termini di aumento della sopravvivenza''.
Il principio alla base dell'immunoterapia è semplice: ''Inseriamo anticorpi nell'organismo - spiega Maio - e questi agiscono risvegliando il sistema immunitario, che così inizia a combattere il cancro''. Si è visto, sottolinea l'esperto, che tali anticorpi ''sono efficaci già da soli: nel caso dei pazienti con melanoma, ad esempio, è stato dimostrato che il trattamento con l'anticorpo ipilimumab ha aumentato la sopravvivenza media a 5 anni portandola al 20%, contro il dato storico del 5%, e con minori effetti collaterali''.
Questa sperimentazione, precisa l'oncologo, ''prima nel suo genere, rappresenta dunque una 'via italiana' contro il melanoma e si basa su un meccanismo d'azione rivoluzionario che vede gli anticorpi agire al livello delle cellule del sistema immunitario rimuovendo i 'blocchi' della risposta immunitaria antitumorali''. Già commercializzata in Usa, la molecola, afferma Maio, ''dovrebbe essere autorizzata dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa dopo l'Estate per il melanoma, ma siamo in fase di test sull'uomo anche per il suo utilizzo per il trattamento di altri tumori, dal polmone al rene, e speriamo nella disponibilità sul mercato entro 2-3 anni''.
Ora, afferma Maio, ''stiamo puntando anche all'associazione tra questi anticorpi e la chemioterapia, per realizzare un duplice 'attacco' al cancro: la chemio uccide le cellule tumorali, gli anticorpi 'armano' il sistema immunitario contro di esse''. Una combinazione, rileva, ''che ha migliorato la sopravvivenza con una stabilizzazione della malattia, e sembra essere efficace anche in pazienti con metastasi cerebrali, ovvero nei casi più gravi''. Insomma, l'immunoterapia, conclude l'esperto, ''è un approccio destinato a svilupparsi, perchè rappresenta un'ulteriore arma strategica contro il cancro, insieme a chemioterapia, radioterapia e chirurgia. Ed i risultati presentati all'Asco lo dimostrano''.
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