Scritto da Scripta Firenze Agenzia di comunicazione
Pubblicato il 16/09/2015
Modificato il 11/05/2010
Il trapianto dell’intestino tenue si effettua su pazienti che hanno gravi disturbi in questo settore dell’intestino come la riduzione dell’irrorazione sanguigna, estese resezioni dello stesso, severe patologie infiammatorie che non consentono l’assorbimento del cibo (che avviene quasi totalmente nel tenue) come nel caso del Morbo di Crohn, tumori intestinali benigni, tare ereditarie, complicazioni dovute al parto e ad esiti di radioterapie.
La riduzione dell’intestino. Se gli interventi chirurgici riducono l’intestino tenue a meno di un metro si verifica la sindrome da intestino corto. Questa condizione riduce la capacità di assorbimento di sostanze nutritive che devono essere integrate per via endovenosa (Nutrizione Parenterale Totale). Inoltre si viene afflitti da anemia, crampi, cecità notturna, dolori articolari, tendenza al sanguinamento, patologie epatiche tra cui la cirrosi, pericolose infezioni, occlusioni dei vasi sanguigni, formazioni di calcoli renali o biliari.
La nutrizione artificiale. Oltre alla pessima qualità di vita di chi vi è sottoposto, in breve tempo si hanno gravi ripercussioni irreversibili a carico di altri organi, soprattutto del fegato. Infatti col passare del tempo i lipidi immessi nel circolo sanguigno sovraccaricano il fegato facendolo evolvere verso una cirrosi ; e poi i cateteri fissi, usati per la nutrizione parenterale, possono veicolare severe infezioni e/o trombosi. E per di più non si vede soluzione.
Le possibilità. In questa situazione di oggettivo pericolo per il paziente le alternative più efficaci sono il trapianto dell’intestino tenue o il trapianto combinato fegato-intestino tenue. Poiché l’esito dell’intervento dipende dall’età del paziente, nei giovani si procede spesso a questo trapianto anche se non è sorto ancora il problema della nutrizione artificiale.
La procedura. Il trapianto dell'intestino tenue è poco frequente e quindi la casistica non consente ancora di definire un protocollo chirurgico definitivo e consolidato. Le particolari caratteristiche anatomiche del paziente possono infatti richiedere correzioni ai metodi di intervento. Inoltre seri danni ad altri organi come il fegato dovuti all’alimentazione artificiale portano spesso ad orientarsi verso il trapianto multiorgano.
trapianto multi organo link con art. 1. 4, 9
- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto
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