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Le impronte digitali vengono lasciate da una secrezione sudoripara

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Impronte digitali



Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 03/12/2009

L’irripetibilità delle impronte digitali deriva dalla dimostrazione (di Balthazard) che esiste una sola possibilità su decine di miliardi che un frammento di impronta, contenente 17 contrassegni caratteristici, possa esser stato depositato da una persona diversa da quella presa in esame.

 

Le superfici con le impronte digitali. Le palme delle mani, delle piante dei piedi e le parti interne delle falangi sono contraddistinte da una struttura particolare, le papille dermiche, che costituiscono le creste cutanee: sono piccoli rilievi carnosi, che contengono i corpuscoli tattili.

 

Le papille dermiche. All’esterno hanno minuscoli pori sudoripari che secernono una sostanza trasparente composta da acqua, cloruro di sodio, carbonato di potassio, acidi grassi volatili, solfati, ecc.
Ecco perché, se le creste cutanee vengono a contatto con una superficie più o meno liscia, vi depositano con la loro secrezione un’impronta che ne riproduce specularmente il disegno.

 

I punti identificativi. Nelle impronte digitali, la quantità di punti identificativi accertabili è in rapporto alla sua superficie. Più questa la porzione d’impronta è piccola, tanto minore è la probabilità di accertare un numero sufficiente di particolari che autorizzino l'identificazione della persona a cui appartiene.

 

Il rilevamento. L'uso delle polveri adesive rappresenta il mezzo di rilevamento attualmente più diffuso. Queste sono distribuite omogeneamente con un pennello sulla zona da trattare. Le polveri sono di vario tipo:
• polvere grigioargentea, quella che trova maggior impiego, particolarmente indicata per rilevamenti su vetro e su metalli
• polvere nera, che viene distribuita prevalentemente su superfici chiare
• polvere bianca, vantaggiosa su superfici particolarmente scure
• polvere rossa, dotata di notevole proprietà adesiva
• polvere magnetica, idonea su qualsiasi superficie non magnetica e sulla carta, anche se si tratta di impronte digitali non recentissime.



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto





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