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Trapianto di polmone talvolta insieme a quello di cuore

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Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 11/12/2009

Il trapianto di polmone è ormai procedura affermata. Si trapiantano ambedue i polmoni o anche uno solo, alcune volte insieme al cuore (trapianto cuore-polmoni), più raramente in abbinamento con il fegato o il pancreas.

 

Il trapianto di polmone è l'ultima opzione di sopravvivenza quando il paziente è costretto a ricorrere all’assunzione artificiale di ossigeno o a una macchina cuore-polmoni. Le evidenze più specifiche che determinano la necessità del trapianto di polmone sono: la fibrosi cistica, l’ipertensione nella circolazione polmonare, la fibrosi polmonare (cicatrizzazione del tessuto polmonare) e l’enfisema polmonare (distruzione degli alveoli).

 

Quando è inutile. Questo tipo di trapianto è inutile contro i tumori maligni. Se il cancro si è già esteso ad altre parti del corpo, un trapianto non può più migliorare il suo decorso.

 

La norma. In genere si trapiantano entrambi i polmoni. Se il paziente è affetto da ipertensione polmonare si trapiantano cuore e polmoni (trapianto multiorgano), perché il prolungato sovraccarico può aver leso irrimediabilmente anche il cuore.

 

Per la funzionalità i polmoni devono essere trapiantati entro sei-otto ore dopo il prelievo con il ricevente collegato alla macchina cuore-polmone. Il chirurgo apre la gabbia toracica, estrae i vecchi polmoni e collega i polmoni del donatore ai vasi polmonari e alla trachea del paziente.

 

Dopo un trapianto il paziente subisce controlli regolari della funzione polmonare come radiografie ed esami del sangue. Il paziente deve inoltre allenare il nuovo organo con una ginnastica respiratoria mirata. Se l’intervento riesce, chi per anni ha dovuto dipendere da ossigenatori e da supporti esterni riacquista forma fisica e può rinunciare all’apporto esterno di ossigeno, a grande beneficio della qualità di vita.

 

Il rigetto. Poiché i polmoni sono collegati all’ambiente attraverso l’aria che respiriamo, le infezioni rappresentano una delle complicazioni principali dopo l’operazione. A lungo termine il problema invece è il rigetto cronico dell’organo trapiantato, per cui il tasso di sopravvivenza è relativamente basso rispetto agli altri organi trapiantati. 



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto





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