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I vaccini antinfluenzali fanno risparmiare costi sanitari e assenza dal lavoro

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Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 22/01/2010

Sulla base dei riscontri epidemiologici riguardante la circolazione dei virus influenzali, i vaccini antinfluenzali utilizzati comprendono i ceppi di più recente isolamento e, quindi, di più probabile circolazione (di solito 2 del tipo A e 1 del tipo B).

 

I vaccini antinfluenzali. Esistono vaccini a virus intero, ma in età pediatrica si consigliano i vaccini subvirionici che provocano meno effetti collaterali locali (dolorosità e indurimento in sede d'iniezione) e sistemici (malessere, cefalea e febbre). La vaccinazione va effettuata ogni anno in autunno avanzato (dall'inizio di ottobre fino alla fine di novembre).

 

Fino ai 9 anni i vaccini antinfluenzali si somministrano 2 dosi nei soggetti vaccinati per la prima volta. Le raccomandazioni americane ma anche quelle del Ministero della Salute in Italia sono quelle di vaccinare tutti i soggetti con patologia cronica di età superiore ai 6 mesi allo scopo di prevenire le complicanze dell'influenza.

 

Nei soggetti sani di età compresa tra i 6 e i 23 mesi la vaccinazione è raccomandata ed è offerta gratuitamente e attivamente.

 

Tra i 2 e i 7-8 anni, cioè coloro che iniziano la scuola materna e frequentano i primi anni delle elementari, secondo i dati italiani sono soggetti a contrarre l’influenza. La tendenza attuale è quindi quella di allargare la vaccinazione anche ai bambini sani fino ai 7-8 anni.

 

I soggetti a rischio. Sono considerati gli anziani e coloro che soffrono di cardiopatie congenite, di patologie respiratorie croniche (inclusa l’asma) di patologia metabolica incluso il diabete con insufficienza renale ed epatica, di immunodeficienze congenite o acquisite. A queste categorie il Ministero ha aggiunto recentemente anche i prematuri e i nati di peso inferiore ai 2,5 chili.

 

I costi dell’influenza. I dati italiani dimostrano che il costo medico dell'influenza è molto elevato, non solo in termini diretti (numeri di ricoveri, di prescrizione di antibiotici e antipiretici) ma anche in senso indiretto in relazione al numero di giornate di lavoro perse per cause dirette e indirette.

 



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto





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