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Pubblicato il 26/11/2011
Modificato il 26/11/2011
Lo sviluppo dell'Alzheimer potrebbe essere fermato ricorrendo ad alcune lievi scariche elettriche dirette al cervello.
In uno studio su piccola scala condotto al Toronto Western Hospital, la somministrazione di brevi impulsi elettrici ha mostrato di interrompere i progressivi danni al cervello causati da questa patologia. Inoltre, questa terapia sarebbe stata anche in grado di prevenire la 'disattivazione' di alcune regioni chiave del cervello.
Lo studio, molto preliminare, è stato condotto su soli sei pazienti ma avrebbe già, a detta dei ricercatori, portato a risultati sorprendenti. L'Alzheimer attualmente può essere solo rallentato con i farmaci, ma questi non funzionano per tutti e il loro effetto svanisce nel tempo facendo progredire inesorabilmente la malattia.
I ricercatori hanno tentato di intervenire con la tecnica della stimolazione elettrica profonda del cervello attraverso impulsi lievissimi ma frequenti (circa 130 in un secondo). Un tipo di tecnica che ha già mostrato di attenuare alcuni sintomi del morbo di Parkinson, come tremori e difficoltà a camminare.
Nell'Alzheimer, l'ippocampo va incontro a un progressivo deterioramento: il lobo temporale che contiene l'ippocampo mostra di consumare meno zucchero del normale, segno che la sua attività si rallenta e la regione si sta lentamente spegnendo.
Nei pazienti trattati con la stimolazione profonda per un anno, il consumo di zuccheri di questa regione è tornato normale. E il deterioramento dell'ippocampo, in due dei sei pazienti, è stato interrotto: anzi, l'ippocampo ha cominciato a rigenerarsi, tornando a crescere dal 5 all'8%. I ricercatori hanno annunciato che presto comincerà un trial clinico che coinvolgerà 50 persone.
Fonti:
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