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Pubblicato il 16/11/2011
Modificato il 16/11/2011
Un team internazionale guidato da Matt Bown, chirurgo vascolare presso l'Università di Leicester, ha identificato un singolo gene legato allo sviluppo dell'aneurisma dell'aorta addominale (AAA). Il team ha inoltre scoperto che il gene, LRP1, non è legato ad altre malattie cardiovascolari, il che fa ritenere che sia un fattore specifico per l'aneurisma dell'aorta addominale (AAA). La ricerca, finanziata dalla Wellcome Trust, è stata pubblicata sul Journal of Human Genetics. L'Università di Leicester ha condotto lo studio che ha coinvolto anche enti di ricerca di Nuova Zelanda, Australia, Danimarca, Islanda, Paesi Bassi, Svezia, USA e Regno Unito. L'aneurisma dell'aorta addominale (AAA) consiste in un gonfiore dei principali vasi sanguigni nella parte posteriore dell'addome, che possono anche esplodere causando pericolosi emorragie interne. Sinora, l'unico intervento possibile è la chirurgia. Questo tipo di operazioni vengono eseguite quando l'aneurisma dell'aorta addominale (AAA) cresce oltre una certa dimensione. Purtroppo, finora, non esiste alcun trattamento per prevenire la patologia e nonostante i rischi dell'aneurisma dell'aorta addominale (AAA) siano rilevabili attraverso lo screening, molte migliaia di persone continuano a morire a causa della malattia. "Lo studio ha coinvolto oltre 2000 persone provenienti dal Leicestershire e molte altre da tutto il mondo - ha spiegato Bown, docente di chirurgia presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari presso l'Università Leicester - e il nostro il team ha confrontato i geni delle persone affette da aneurisma dell'aorta addominale (AAA) a quelle che ne erano prive e ha scoperto che un gene, LRP1, è stato fortemente correlato con aneurisma dell'aorta addominale (AAA)". "L'aneurisma dell'aorta addominale è una malattia importante - ha continuato - in quanto colpisce un'ampia fetta della popolazione anziana. Attraverso questa ricerca abbiamo identificato un gene che è associato con l'aneurisma dell'aorta addominale (AAA) e l'approfondimento della funzione di questo gene in relazione alla patologia può aiutarci a capire di più la malattia e sui modi per aggredirla senza far ricorso alla chirurgia. Si tratta di una scoperta estremamente interessante che rappresenta il culmine di oltre un decennio di lavoro di ricerca in 6 paesi ed è una testimonianza della eccellenza della ricerca delle persone coinvolte".
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Fonti:
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