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Pubblicato il 04/08/2011
Modificato il 04/08/2011
C'è un super anticorpo capace di riconoscere e colpire al cuore i virus più aggressivi dell'influenza: è rarissimo in natura, ma adesso è stato finalmente 'catturato' e potrà essere riprodotto per ottenere farmaci capaci di proteggere dall'influenza e, in un futuro ancora piuttosto lontano, il cosiddetto ''vaccino universale'', valido contro tutti i virus influenzali.
La scoperta, pubblicata su Science, si deve al gruppo coordinato dall'immunologo Antonio Lanzavecchia, dell'Istituto di Ricerche Biomediche (IRB) di Bellinzona. ''A breve, il superanticorpo potrà essere utilizzato nella terapia'', ha detto Lanzavecchia, che ha condotto la ricerca in collaborazione con il britannico Medical Research Council (MRC) e con la spinoff dell'IRB Humabs Biomed. ''Certamente - ha aggiunto - avere individuato un simile anticorpo significa avere uno strumento per un nuovo vaccino contro l'influenza, ma questo obiettivo è purtroppo ancora molto lontano''.
L'anticorpo si chiama F16 ed è capace di combattere contro tutti virus dell'influenza che appartengono al tipo A, che fanno cioè parte della stessa famiglia che comprende i virus responsabili dell'ultima pandemia di influenza, dell'aviaria e della Spagnola del 1918.
Il super-anticorpo era inseguito da anni da numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo perchè è l'unico in grado di riconoscere le caratteristiche che restano immutate dietro i tanti volti che il virus dell'influenza assume inverno dopo inverno, o all'arrivo di una nuova pandemia. Il motivo per cui milioni di persone finiscono ogni anno a letto con l'influenza è che soltanto pochissimi hanno l'anticorpo F16.
Trovarlo non è stato semplice ed i ricercatori ci sono riusciti grazie ad una nuova tecnica messa a punto dai ricercatori di Bellinzona. Anzichè andare a cercare il super-anticorpo cellula per cellula, con la possibilità di fare da 10 a 100 test in tutto, il gruppo di Lanzavecchia ha scelto di coltivare decine di migliaia di cellule e di andare a cercare il super-anticorpo con l'aiuto di un robot.
''Una volta identificate le cellule con l'anticorpo giusto'', questo viene moltiplicato in milioni di copie con la tecnica chiamata PCR (Reazione a catena della polimerasi). In questo modo si riesce ad avere a disposizione grandi quantità dell'anticorpo.
Futuri farmaci che aiutino a prevenire l'influenza sono perciò a un passo. Il vaccino, invece, è più lontano: ''l'anticorpo riconosce una struttura ben conservata in tutti i virus influenzali, ma non funziona allo stesso modo in tutti gli individui''.
Questo, ha spiegato Lanzavecchia, 'accade perchè l'attenzione del sistema immunitario si concentra nella zona 'sbagliata' del virus'' perchè non guarda la parte conservata. La scommessa, secondo l'esperto, è ''riuscire a produrre un vaccino che aiuti il sistema immunitario a vedere la parte del virus che resta immutata''.
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Fonti:
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