Scritto da Rachele Sardella
Pubblicato il 10/12/2011
Modificato il 10/12/2011
Che acqua bere a tavola. Per scegliere in modo opportuno che acqua bere a tavola (non alle terme) bisogna leggere attentamente le etichette delle bottiglie.
Il residuo fisso. Il primo numero da leggere è quello del residuo fisso (non solubile) che corrisponde alla quantità complessiva di sali contenuti nell'acqua.
Se il residuo fisso è minore di 50 mg/l le acque sono considerate come debolmente mineralizzate.
L'uso di queste acque non è raccomandato a chi, come gli adolescenti e i giovani, ha un grande bisogno di sali di calcio, magnesio e fluoro.
Le acque poco mineralizzate sono tuttavia in grado di aumentare il catabolismo e cioè la frammentazione delle molecole delle sostanze alimentari, favorendo l'eliminazione dei prodotti del metabolismo.
L'acqua iposodica, che contiene meno di 20 milligrammi per litro di sodio, è quindi appropriata alle diete con poco sodio, prescritte nello specifico per l'ipertensione.
Le acque gassate sono del tutto sconsigliabili per chi è predisposto alla gastrite o all'ulcera.
Le acque oligominerali diuretiche. La maggior parte delle acque dette oligominerali contiene pochi minerali e sono quindi leggere, diuretiche e appropriate per chi soffre di ipertensione e di disturbi all'apparato digerente.
Paragonate a quelle minimamente mineralizzate, le acque di questa categoria sono più ricche di sali che agevolano il ricambio e la crescita dei bambini perché apportano un ottimale livello di calcio.
Le acque medio minerali digestive. Le medio-minerali sono acque digestive, perché contengono un abbondante mix di bicarbonati.
Sono quindi consigliate per le persone giovani e sportive o per gli adulti con specifiche carenze di minerali.
La medio-minerale è anche l'acqua giusta per il periodo estivo, quando l'organismo, rilasciando grandi quantità di sudore, deve reintegrare la dose di sali eliminata.
Da preferire quelle gassate perché la loro quantità di bicarbonati può neutralizzare gli acidi emessi nello stomaco mentre si digerisce.
Se il contenuto di alcuni elementi è accentuato, occorre bere le medio-minerali con moderazione, oppure bilanciare il loro apporto nutritivo con l'assunzione di altri alimenti.
Per decidere che acqua bere occorre scegliere tra le seguenti:
- Le acque bicarbonate (con più di 600 mg/l di bicarbonato). Bevute durante i pasti aiutano la digestione, a digiuno fermano l'acidità gastrica.
Adatte nei casi di carenza epatica e per chi fa sport perché le bicarbonate calciche neutralizzano l'acido lattico nei muscoli.
Sono adatte anche contro il rigurgito dei neonati e nei casi di cistite.
- Le acque solfate (più di 200 mg/l). Sono leggermente lassative e operano anche sulle vie biliari.
Sono adatte a chi ha problemi di colite spastica.
Non sono indicate nella fase di crescita poiché interferiscono con l'assorbimento del calcio.
- Le acque clorurate (più di 200 mg/l di cloruro). Sono ricche di sale e hanno un'azione che dà equilibrio all'attività dell'intestino, delle vie biliari e del fegato.
Sconsigliate a chi soffre di fastidi renali e agli ipertesi.
- Le acque magnesiache (più di 50 mg/l di magnesio). Sono purgative e aiutano a prevenire l'arteriosclerosi perché favoriscono la dilatazione delle arterie.
- Le acque fluorate (più di 1 mg/l di fluoro). Sono utili per la prevenzione della carie nei bambini tenendo conto che il fluoro in eccesso diventa dannoso.
- Le acque ferruginose (più di 1 mg/l di ferro). Sono indicate per chi ha problemi di anemia. Sono sconsigliate a chi soffre di gastroduodenite.
- Le acque sodiche (più di 200mg/l di sodio). Agiscono positivamente sull'eccitabilità neuromuscolare.
Sono sconsigliabili agli ipertesi.
- Le acque minerali forti. Sono quelle i cui elementi superano abbondantemente i valori ammessi per l'acqua potabile.
Sono da assumere con il contagocce e su parere del dietologo.
Elementi di idrologia medica per il corso di idrologia e climatologia medica - Roberto Gualtierotti - Edizioni Libreria dello Studente, Milano, 1974 Manuale di medicina termale - Agostini, G - Archimedica Editori, Torino, 2000
Fonti:
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