Disidratazione: un pericolo reale

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Scritto da

Rachele Sardella


Pubblicato il 01/02/2012

Modificato il 01/02/2012

La disidratazione soprattutto negli anziani. La disidratazione è un rischio in particolare dell'età avanzata perché la sete diminuisce a causa della riduzione degli stimoli sensoriali e viene assunta acqua in modo insufficiente.

A causa dell'insufficiente assunzione di acqua si riduce l'espulsione delle sostanze tossiche, con conseguente innalzamento della pressione, degli zuccheri e del colesterolo nei vasi sanguigni che perdono così la loro elasticità.

Quando la vitalità cellulare diminuisce per la carenza di acqua (meno del 50%) i processi vitali si spengono anche in modo irrecuperabile. 

 

Le conseguenze della mancanza di acqua. Una disidratazione anche solo dell'1% del peso corporeo ha effetti negativi sulle attività fisiche dell'organismo.

Quando la carenza sale al 2% si altera la termoregolazione, si riduce il volume del plasma e comincia il senso di sete.

Con circa il 5% di manifestano crampi, spossatezza, maggiore irritabilità, mentre intorno al 7% si può avere un malessere generale, una grave debolezza e persino delle allucinazioni.

Raggiungendo il 10% si rischia il colpo di calore ed è in pericolo la stessa sopravvivenza.

Uno stato persistente di disidratazione compromette sia le capacità fisiche sia quelle psichiche. 

 

Altre complicazioni. La disidratazione accresce il rischio di calcoli renali, di contrarre tumori del colon e dell'apparato urinario (vescica, prostata e reni) e il prolasso della valvola mitrale.

In un organismo disidratato il meccanismo della sudorazione si blocca per risparmiare la poca acqua rimasta nel corpo.

La mancata sudorazione determina un surriscaldamento organico con ripercussioni negative sul centro termoregolate o ipotalamico e la riduzione del volume complessivo del sangue, il che rende la sua circolazione più difficile e quindi può portare al collasso cardiocircolatorio. 

 

Il fabbisogno di acqua. Il fabbisogno di acqua per adulti e anziani è circa di 1 ml per ogni chilocaloria alimentare introdotta nel corso della giornata.

Per i bambini, i quali sono ad alto rischio di disidratazione, il fabbisogno è maggiore: circa 1.5 ml/kcal/giorno (chilocaloria = 1000 calorie). 

 

L'acqua e il peso. L'acqua non contiene calorie e ogni variazione a breve termine del peso corporeo per la maggiore perdita o la maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea.

Tentare di ridurre il peso con il razionamento dell'acqua è quindi del tutto inutile, oltre ad essere rischioso per la salute.

In condizioni normali le perdite giornaliere di acqua nell'adulto si aggirano intorno al 3-4% del peso corporeo (2-2.5 litri).

Queste perdite sono tanto più elevate quanto più l'individuo è di giovane età, con un picco nei primi mesi di vita, durante i quali le perdite giornaliere di acqua raggiungono il 15% del peso corporeo.



Fonti:

Elementi di idrologia medica per il corso di idrologia e climatologia medica - Roberto Gualtierotti - Edizioni Libreria dello Studente, Milano, 1974

Manuale di medicina termale - Agostini, G - Archimedica Editori, Torino, 2000





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