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Pubblicato il 31/05/2012
Modificato il 31/05/2012
È a rischio la salute cardiaca degli italiani, con i fattori più dannosi, dal colesterolo all'obesità, in crescita. La fotografia del cuore degli italiani è stata fatta, come nel decennio scorso, dall'Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare frutto della collaborazione fra l'Istituto Superiore di Sanità di Roma e dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e Fondazione per il Tuo Cuore, ed è stata presentata a Roma.
"Di prevenzione si parla ma non si fa - ha sottolineato il presidente dell'ISS Enrico Garaci - se l'aumento del livello d'istruzione, come dicono questi dati, coincide con l'aumento della protezione dai fattori di rischio, ciò significa che l'educazione ai corretti stili di vita deve essere parte integrante delle politiche sanitarie. È una forma di 'spending review' che farebbe anche risparmiare".
Lo studio ha esaminato 8500 persone fra i 35 e i 79 anni, a cui sono stati misurati i principali parametri vitali: "Aumentano i valori medi per i cosiddetti parametri 'doc', diabete, obesità e colesterolo - ha spiegato il presidente dell'Anmco Marino Scherillo - mentre buone notizie si hanno sul fronte del controllo dell'ipertensione, sul fumo e sull'attività fisica, che inizia ad aumentare".
Le persone in sovrappeso, secondo il rapporto, sono il 40%, in calo rispetto al 42% del 1998-2002, ma crescono dal 21 al 26% gli obesi.
Il colesterolo alto sale al 38% dal 24%, mentre il diabete colpisce il 14% degli uomini e il 9% delle donne, un valore molto più elevato rispetto al 12 e 7% trovato in precedenza, e di questi uno su quattro non sa di averlo.
"Se si scompongono i dati per livello socioeconomico, l'azione piu' importante per proteggere il cuore sembra essere l'istruzione - dice Diego Vanuzzo, codirettore dell'Osservatorio - Tutti gli indicatori di rischio risultano infatti più bassi in chi ha un titolo di studio superiore o universitario, al punto che il rischio cardiovascolare globale risulta tra gli uomini pari a 7,9 in chi ha la licenza elementare o media (era ugualmente 7,9 dieci anni fa), mentre nei più istruiti scende a 6,8 (era 6,1 nella prima edizione). Per le donne poco istruite il rischio globale risulta invece 2,7 e scende a 2,2 per le altre, valori sostanzialmente uguali a quelli del 2002".
In definitiva il rapporto segnala un'Italia in cui solo in pochi, e solo i più istruiti, cominciano a prendersi cura del proprio cuore, mentre alcuni comportamenti a rischio, tra cui il consumo di sale, che risulta ovunque superiore ai 5 grammi raccomandati dall'ISS, sembrano essere inattaccabili dalle campagne.
"Probabilmente bisogna 'spingere', oltre che sulle campagne informative, anche sugli accordi con i produttori sullo stile di quello fatto per abbassare il contenuto di sale del pane - afferma Simona Giampaoli, codirettore per l'ISS dell'Osservatorio - c'è anche da dire che la prevenzione interessa la sfera culturale delle persone, e quindi serve molto tempo perchè i messaggi abbiano effetto, ma spero che il prossimo rapporto avrà numeri migliori di questi".
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Fonti:
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