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Pubblicato il 06/07/2012
Modificato il 06/07/2012
Per la prima volta al mondo sono state trapiantate in un uomo colpito da Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) cellule staminali del cervello prelevate da un feto morto per cause naturali. E' solo il primo passo di una strada ancora molto lunga, ma che potrebbe portare ad una vera ''reazione a catena'' nelle sperimentazioni in questo campo. Potrebbe cioè essere sufficiente un piccola quantità di tessuto nervoso per poter trattare fino a cento pazienti e per affrontare, oltre alla Sla, altre malattie neurologiche degenerative.
L'intervento è stato eseguito in Italia, dal gruppo coordinato da Angelo Vescovi, direttore dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, a San Giovanni Rotondo (Foggia) e, per la parte neurologica, da Letizia Mazzini, responsabile del Centro Sla dell'ospedale Maggiore della Carità, a Novara. L'intervento, avvenuto lunedì ma reso noto solo oggi durante una conferenza, è stato eseguito dal gruppo di Neurochirurgia diretto da Sandro Carletti, coadiuvato da Cesare Giorgi e Nicholas Boulis, della statunitense Emory University di Atlanta. La sperimentazione è finanziata dall'Associazione Neurothon e dalla Fondazione Cellule Staminali.
Il paziente, un uomo di 31 anni che proviene dalla Lombardia ''sta bene. E' di ottimo umore, mangia, bene e respira bene'', ha detto Vescovi. E' stato colpito dalla malattia tre anni fa, ha problemi a braccia e gambe e ad articolare le parole, ma e' autonomo nella respirazione. Resterà in ospedale ancora per alcuni giorni. E' il primo di un gruppo di 18 pazienti arruolati nella stessa sperimentazione.
E' uno studio di fase 1, ossia teso a verificare la sicurezza della tecnica e non a curare. Le cellule staminali prelevate dal cervello del feto sono state trasferite nel paziente per mezzo di tre iniezioni nel lato sinistro del midollo spinale lombare, ciascuna da 15 millesimi di millilitro e con circa due milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali. Le cellule sono state iniettate vicino alle cellule nervose che controllano il movimento (motoneuroni), che nella Sla muoiono gradualmente, paralizzando progressivamente i muscoli e fino a causare la morte del paziente. A fine luglio sarà la volta del prossimo paziente e poi di tutti gli altri, mediamente a cadenza mensile.
Questa prima fase della sperimentazione potrebbe quindi essere conclusa entro due anni. Dal suo esito dipenderà il seguito della ricerca, con una fase 2 che dia le prime risposte sull'efficacia. Le cellule sono state prodotte nella Banca delle Staminali Cerebrali di Terni e poterne ottenere una quantità tanto grande a partire da un piccolo frammento di tessuto èstato possibile grazie alla tecnica messa a punto alla fine degli anni '90 dallo stesso Vescovi, che allora lavorava nell'università di Milano Bicocca.
Un ambiente chimico ricreato artificialmente ha dimostrato di essere in grado di stimolare la moltiplicazione delle cellule staminali al punto che da un frammento di tessuto minuscolo come una punta di spillo se ne possono ottenere circa 50.000. La quantità di cellule ottenuta dallo stesso feto, ha detto Vescovi, sarà sufficiente per l'intera sperimentazione.
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Fonti:
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