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Congedo mestruale per endometriosi e dismenorrea: proposta di legge

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Pubblicato il 17/03/2017

Modificato il 17/03/2017

La Commissione del Lavoro sta vagliando la proposta di legge sul congedo mestruale presentata alla Camera lo scorso 27 aprile da quattro deputate Pd per dare una tutela concreta alle donne che soffrono di endometriosi e dismenorrea.

 

L’endometriosi e la dismenorrea sono patologie ginecologiche caratterizzate da un ciclo mestruale talmente doloroso da costringere le donne a letto. In Italia circa il 90% della popolazione femminile ha mestruazioni fortemente dolorose e debilitanti a tal punto da essere la causa del 13-15% di assenteismo a scuola per le ragazze in età scolastica e del 5-15% di assenza da lavoro.

 

Il congedo mestruale, così come presentato nella proposta di legge, consente alle lavoratrici con endometriosi e dismenorrea di assentarsi da lavoro per 3 giorni al mese, è un permesso specifico e non assimilabile al congedo per altre malattie: "[il congedo mestruale] non può essere equiparato alle altre cause di impossibilità della prestazione lavorativa e la relativa indennità che spetta alla donna lavoratrice non può essere computata economicamente, né a fini retributivi né contributivi, all'indennità per malattia".

 

Ciò significa che non ci sarà alcuna diminuzione di stipendio e che alla lavoratrice è dovuta un’indennità pari al 100% della retribuzione giornaliera. Il congedo è indirizzato a tutte le donne con dismenorrea e lavoratrici con contratto subordinato, parasubordinato, full o part time, sia nel settore pubblico che nel privato.

 

Il datore di lavoro è tenuto a riconoscere il congedo mestruale alle donne che presentano entro il 30 gennaio una certificazione medica specialistica da rinnovare entro il 31 dicembre di ogni anno.

 

Mentre si discute sulla validità della proposta di legge sono in tanti ad esprimere perplessità circa una normativa che, se da un lato riconoscerebbe l’impossibilità oggettiva di lavorare durante il ciclo mestruale, dall’altra potrebbe causare la circolazione di falsi certificati per congedo mestruale e diventare un ulteriore deterrente all’assunzione di donne come già lo è la maternità.





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