Scritto da Daniela Gallotti, giornalista professionista (Ordine regionale della Lombardia)
Pubblicato il 05/08/2010
Modificato il 13/02/2017
L'epilessia è una sindrome neurologica caratterizzata da frequenti episodi convulsivi e crisi che possono essere sensitive (allucinazioni), psichiche (con modificazioni della coscienza), motorie (con movimenti disorganizzati) o neurovegetative, dalla manifestazione improvvisa e appunto ricorrente. La causa dell'epilessia è un'eccessiva attività elettrica corticale e le scariche possono essere localizzate o interessare tutto l'encefalo.
Vista la diversità delle manifestazioni è più corretto parlare di epilessie: sono definite essenziali le forme di epilessia la cui causa sia identificabile, soprattutto su base genetico-familiare, mentre si parla di epilessie acquisite se l'origine è legata a cause pre o post-natali (traumi, infezioni, malformazioni, tumori). In ogni caso è presente una predisposizione all'abbassamento della soglia convulsiva.
L'epilessia temporale è la forma più frequente. Si usa poi chiamare “grande male” l'epilessia con attacchi (rari) in cui il soggetto emette un grido, perde coscienza, cade a terra, manifesta un irrigidimento del corpo (con chiusura della mandibola che rischia di morsicare la lingua), seguito da una serie di movimenti violenti e ritmici degli arti: queste crisi possono durare alcuni minuti e si chiudono con una fase di sonno. Si definisce, invece, “piccolo male” o assenza un episodio molto breve di perdita di coscienza che colpisce bambini tra i 4 e i 14 anni, dura pochi secondi e si ripete più volte nel corso della giornata: di norma spariscono spontaneamente con la crescita, ma possono anche evolvere in “grande male”.
La maggior parte delle forme di epilessia si sviluppa in età evolutiva: per quasi tutti i bambini che sviluppano questa epilessia infantile l'evoluzione della malattia è benigna, mentre le epilessie che esordiscono in età adulta sono più complesse.
Sono contesti che facilitano l'innescarsi delle crisi di epilessia l'età infantile, le ore notturne, il sonno, la pubertà, le mestruazioni, la ritenzione idrica, ma nel momento specifico l'evento scatenante può essere uno stimolo visivo o uditivo, una lettura, l'ascolto di un brano musicale, l'atto del mangiare, uno stato emotivo o di ansia.
La terapia a base di farmaci antiepilettici va studiata, nelle dosi, a seconda del paziente e non va mai sospesa, nemmeno in gravidanza; dopo due o tre anni senza crisi è possibile ridurre i farmaci.
- Enciclopedia Treccani (Novecento) - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani Ed. 1990 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
Fonti:
- Enciclopedia della Medicina - DeAgostini Ed. 2010 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- L'Universale della Medicina - Garzanti Ed. 1995 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
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