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Pubblicato il 05/05/2011
Modificato il 05/05/2011
Per rendere loro più semplici scelte corrette, ecco una piramide alimentare semplificata, con tre sole fasce di cibi, messa a punto dai ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna, invecchiamento e malattie nefrologiche dell'Università di Bologna, autori di una ricerca sulle conoscenze e le abitudini del belpaese a tavola, illustrata durante il Congresso Nazionale della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPEC) a Genova. La piramide 'semplificata' ha una fascia A con gli alimenti da assumere tutti i giorni (frutta, verdura, cereali, legumi, frutta a guscio, olio d'oliva e una piccola quota di latticini); una fascia B con i cibi da concedersi settimanalmente (pesce, pollame, uova, dolci), e infine la fascia C, dove stanno i 'peccati di gola' da limitare a una, due volte al mese (carne rossa). "Valutando il consumo di queste tipologie di alimenti nei partecipanti allo studio, abbiamo osservato che la maggioranza 'sgarra' proprio sulle fasce meno salubri - sottolinea Matteo Cevenini, responsabile dello studio - Pochissimi sforano le quote raccomandate degli alimenti di fascia A, mentre il 60% eccede con i cibi di fascia B e addirittura il 90% non controlla l'introito degli alimenti di fascia C".
"Il consumo di grassi saturi, ad esempio, è in continuo aumento nel nostro Paese - avverte Cevenini - Negli ultimi 40 anni è cresciuto del 50% perché ci stiamo pian piano allontanando dalla dieta mediterranea per sposare abitudini tipiche dei Paesi anglosassoni, che hanno consumi superiori ai nostri. Riteniamo perciò che sia davvero opportuno migliorare le conoscenze alimentari degli italiani e aumentare la consapevolezza di ciò che mettono il tavola ogni giorno: sappiamo infatti che un'alimentazione scorretta aumenta molto il rischio di malattie cardiovascolari e non solo". Secondo gli esperti, oltre a promuovere campagne informative nazionali, sarebbe anche opportuno spronare gli italiani a trovare alternative simili, ma più sane ai cibi che tanto piacciono ma possono essere 'pericolosi'. "Abbiamo verificato, ad esempio, che c'è un'ampia quota di persone che mangia troppe proteine animali: una strada potrebbe essere sostituirle con analoghi prodotti derivati però da proteine vegetali", spiega Volpe. Per esempio, le proteine di soia "hanno un effetto di riduzione del colesterolo: riescono ad abbassarlo del 5% in persone con ipercolesterolemia familiare. Se molti si abituassero a sostituire la carne con una cotoletta a base di soia - suggerisce - si avrebbe l'effetto di ridurre il colesterolo in eccesso nel nostro organismo e diminuire allo stesso tempo l'introito di colesterolo animale attraverso la dieta".
Per approfondire vedi www.siprec.it
Fonti:
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