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Pubblicato il 13/09/2011
Modificato il 13/09/2011
Un piccolo studio clinico pilota, negli Stati Uniti, apre speranze per i malati di Alzheimer. L'insulina inalata con lo spray nasale può migliorare le funzioni cognitive dei malati di demenza senile, secondo lo studio, pubblicato online sugli Archives of Neurology, che ha coinvolto 104 persone suddivise dai ricercatori dell'Università di Washington in tre gruppi, uno che ha assunto placebo, il secondo 20 unità di insulina aerosolizzata al giorno, e un terzo con 40 unità quotidiane per quattro mesi di osservazioni dei trattamenti somministrati mediante un dispositivo nasale.
L'insulina, spiegano gli autori, svolge un ruolo importante in una serie di funzioni del sistema nervoso centrale. ''La prova dell'importanza di questa sostanza per la funzionalità del cervello è il fatto che la sua alterazione contribuisce alla patofisiologia della malattia di Alzheimer" scrivono gli autori. Suzanne Craft e i suoi colleghi del Veterans Affairs Puget Sound Health Care System e della University of Washington School of Medicine di Seattle (Usa), hanno condotto lo studio per valutare gli effetti della terapia insulinica intranasale su pazienti adulti con deterioramento cognitivo lieve di tipo amnesico o Alzheimer.
Gli autori hanno in particolare valutato gli effetti del trattamento sulla capacità di raccontare una storia narrata poco prima ai pazienti e secondo la scala di gravità Dementia Rating: a confronto con il gruppo placebo, quelli trattati con 20 unità di insulina al giorno hanno mostrato una migliore "rievocazione" della storia, mentre nessun miglioramento è stato osservato nei partecipanti trattati con 40 unità di insulina. Entrambe le dosi di insulina sono però apparse in grado di preservare la funzionalità cognitiva generale nei pazienti più giovani.
"I risultati del nostro studio pilota - affermano i ricercatori statunitensi - dimostrano che la somministrazione di insulina intranasale stabilizza o migliora le condizioni dei pazienti. Questi dati forniscono uno stimolo per futuri studi clinici sulla terapia insulinica intranasale e per ulteriori approfondimenti sul ruolo dell'insulina nella patogenesi dell'Alzheimer". A Lisbona, dove ha preso il via il 47mo Congresso Europeo degli Studi sul Diabete EASD, interesse per lo studio Usa è stato espresso dal Presidente dell'Associazione Medici Diabetologi (AMD) Carlo Bruno Giorda che concorda sulla correlazione tra il ciclo dell'insulina e lo sviluppo del morbo di Alzheimer.
"Un dato non nuovo in assoluto ma che mette in luce quanto l'insulina spray possa essere implicata nei processi cognitivi e cerebrali. E quanto il diabete - ha detto Giorda - sia tra i fattori di rischio significativi della demenza senile". E proprio dal congresso dell'European Association for the Study of Diabetes, uno studio italiano su 34 pazienti con ridotta tolleranza al glucosio, coordinato da Paolo Pozzilli Direttore dell'Area di Endocrinologia e Diabetologia del Campus Biomedico di Roma, dimostra che nei soggetti con pre-diabete è possibile tenere sotto controllo la glicemia con un'insulina spray che si assorbe a livello orale. Bastano dodici 'puff' di insulina prima del pasto per impedire l'aumento eccessivo di glicemia dopo mangiato.
L'insulina spray, assorbita dalla mucosa orale, non sembrerebbe avere effetti collaterali e potrebbe aiutare i quindici milioni di italiani con pre-diabete a non ammalarsi, come accade invece in due casi su tre se non si interviene con modifiche dello stile di vita o con i farmaci.
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Fonti:
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